Friday, March 29, 2024

Prima edizione del Premio Luc Montagnier “Quando la Luce vince sul buio”

Di Diletta Maria Cecilia Loragno

‘La scienza si sta consegnando ai criteri delle multinazionali’ è con questa accorata denuncia del Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier, che si è aperta la serata evento voluta da Per l’Italia con Paragone, svoltasi il 28 gennaio 2022 presso la Fondazione Stelline di Milano, a un anno esatto dalla grande manifestazione in piazza a Milano durante la quale il Premio Nobel manifestò apertamente il suo pensiero, basato su studi e ricerche scientifiche, del tutto contrario al pensiero imperante.
Per le sue dichiarazioni e il suo coraggio intellettuale e scientifico, il Professore, scomparso lo scorso anno, divenne bersaglio di attacchi e insulti, anche molto gravi e pesanti.
Un Premio Nobel di grandissima umiltà, quella tipica dei Grandi, come ha ricordato commosso Gianluigi Paragone, giornalista e leader politico, introducendo la serata.
Montagnier accettò con grande entusiasmo l’invito alla manifestazione in piazza a Milano perché — come ha spiegato Paragone — era animato dalla voglia di fare luce in un periodo buio, in cui dominavano moltissime fake news.
Ed è proprio alla luce che vince sul buio e sull’oscurità, spesso non disgiunta dall’oscurantismo intellettuale e scientifico, che si ispira la prima edizione del Premio Luc Montagnier.
La serata ha visto la presenza di nomi illustri, firme del giornalismo, menti scientifiche eccelse, che con i loro studi hanno illuminato uno dei periodi più tristi della nostra Storia.

La giornalista Raffaella Regoli, il Prof. Bizzarri e Stefano Puzzer. Photo credit Diletta Maria Cecilia Loragno

Sono stati premiati il Professor Giovanni Frajese, l’Oncologo Mariano Bizzarri, il Direttore de La Verità Maurizio Belpietro, l’Associazione Danni Collaterali con l’ Avvocato Andrea Perillo e Stefano Puzzer che, durante i fatti accaduti al porto di Trieste, difese i diritti dei lavoratori.
Ognuno di loro si è espresso in modo chiaro e preciso su temi delicatissimi, dalla ricerca di Verità e Giustizia, alla fondatezza o meno di dati scientifici, alla alienazione dei diritti acquisiti, dinanzi ad un uditorio numeroso e attento che non ha lesinato applausi per tutti gli interventi.
Nel corso della sua relazione, il Dott. Bizzarri ha ricordato, così come ripeteva sempre Montagnier, come vaccinare in corso di pandemia un virus del genere voglia dire porre le condizioni per moltiplicare le varianti.
A lui il Premio Luc Montagnier per aver fatto luce in questi anni bui nel campo della Medicina.

Premiato per aver fatto luce e per aver difeso il diritto all’informazione, Maurizio Belpietro, Direttore de La Verità, ha sottolineato la sua passione per il giornalismo, alla ricerca della verità.
‘Io penso di non aver fatto niente di straordinario, ho sempre svolto il mio mestiere, il giornalista, ovvero raccontare i fatti. Lo faccio per passione da quando avevo 17 anni e continuo a farlo con la stessa passione e curiosità di allora’, ha dichiarato il Direttore. ‘Dar voce alla gente, raccontare i fatti, dar voce agli studi, documentare e scrivere cose di cui si è informati e che è possibile dimostrare, questo è ciò che deve fare un giornalista’.
Proprio questa sua onestà intellettuale ha permesso a Belpietro di scrivere, unica voce contraria all’informazione dominante, verità spesso scomode in un periodo in cui la Democrazia, i valori, i diritti, la Costituzione, hanno subito colpi durissimi, senza precedenti nella Storia dell’Umanità e della Medicina.
Come non pensare allo strumento del green pass, imposto alla popolazione per poter lavorare, viaggiare, curarsi, praticamente per poter vivere?

