Di Isabella Rossiello
Una mostra sontuosa, colta, ricca, che guida lo spettatore in un ” meraviglioso” labirinto di storia e colori.
Non è una sorpresa perché il Museo Civico di San Domenico a Forlì ha sempre presentato “perle” indimenticabili.
Chi sono i Preraffaelliti: una “confraternita” artistica nata in Inghilterra nell’età Vittoriana, che aspirava a ricreare la purezza anti accademica prima di Raffaello Sanzio.
I maggiori esponenti di questo movimento sono John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti, William Hunt, Ford Madox Brown,William Trost Richards, Wlliam Morris, Edward Burne-Jones, John William Waterhouse.
I temi che li influenzarono, furono di ispirazione biblica,letteraria, fiabeschi, storici e sociali.
Molti i soggetti femminili, sensuali, eleganti, donne quasi inarrivabili nel loro fascino a volte carnale a volte etereo.
Il movimento preraffaellita rivoluzionò il modo di vestire della donna inglese, non più un corpo occultato ma libero, sensuale, voluttuoso.
Fedeltà alla natura, colori vividi mentre il carbone anneriva cielo e case, l’amore, la passione quasi in contrapposizione ad una aggressiva rivoluzione industriale, quasi fuggire o denunciare il mondo che cambiava.
Il Tre-Quattrocento italiano toscano, soprattutto pittori come Cimabue, Giotto e Il Beato Angelico furono una miniera di ispirazione per i Preraffaelliti.
Numerose le donne pittrici nel periodo preraffaellita, tra cui Evelyn De Morgan, Georgiana Burne Jones, Emma Sandys, Alexa Wilding, Fanny Cornforth, Effie Gray, Eleanor Fortescue-Brickdale per citarne alcune.
Si esce dalla mostra con la pace nel cuore, grazie alla bellezza di cui gli occhi e l’anima si sono nutriti.
Un evento da non perdere assolutamente perché fra tante brutture che stiamo vivendo, momenti di bellezza sono necessari.
Un ringraziamento doveroso al Direttore Generale Gianfranco Brunelli, alle curatrici e curatori: Cristina Acidini, Francesco Parisi, Liz Prettejohn. Peter Trippi, Tim Barringer, Stephen Calloway, Veronique Gerard Powell,Charlotte Gere,Paola Refice.
Il progetto e l’allestimento sono a cura di Studio Lucchi e Biserni.
