Thursday, March 28, 2024

Moonage Daydream, un’esperienza cinematografica unica

 Articolo di Patrizia  Di  Franco

“Moonage Daydream” è stato definito “un’odissea esperienziale cinematografica”, e con vari aggettivi: ipnotico, visionario, vibrante, puro cinema, addirittura lisergico, e semplicemente qualificato come docu-film su David Bowie. L’unica descrizione corretta e non riduttiva è dell’autore che ha realizzato questo capolavoro: “Bowie non può essere definito, può essere sperimentato. Ecco perché abbiamo creato Moonage Daydream, un’esperienza cinematografica unica” ha affermato il regista Brett Morgen. Sicuramente è l’evento culturale e mondiale dell’anno, Special screening al Festival  di Cannes 2022. In anteprima nei giorni 26, 27, 28 settembre, dopo una settimana di esclusiva IMAX, il film a cura di Morgen, con produzione discografica e colonna sonora affidate a Tony Visconti, produttore statunitense e dei maggiori album di successo di Bowie nonché suo amico, sarà pubblicato su HBO e HBO Max nella Primavera del 2023.

Il  movie, proiettato  nel  bellissimo “Cinema Splendor ” di Bari, che propone cineforum, pellicole d’autore, ultime uscite e rassegne (la più recente su Pasolini) di alto livello qualitativo, ha richiesto per la riuscita e ottima realizzazione, due anni per selezionare materiale, ore di filmati dall’archivio di Bowie, autorizzati per la prima volta dalla famiglia, dal figlio Duncan Jones, e da Iman, splendida moglie dell’artista britannico (da questa affiatata e fantastica coppia  è nata la figlia Alexandria Zahra Jones).

David Bowie, pseudonimo di David Robert Jones, nato a Brixton nella periferia a Sud di Londra, è l’incarnazione perfetta del self- made man. Davie come lo chiamavano gli amici e colleghi della band “The Lower Third”, è cresciuto nei sobborghi; Brixton era considerata in passato una zona malfamata, oggi è divenuta famosa grazie a Bowie, e pullula di gallerie d’arte, pop-up store, negozi vintage, pub come il “Blues Kitchen” (jam session e concerti di blues-rock, e variegata gastronomia), molte pizzerie italiane,  ristoranti etnici, numerosi negozi di dischi, frequentata da appassionati di musica underground, visitata dai turisti  più che per il Market Village (mercato permanente) o il Cinema indipendente “Ritzy Picturehouse”, per i luoghi abitati e vissuti da Bowie, e dedicati al geniale Artista, per osservare e fotografare tra i tanti murales, l’opera, si tratta di una rielaborazione della copertina dell’album “Aladdin Sane” (del 1973), eseguita da Jimmy C, artist  painter James Cochran, che raffigura magistralmente  David Bowie.

Foto di Patrizia Di Franco dell’immagine originale

Etichettato e denominato  in vari modi: hippie, icona glam, divo maudit, alieno, extraterrestre, marziano, camaleontico, visionario, occultista patito di esoterismo e magia bianca, angelo caduto, genderfluid, non-binary, “the thin White Duke” (thin per la sua magrezza), e Duca Bianco sia in senso positivo per la sobria eleganza dei suoi outfits  in genere con preferenza per il colore bianco, total white, cappelli inclusi, e per nobiltà d’animo, che in senso negativo, in modo denigratorio e dispregiativo alludendo alla sua passata dipendenza dalle droghe tra cui la cocaina (e il suo colore per l’appunto bianco).

Foto di Patrizia Di Franco dell’immagine originale

Identificato addirittura con i suoi personaggi (citati  spesso, ma banalmente e con superficialità, come suoi alter ego), da egli stesso creati: Ziggy Stardust, Aladdin Sane, Pierrot, White Duke, Button Eye in Lazarus dell’ultimo capolavoro discografico, ritenuto dai più il suo testamento, vogliamo invece come si percepisce, immaginarlo nelle intenzioni come ultimo atto d’amore e gratitudine compiuto (prima che la malattia lo portasse via per sempre) , un omaggio, il regalo più prezioso, nei riguardi dei suoi fans e di chi lo ha amato. Il pregio e l’obiettivo centrato di “Moonage Daydream” sono proprio quelli di non volere ingabbiare un Artista geniale con etichette e definizioni spesso erronee e standardizzate, di non volere tediare lo spettatore proponendo un’algida biografia e mera autobiografia di Bowie, bensì di mostrare ciò che davvero era, e soltanto chi lo ha conosciuto profondamente, a cominciare dalla sua famiglia, gli amici, e poi i colleghi, sanno davvero chi sia stato, chi fosse Davie.