Maurizio Belpietro premiato da Gianluigi Paragone. Photo credit Diletta Maria Cecilia Loragno

Solo i giornali stranieri, come ad esempio importanti testate americane, si chiedevano cosa stesse succedendo in Italia, una Repubblica fondata sul lavoro, dove all’improvviso per lavorare e per tutto il resto veniva chiesta una tessera verde ai propri cittadini che, quindi, da un giorno all’altro si ritrovarono a non poter più esercitare i propri diritti.
Il Direttore ha ricordato il suo enorme sconcerto riguardo il green pass: sul suo giornale per settimane e settimane si chiese quale fosse la sua utilità, visto che esso non aveva alcuna valenza scientifica, come era chiaro a tutti, e di conseguenza, a differenza di quanto veniva affermato da altri in altre sedi, non assicurava alcun tipo di immunità.
Durante il suo intervento, Belpietro ha ammesso di provare uno sconcerto ancora maggiore constatando come la propria categoria professionale, quella dei giornalisti, anche davanti alle evidenze, non abbia tuttora il coraggio di ammettere di aver sbagliato a minimizzare o ancora peggio a nascondere i fatti. ‘I diritti sono stati lesi e non c’era alcun motivo scientifico per impedire alle persone di lavorare e portare a casa lo stipendio’.
La Verità di Maurizio Belpietro, nata con un progetto di giornalismo indipendente, al fine di garantire la libertà di informazione, è stato l’unico giornale a chiedere di reintegrare i medici non vaccinati, così come la Verità si è interrogata su molte altre questioni delicatissime e spinose, come ad esempio la curiosa segretezza dei contratti fatti dalla Unione Europea sui vaccini. ‘Possibile che in una democrazia non ci si interroghi su questi fatti?’ ha concluso Belpietro, tra gli applausi dei presenti.

Molto toccante l’intervento di Raffaella Regoli, Giornalista della trasmissione Fuori dal coro di rete4.
La Regoli ha ricordato, con parole cariche di emozione, sofferenza, dolore, cosa successe a Trieste, quando un gruppo di lavoratori, tra cui Stefano Puzzer, premiato con il Premio Montagnier per aver fatto luce e difeso i diritti dei lavoratori, iniziò una battaglia per la libertà e per i diritti.
Tutti noi abbiamo ascoltato il suo racconto in un silenzio religioso.
La sua testimonianza, forte e dolorosa ci ha coinvolto e ci ha portato con la memoria a quei giorni terribili, giorni che mai e poi mai nessuno di noi, nessuno di coloro che sono stati discriminati, umiliati, derisi, allontanati, isolati, dovrà dimenticare.
La Regoli ha sottolineato il grande senso di umanità di chi si recava, di giorno e di notte, a portare conforto, presenza, cibo, coperte, a quei cittadini, lavoratori, padri di famiglia, che volevano far sentire la propria voce, consapevoli della gravità della situazione, in cui erano a rischio le libertà e i diritti, quei diritti acquisiti che nessuno mai avrebbe immaginato potessero essere cancellati da un momento all’altro, eppure stava accadendo, eppure è accaduto, sotto i nostri occhi, sotto gli occhi di tutti.
Una ‘battaglia per la libertà e per i diritti’, come l’ha definita la giornalista, ha animato quei lavoratori cui pian piano si sono uniti altri lavoratori, provenienti da tutta Italia, oltre a donne e bambini e intere famiglie per difendere i diritti di tutti, a partire dall’articolo 1 della Costituzione: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Il racconto da testimone oculare, da giornalista sul campo, è diventato ancora più doloroso, ricordando come in piena notte all’improvviso si sia scatenato un vero e proprio inferno, ‘quattro ore di guerra per espugnare nemmeno 100 metri, uno spettacolo davvero vergognoso, impossibile da dimenticare’, ha concluso in modo accorato la giornalista.

