Niente più panni stesi! Da qui doveva ripartire la “rinascita” di Napoli: vietare “ ‘e panne spase” e multare “‘e cculate” ( il bucato) delle napoletane! Ci volevano amministratori geniali per applicare il sospirato regolamento per il decoro! Poi hanno capito che era solo una barzelletta ed hanno aggiustato il tiro. Lasciamo perdere ciò che si dice da sempre e che – prima o poi – diventerà “patrimonio dell’Unesco”: “ ’E panne se stenneno pecché ‘a gente se lava!” Però ditemi anche come farebbero ad asciugare il bucato coloro che abitano nei vicoli senza alcuno spazio esterno? Ma cosa ne sa chi ha la puzza sotto il naso dei tanti problemi che devono affrontare le famiglie che vivono in vicoli e vicoletti con balconcini larghi cinquanta centimetri? A coloro che si lamentano per la goccia di acqua che cola da qualche lenzuolo, ditegli che è “acqua santa”, ditegli che sono le lacrime versate dalle mamme di noi bambini del ‘30/’40/’50 che li hanno lavati a mano quei panni, anche nelle gelide giornate invernali e nonostante i geloni e le artriti che le tormentavano. Sono le lacrime di tante mamme, compreso la mia, che soffrivano ma non si lamentavano. Madri che hanno sacrificato la loro giovinezza per donare amore e dignità alla loro famiglia. Applicatelo a ragion veduta il regolamento per il decoro, è sacrosanto, ma ogni giusta sanzione addebitatela a quei nostri concittadini che non sono figli ma “figliastri” ingrati e indegni di vivere a Napoli!
Raffaele Pisani