“Moonage Daydream” inizia e si espande come un racconto autentico, attraverso il volto e la stessa voce di David Bowie, una narrazione filosofica, oltre che introspettiva e spirituale. Brett Morgen ha il grande merito di avere regalato agli estimatori del cantante, un’opera d’arte incentrata sull’anima di David. Attraverso footage, interviste televisive, frammenti Live (soprattutto riferiti al “Diamond Dogs Tour”), audiovisivi coinvolgenti, “visual”, che si susseguono come fuochi pirotecnici, policromatici e di una potenza e fascino impareggiabili, si coglie l’essenza di David Bowie, è lui stesso che si racconta, si descrive, si dona senza filtri. Non è “uno, nessuno, centomila”, è un essere umano divenuto una star ma rimasto umano, è cantante, autore, appassionato non solo di rock ma anche di jazz, musicista con una forte passione per il sax tenore alto, e polistrumentista (sax, armonica a bocca, chitarra, pianoforte, tastiere, organo, koto strumento giapponese cordofono, stylophone  un elettrofono ovvero uno strumento musicale elettronico di formato ridotto con tastiera metallica il cui utilizzo è possibile tramite piccola penna elettronica “stilo”, solo per citarne alcuni) , performer, pittore, scultore, mimo, produttore discografico, compositore, attore.

Tra i film più noti: “L’uomo che cadde sulla Terra”, del 1976, ruolo da protagonista, con la regia di Nicolas Roeg; “Furyo” del regista Oshima, una produzione britannico-nipponico-neozelandese, affiancato dal bravissimo compositore Ryuichi Sakamoto, attore alla sua prima esperienza recitativa e autore della memorabile colonna sonora della pellicola; “Miriam si sveglia a mezzanotte” con due grandi attrici, di talento e affascinanti, Susan Sarandon e Catherine Deneuve, per la regia di Tony Scott; “Absolute Beginners”; “Labyrinth”, nel ruolo di Jarrett, il re dei Goblin, con la bellissima e affascinante Jennifer Connelly;  “Basquiat” in cui incarna il ruolo di Andy Warhol. Bowie ha lavorato con registi del calibro di Martin Scorsese (“L’ultima tentazione di Cristo”, in cui interpreta il ruolo di Ponzio Pilato) , David Linch (“Twin Peaks: Fire walk with me”), Christopher Nolan (“The Prestige”).

In “Moonage Daydream” è David Bowie a descriversi, a rispondere alle domande dei giornalisti, a interagire con il suo amato pubblico. L’incipit del film è un vocale, primo brano della lunga e selettiva tracklist: “Time…one of the most co…” (“il tempo una delle espressioni più complesse…”), in tal modo David, attraverso la sua voce narrante, ci apre il sipario sulla sua vita artistica e privata. Scorrono immagini di una ragazza in lacrime, alla domanda perché pianga, ella risponde che voleva vedere David Bowie, le fa da antagonista un’altra giovane donna che euforica asserisce: “Io l’ho baciato, è fantastico!”, gli aficionados lo osannano, idolatrano: “Nessuno fa musica come lui”, “Bowie è il più grande”, “Ha una marcia in più”.

David degli esordi, e poi con i famosi capelli color carota, un mélange di sue immagini non in ordine cronologico, con un cappello Havana e i capelli corti biondo paglierino in metropolitana, il cantante che risponde  con il suo grande senso dell’umorismo e ironia intelligente, confermati da Phil Lancaster nel suo bel libro “Bowie prima di Bowie—La storia dell’uomo che divenne leggenda” e dalla moglie Iman in rare interviste rilasciate, alla seguente domanda di un giornalista: “Oggi le scarpe sono bisex, da uomo, donna?”. Esilarante e laconica la risposta, per cui Bowie sorride, riceve applausi e l’intervistatore invece viene deriso dal pubblico: “Sono solo scarpe, sciocco (“silly”)”. Riguardo la sessualità e rimarcata, dagli altri, bisessualità, una breve digressione:” La gente vuole etichettare. Se sono ciò che sono, lo so solo io”. Altre immagini in sequenza celere, di Sigismund Freud, psicoanalista, neurologo e filosofo; di Lindsay Kemp, coreografo britannico, attore e ballerino, maestro e amico di Bowie. In caleidoscopici filmati, con autoironia David si definisce “collezionista di personalità”. Alla domanda sulla religione: “Credi in Dio?” risponde: “Credo in una forma di energia. C’è qualcun altro oltre a noi, di superiore, non so chi sia, se Dio o altro. Amo la vita, moltissimo. Del Buddhismo mi sono rimasti i concetti e senso di transitorietà e fugacità. Niente dura per molto tempo, e la vita è tanto breve. Nessuno di noi esiste, siamo ai confini della realtà e andremo all’Inferno come Dei: Jagger, Lennon, io”.

