Saturday, December 21, 2024

Versi e teatro tra Dante e Arrabal a Volterra

Dante_exile-e1432118283269Doppio appuntamento il 30 luglio 2015 per il XIII Festival internazionale del teatro romano di Volterra.
Nel pomeriggio, nell’elegante foyer del Teatro Persio Flacco, per il 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri, avvenuta probabilmente, secondo studi accreditati, in territorio di Volterra, si è tenuta una dotta conferenza della prof.ssa Letizia Piochi, corredata da una pregevole Lectura Dantis.
Simone Domenico Migliorini ha letto parte del V e del XXVI canto dell’Inferno, ovvero i celeberrimi versi dedicati a Paolo e Francesca e ad Ulisse.
Il titolo che definiva la Lectura Dantis era “Amore e conoscenza: vie di perfezione o vie di perdizione?” e prevedeva un’analisi del testo dantesco. Tema assai interessante, in verità, che la professoressa Piochi ha trattato non solo analizzando verso per verso il testo già letto dal Migliorini, ma arricchendo la versione in prosa e relativa spiegazione di notazioni di alto spessore storico-filosofico e di appassionata ricerca sintattico-letteraria e critica. Tutto ciò in maniera  talmente esaustiva da tenere inchiodati gli intervenuti alle poltrone per circa tre ore, in un excursus così intenso e dettagliato che, a detta della stessa relatrice, avrebbe potuto prevedere un illimitato prosieguo.
Secondo appuntamento, a seguire, nella stessa sede del teatro Persio Flacco, ma questa volta nella splendida sala neoclassica, con il monologo inedito di Fernando Arrabal: “Sotto le stelle niente muore”, affidato all’interpretazione di Mila Moretti.
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«Di lui si diceva che era un genio. Ostracizzato,condannato dalla società giurassica, esiliato all’interno del suo stesso paese fatto di pantani e dinosauri, un mondo perfettamente evoluto in cui Lui non ha mai avuto nessuna cittadi- nanza.
11174977_562798383859422_8804329695174534397_nMa Lui non c’è più, non appena il sipario si alza un razzo lo spara sul pianeta Marte. Partito per sempre. sarà Lei, l’amata, a narrare l’elegia, il lungo discorso funebre che Lui non aveva mai saputo suggerirle, in così tanti anni d’amore, di castità e di esilio. è Lei a ricordarci la voce di Lui, le movenze di Lui, la poesia di Lui, le lettere che Lui scriveva. Lei che lo raggiungerà presto, lasciandoci, senza alcuna accusa ma senza alcun rimpianto, immersi nel pan- tano delle nostre poltrone.» (Fonte Festival internazionale del teatro romano di Volterra)

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 © Natalia Di Bartolo

PHOTO STEFANO FIDANZI-ASSOCIAZIONE FOTOGRAFICA GIAN VOLTERRA

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