Con l’intervento dell’Avvocato Perillo l’attenzione si è spostata su un piano prettamente giuridico, grazie all’Associazione Danni Collaterali.
L’Avv. Perillo ha ricordato le numerose istanze fatte dalla loro Associazione all’Aifa e le denunce contro la Rai per violazione degli obblighi di informazione e ha sottolineato il supporto fornito dalla loro Associazione a diverse categorie di lavoratori, dai medici agli insegnanti e ai sindacati di Polizia. Secondo l’Avvocato, la delicata questione dei danni collaterali sarà il tema del futuro, almeno per i prossimi 50 anni.
L’intervento dell’Avvocato Perillo, premiato per aver fatto luce e aver difeso il diritto dei cittadini ad avere diritto, si è concluso con parole molto toccanti, con l’auspicio di ‘portare Luce nelle aule di Giustizia, la luce della Scienza, la Scienza Vera’.

Il Prof. Stramezzi e il Radiologo Gacomini. Photo credit Diletta Maria Cecilia Loragno

La serata, che ha visto anche gli interventi del Prof. Andrea Stramezzi e del Medico radiologo Dario Giacomini, fondatore dell’Associazione Contiamoci, che hanno portato la propria testimonianza di Scienza medica e Umanità, è proseguita con l’intervento del Professor Giovanni Frajese, che ha ricevuto il Premio Luc Montagnier per aver fatto luce e aver difeso il Giuramento di Ippocrate.
‘Io non ho fatto niente di così clamoroso, sono un medico — ha esordito Frajese — e ancora oggi mi chiedo come sia possibile che l’assoluta normalità di ciò di cui andavo parlando dalla mia piccola posizione sia sembrata una cosa così eccezionale’.
Nel corso del suo intervento, iniziato ricordando la sua prima volta in Senato, dove fu invitato a parlare in un periodo delicatissimo, il Prof. Frajese ha confessato il proprio sconcerto nei confronti dell’atteggiamento poco scientifico assunto da una parte della sua categoria, quella dei medici, categoria che avrebbe dovuto indagare tutto più a fondo, visto che si trattava di un prodotto di tipo innovativo, di cui molti dati non sono noti, dalla genotossicità alla cancerogenicità. I suoi dubbi sono tanti anche riguardo la raccomandazione di questa vaccinazione fatta da alcuni medici nei confronti di donne in gravidanza, per cui il Professore continua a chiedersi su quali basi scientifiche vengano date simili indicazioni.

Giovanni Frajese premiato da Gianluigi Paragone. Photo credit Diletta Maria Cecilia Loragno

Tra gli applausi dei presenti, Gianluigi Paragone ha consegnato al Prof. Frajese la nascitura Associazione Luce Montagnier.
La prima edizione del Premio Montagnier si è conclusa con una toccante lettera dell’agosto 2021, firmata dal Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier che ribadisce con forza ancora una volta la pericolosità, l’inefficacia e l’inutilità dei sieri iniettati in intere popolazioni.
Un testamento morale e scientifico che ha commosso tutti i presenti.

Diletta Maria Cecilia Loragno
Diletta Maria Cecilia Loragno
Diletta Maria Cecilia Loragno si è laureata in Lettere Classiche con il massimo dei voti e la lode con una tesi di Laurea in Letteratura Greca presso l’Università di Bari, dove ha conseguito anche il titolo di Dottore di Ricerca in Italianistica, completando il suo percorso di studi presso l’Università Cattolica di Milano con il Master in Museologia, museografia e gestione dei beni culturali. Ricevuta la Nomina di Cultore della Materia dall’Università di Bari, ha partecipato in veste di relatore a diversi seminari e convegni nazionali e internazionali.. Letteratura e Arte hanno sempre occupato un posto speciale nella sua formazione: nei suoi reportage giornalistici, la moda è descritta, con un linguaggio naturale e armonico, come una sublime forma d’arte. Segue tutto ciò che riguarda il Made in Italy e il Lifestyle, dal food al wine passando per il glamour e il design. E’ Art Director dal 2017 dell’evento da lei ideato e curato presso l’isola di Capri, ‘Capri Incontra’, un pomeriggio dedicato alle Emozioni. E’ iscritta all’Ordine dei Giornalisti (Elenco Pubblicisti) dal 2007.

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