Mi permetto di dissentire con chi afferma che il Presepe, particolarmente quello preparato nelle scuole, sia motivo di discriminazione tra gli alunni e le famiglie che appartengono ad altra fede religiosa. Personalmente vedo nella ricorrenza del Natale cristiano un messaggio di pace rivolto all’intera umanità.
È il presepe, con i suoi pastorelli che hanno nelle mani qualcosa da offrire e che hanno nei gesti la generosità del donare, che nell’anima ti fa sussurrare parole di bene e slanci d’amore. Il presepe, con la sua incantevole atmosfera, tutta intrisa del meraviglioso mistero della Natività, rinnova e vivifica nel cuore di molti la sopita speranza che un giorno si potrà vedere l’intera umanità più lieta e finalmente affratellata in una universale festa di pace.
Al di là di ogni credo, ritengo che sia importante il messaggio che si vuole trasmettere. Per cui inviterei gli alunni e i genitori di fede diversa di “arricchire” questo magico momento non rifiutando il dialogo ma esprimendo, nel modo che riterranno più opportuno, i propri valori religiosi anche comparandoli fra loro. Così nessuno si sentirebbe escluso e tale condivisione sicuramente ci farebbe “arricchire” tutti, indistintamente. La tolleranza, la condivisione, il rispetto per le culture diverse e soprattutto per quelle del Paese in cui si è scelto di vivere, secondo me sono valori imprescindibili.
Lo ribadisco: per me il presepe è il più interessante punto di integrazione esistente al mondo! Per avere contezza di ciò che affermo basta visitare anche solo uno dei tanti presepi, da quelli storici del Museo di San Martino di Napoli o della Reggia di Caserta a quelli allestiti nelle varie chiese di Napoli o direttamente in via San Gregorio Armeno, a Spaccanapoli, regno incontrastato degli straordinari scultori dei pastorelli. Sicuramente di valore artistico diverso l’uno dall’altro, ma,per quanto riguarda la sua “vera anima” la troverete in tutti, indistintamente. Il presepe è davvero l’amorevole centro di aggregazione di tutti gli abitanti della terra, di qualsiasi ceto, razza, colore e religione siano. In quello napoletano in particolare la multietnicità si allarga fino ad arrivare ai nostri giorni in un gioioso “tutti insieme appassionatamente”.
Credo che a questo punto il dilemma “presepe sì, presepe no” sia risolto e superato. Pertanto, cari presidi e dirigenti scolastici, spalancate le aule al presepe!