Thursday, April 25, 2024

Eleganza e leggerezza per la riapertura del Teatro Filarmonico dell’Arena di Verona: Verismo e Zanetto

Di Federico Scatamburlo [in collaborazione con OperaAmorMio Magazine]

Il Teatro Filarmonico dell’Arena di Verona, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza per la pandemia in corso, ha riaperto per la prima volta della chiusura forzata e accolto un ridotto pubblico (come previsto dalle disposizioni ministeriali) con la sobrietà ed eleganza che sempre contraddistingue la Fondazione, proponendo un breve programma interamente dedicato al Verismo.

Non è passata inosservata l’emozione del pubblico presente, che ha applaudito con calore gli orchestrali, pure visibilmente emozionati, quando hanno fatto il loro ingresso in sala nello spazio rialzato di solito riservato alla buca. Complice il plexiglass che divideva i vari comparti orchestrali, le sonorità che di lì a poco avrebbero riempito il teatro, sono letteralmente state “sospese” in una dimensione spaziale inusuale, che ha amplificato e migliorato notevolmente la resa acustica, facendo cogliere ogni minima sfumatura sonora. Una nota positiva dunque, in tutta questa drammatica situazione che ci affligge da più di un anno.

La risoluta entrata in scena del direttore Valerio Galli non fa tuttavia presagire quanto avverrà poco dopo. Sono stati infatti eleganti e controllati i gestiattraverso i quali ha condotto un’attentissima orchestra sulle note di alcune belle pagine orchestrali di Pietro MascagniAlfredo Catalani e Francesco Cilea. Melodie raffinate dunque, interpretate con ampi respiri e magnifici legati, condivise tra direttore e orchestra in perfetta sintonia.

Senza soluzione di continuità si è passati poi a Zanetto di Pietro Mascagni. Un “operina” che concentra in soli quarantacinque minuti l’azione  tra i due unici attori in scena. Dopo il suggestivo  coro a sei voci fuori scena, Donata D’Annunzio Lombardi (Silvia) e Asude Karayavuz (Zanetto) hanno portato in scena la loro storia, semplicissima ma tutta interiore per i due personaggi.

Silvia, cortigiana annoiata dalla sua vita, vorrebbe provare l’ebbrezza dell’amore, ma non si rivela apertamente a Zanetto, menestrello cantastorie di passaggio, che vorrebbe incontrare proprio lei per puro divertimento, e quindi casualmente entrambi aprono le proprie anime l’uno all’altro, in fuggevoli momenti che gli interpreti dipingono con i colori e la feschezza quasi di un’infanzia ritrovata. Ma questo li segnerà profondamente e niente sarà più lo stesso.

Il tutto si svolge un unico ambiente scenico, illuminato ad arte da Paolo Mazzon e creato dall’Areniano professionista Michele Olcese il quale ben fa immaginare Firenze, il luogo dove avviene l’incontro dei due. Uno stile quasi Liberty, come gli abiti creati da Silvia Bonetti,  in un immaginario mondo floreale dove l’immagine della Venere incornicia e si confonde con la fragilità dell’uomo, della cortigiana, del menestrello.

Donata D’Annunzio Lombardi, non nuova a questa parte, si insinua sapientemente in questo ruolo e, se pur non accade veramente nulla che giustifichi la preziosa musica appassionata di Mascagni, proprio per questo motivo la passionalità delle mezze voci e dei sovracuti brevi ma potenti, trasmettono appieno il semplice tormento dei sentimenti nascosti e repressi di Silvia.

Asude Karayavuz veste un pregevole ruolo en travesti: con sinuosi movimenti del corpo e la bellissima voce brunita incarna un giovine inizialmente smaliziato e giocoso, ma che uscirà confuso e smarrito da questo particolare incontro.

E il calore del pubblico ha espresso infine piena soddisfazione, e non solo perché finalmente è potuto entrare nuovamente a teatro, ma perché quello a cui ha assistito è piaciuto. Per davvero.

La recensione si riferisce allo spettacolo di domenica 9 maggio 2021

Teatro Filarmonico – Stagione 2021

Antologia verista

Pietro Mascagni

Sinfonia da Le Maschere

Alfredo Catalani

Preludio atto III da La Wally op. 57

Pietro Mascagni

Intermezzo atto III (Il Sogno) da Guglielmo Ratcliff

Francesco Cilea

Intermezzo atto II da Adriana Lecouvreur

Pietro Mascagni

Intermezzo da Cavalleria rusticana

ZANETTO
Opera in un atto su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci
Musica di Pietro Mascagni

Silvia, cortigiana Donata D’Annunzio Lombardi
Zanetto, giovane poeta e cantore Asude Karayavuz

Orchestra e coro della Fondazione Arena di Verona
Direttore Valerio Galli
Maestro del coro Vito LombardiNuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona

Photo credit: Ennevi

Federico Scatamburlo
Federico Scatamburlo
Nato in provincia di Venezia nel 1965, fin da giovane coltiva intimamente la passione per la musica classica, accostandosi al mondo dei teatri e delle rappresentazioni liriche. Da allora scopre un particolare gusto per i virtuosismi vocali, per il bel canto in generale, rendendosi conto suo malgrado di avere un “orecchio” particolarmente attento per questo tipo di esibizioni. Il suo ambito artistico spazia, oltre che alla lirica, anche nell’arte e nella fotografia.

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