Monday, December 23, 2024

Il business legato alle figurine dei calciatori

panini2Chi non ha mai collezionato le figurine Panini o non ne ha almeno sentito parlare? L’azienda modenese realizza dal 1961 la collezione ufficiale delle competizioni calcistiche, ed è passata negli anni dalle immagini su cartoncino, distribuite in pochi paesi, alle figurine autoadesive, presenti in oltre 100 nazioni dei cinque continenti.

Le figurine non potevano mancare naturalmente in occasione dei Mondiali brasiliani e l’azienda si è lanciata alla conquista di un mercato dalle potenzialità ragguardevoli: nell’ultimo mese, l’album Panini online ha sedotto due milioni di utenti. “La nuova collezione ‘2014 Fifa World Cup Brasil’ è articolata in ben 640 figurine adesive, di cui 40 stampate su speciale materiale olografico, da raccogliere in un album da 80 pagine”, rapporta Antonio Coviello, dell’Istituto di ricerche sulle attività terziarie (Irat) del Cnr di Napoli. “In partnership con la Fifa e in sintonia con i tempi che cambiano, l’editrice ha anche lanciato un’applicazione scaricabile su smartphone e un sito internet sul quale i collezionisti possono ricevere ogni giorno pacchetti virtuali, classificare i loro calciatori per selezioni nazionali e scambiare i doppioni con gli internauti del mondo intero”.

Una storia lunga, quella della Panini, ricorda il ricercatore: “Alla fine del 1960 Giuseppe Panini trovò, a Milano, un lotto di vecchie figurine sfuse, invendute, delle edizioni ‘Nannina’ di Milano che acquistò, confezionò in bustine bianche con cornicette rosse contenenti ognuna due figurine e mise in vendita a 10 lire l’una. Fu un successo: tre milioni di bustine vendute. L’anno successivo i quattro fratelli Panini decisero di ‘fare tutto in casa’, stampando le figurine e realizzando anche il primo album, con in copertina il grande giocatore del Milan Nils Liedholm: 15 milioni di bustine. Era nata la mitica collezione ‘Calciatori’”.

panini3Da allora fino al 1988, l’azienda è stata gestita dalla famiglia Panini, ampliandosi di anno in anno sino a raggiungere fatturati nell’ordine dei 100 miliardi di lire. “Nel 1988, viene ceduta al Gruppo Maxwell che impone un nuovo management straniero ai vertici della società”, prosegue Coviello. “Dopo anni di difficoltà, la Panini viene nuovamente ceduta e acquistata, nel 1992, da Bain Gallo Cuneo e dalla De Agostini. In poco tempo torna a essere un’azienda florida e dinamica. Nel 1994 viene nuovamente ceduta a un gruppo straniero, la Marvel Entertainment Group, ma questa volta la dirigenza non viene cambiata e la gestione rimane italiana”.

panini1Nel 1999, la Panini torna nuovamente e definitivamente italiana a tutti gli effetti, grazie a una cordata guidata dalla Fineldo Spa, finanziaria di Vittorio Merloni, insieme con il top management della Panini. “Attualmente il gruppo, con un fatturato dichiarato di 620 milioni di euro nel 2009, rappresenta il leader mondiale nel settore delle figurine da collezione”, conclude Coviello. “In seguito a importanti investimenti nel settore dell’editoria, la Panini è divenuto il quarto editore in Europa nel settore dei ragazzi, oltre a sviluppare numerose iniziative nel campo dei nuovi media, sia online, sia off line, con il marchio Panini Interactive. La Panini Comics, inoltre, è diventata una delle case editrici di fumetti più influente a livello europeo e dal settembre del 2013 ha consolidato il suo ruolo nell’area dei fumetti, con l’acquisizione del ramo di azienda dei periodici Disney, in Italia produttrice di fumetti storici come Topolino. Ma il calcio resta il settore di punta: con i Mondiali 2014 l’azienda mira a incassi record e conta di vendere un miliardo di figurine in 100 paesi del mondo”.

Mirna Moro

Fonte: Antonio Coviello, Istituto di ricerche sulle attività terziarie, Napoli

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