Monday, November 11, 2024

“Soltanto il cielo non ha confini”. Un altro magnifico romanzo di Guido Mattioni.

soltantotitle Con mia grande sorpresa, il secondo romanzo di Guido Mattioni, Soltanto il cielo non ha confini, si stacca completamente da quello del suo esordio, Ascoltavo le maree, da me precedentemente letto e recensito in lingua inglese. Mentre il primo riteneva anche in traduzione un’impronta italiana nell’impostazione sia stilistica sia intimistica, questo suo ultimo lavoro si presenta come se fosse stato scritto in inglese e poi tradotto. Mi spiego: il ritmo del libro, lo stile ed anche la scelta del linguaggio sono più americani che italiani; si può asserire che lo scrittore ha assorbito il gergo e lo stile americano dei thriller a tal punto che il suo libro, che tratta una storia prettamente americana, ha il sapore dell’America in ogni suo rigo, proprio come se fosse stato scritto qui negli USA.

Non che Mattioni non si riconosca in questo romanzo nella sua solita scelta di vocaboli e di osservazioni ben mirate sui propri personaggi, ma qui troviamo uno stile serrato, quasi da copione per un film giallo, che soddisferà qualsiasi lettore che ama questo genere; ci sono, inoltre, anche osservazioni legate all’emigrazione, alle difficoltà legate alla vita in certi paesini del Messico, alla criminalità che diventa automaticamente una scelta per chi deve affrontare un mondo nuovo che molto spesso gli manca di rispetto e lo vuole tenere in basso, a volte sempre più in basso. L’attenta analisi della vita della frontera messicana, con i sacrifici dei molti, ignorati, e la violenza dei pochi, identificata erroneamente da molti americani come una caratteristica della massa di immigrati di lingua spagnola, dona a questo libro un valore aggiunto da non ignorare; le osservazioni dell’autore sono, difatti, spesso basate su ciò che lui stesso ha potuto vedere con i propri occhi nei molti anni passati negli USA come giornalista.

Dal Prologo del libro citiamo un passaggio che offre le premesse dietro a questa storia di umanità infranta e riconquistata:

” Gli adulti e gli anziani sapevano bene che la loro terra non li avrebbe arricchiti e non sarebbe stata in grado di distribuire dividendi o utili, ma erano altrettanto certi che non avrebbe licenziato nessuno; come del resto nessuno, a memoria d’uomo, era mai stato costretto, da quella stessa terra, ad andarsene.

Erano soltanto giovani, orfani di rassicuranti memorie, a lasciare Surco-en-el-suelo inseguendo i propri miraggi. Lo facevano da anni, abbagliati dalle lusinge di quel mondo tanto diverso dal loro e che luccicava sull’altra sponda del Río Grande. Là, oltre la frontera; oltre quell’odiosa riga tracciata dall’uomo in terra, ma priva di qualsiasi corrispettivo in cielo”.

soltanto2 Come si può notare, l’autore ritiene una invidiabile liricità nel proprio linguaggio nonostante che la storia porti a situazioni da Western, con personaggi che meritano di appartenere alla tradizione letteraria americana. L’effetto finale è un libro di rapida lettura, con passaggi entusiasmanti e una storia che certamente non è né scontata né facilmente prevedibile nel suo finale a sorpresa.

 

Tiziano Thomas Dossena
Tiziano Thomas Dossenahttp://tizianodossena.info
Tiziano Thomas Dossena is the Editorial Director of L’Idea Magazine. He is the author of “Caro Fantozzi” (2008), “Dona Flor, An Opera by van Westerhout” (2010), "Sunny Days and Sleepless Nights" (2016), "The World as an Impression: The Landscapes of Emilio Giuseppe Dossena" (2020), "Federico Tosti, Poeta Antiregime" (2021), and "La Danza del Colore" (2023). Dossena is the editor of A Feast of Narrative anthology series and co-editor of Rediscovered Operas Series books on librettos.

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