Si avvicendano filmati e brani, ampio spazio alla trilogia berlinese e al periodo creativo a Berlino con Brian Eno, suo amico e collaboratore, altra personalità versatile e geniale che creò “Heroes” e altri pregevoli, meravigliosi, lavori discografici. “Heroes” (1977) rese celebre il film “Christiane F. Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” e la pellicola cinematografica contribuì ulteriormente al successo del brano. Il pezzo cult del glam rock “All the Young Dudes” (1972) galvanizza gli astanti (non a caso è stato inserito nella classifica delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi dalla rivista “Rolling Stone” e piazzatosi al quinto posto della classifica delle 20 migliori canzoni glam rock dal quotidiano inglese “The Guardian”, e inclusa tra i 500 brani che hanno plasmato il rock and roll della “Rock and Roll Hall of Fame and Museum” negli Usa). Medley di “The Jean Genie” di Bowie con “Love Me Do” The Beatles. Versioni inedite di “Modern Love”, “Quicksand” di “Hunky Dory”, di “Rock’n’Roll with me”, “Hallo Spaceboy” per l’album “Outside”, un pezzo industrial rock, del 1995, composto con Brian Eno, “Let’s dance” (1983) prodotto da Nile Rodgers, successo dell’anno e per tutto il “Serious Moonlight Tour”, brano funk-rock, primo posto in classifica sia in Gran Bretagna che negli Usa.  Oltre 40 i brani in “Moonage Daydream”, molti in versione mix come “Life on Mars?”  e “Moonage Daydream Film” soavemente cantata; Live come “Wild eyed boy from freecloud”, “Moonage Daydream”, “Let’s dance”; remaster; strumentale; a cappella come “Move on”; con Orchestra Sinfonica come “Light”; remix come nel caso di “Hallo Spaceboy” in chiave elettronica ad opera dei Pet Shop Boys, con la voce di Bowie e quella “robotica” di Neil Tennant (primo momento musicale del grandioso lavoro di Brett Morgen).

Foto di Patrizia Di Franco dell’immagine originale

La colonna sonora di “Moonage Daydream” dovrebbe essere disponibile in versione 2 CD dal 29 novembre, e in formato 3 Lp nel 2023. Riappare David mentre suona l’armonica a bocca; David mimo; con un teschio amletico o che allude al Major Tom di “Space Oddity”; pittore che usa grandi tele e predilige l’acrilico, e afferma: “Ammiro Tintoretto, Tiziano, il loro utilizzo del colore, della luce. Ogni giorno è diverso, mai uguale e ogni giorno è fantastico perché siamo vivi. Scolpisco, dipingo, scrivo, amo la cinematografia. Mi diverte giocare ai videogames” e aggiunge: “Ziggy è stato un esperimento, da me inventato”. Prosegue, come più volte disse nel corso della sua vita, sostenendo:” Mi considero un attore che interpreta il ruolo di una rockstar”. Stupenda l’immagine di David con Liz, Elizabeth Taylor, una delle donne più belle del mondo, sua grande amica e personalità carismatica come Bowie.

Memories: David parla della sua infanzia ordinaria, la scuola, della voglia di scappare da dove abitava. Tenero e struggente il ricordo del fratello (non lo chiama fratellastro) Terry Burns di cui, ammirato, parla con amore, riconoscenza e stima: “Terry era, sarà sempre per me, una persona meravigliosa, colto, e come me amava il poeta, scrittore, pittore, Jack Kerouac; il sassofonista John Coltrane; Oscar Wilde. Terry una volta andò nella RAF, aveva problemi di schizofrenia. La nostra esistenza è un labirinto. Non ho paura della familiarità della schizofrenia. Molte delle cose che ho fatto sembravano già accadute oppure profezie circa il futuro. Non mi sento una persona solitaria. Ho avuto sempre molta immaginazione e in Inghilterra spesso viene spenta. Credo di essermi sentito fin da adolescente fuori luogo, non adeguato, mi facevano sentire emarginato. Una persona in momenti di grande isolamento invece di vedersi in una grande casa si vede costretto a crearsi un micromondo. I miei genitori erano così e, come si dice, ti passano i loro difetti. Nella famiglia c’è una terribile mutilazione emozionale”.

Foto di Patrizia Di Franco dell’immagine originale

Appaiono fotografie di David bambino con i genitori e lui da adulto che da lontano guarda le sue foto di quando era un bimbo. Riguardo l’amore confessa di essersi costruito una corazza: “Quando non ricevi l’amore di cui necessiti, non riesci ad amare”. Si dilunga nel raccontare l’amicizia, la stima, la collaborazione artistica, con Brian Eno, un binomio vincente Bowie-Eno. Ammaliati da “Space Oddity” e “Heroes”, procediamo quasi accompagnati come se fossimo con lui, nel suo viaggio itinerante. Si sorride con dolcezza nel guardare David sfilare, indossando abiti da donna, sensuale, ammaliante, e signora agé. La bellissima “Loving the alien” sottolinea la sua affermazione:” Ormai mi sento a casa ovunque, ma sempre in maniera temporanea”; break, pausa con il video di “Ashes to ashes” , per poi riprendere a confidarsi : ”Non ho mai avuto una casa e non penso di comprarla. Adesso non so dove andare. Penso in Giappone, lo adoro. Tutti creiamo in un certo senso la nostra vita. Ho usato me stesso come una tela. Non voglio un grande pubblico ma lavorare bene per il pubblico e per me. Se non ti godi il percorso, i sogni non si realizzeranno mai. Dipingo molto, spesso soggetti soli. Per me l’Arte è ricerca continua”. Compare Bowie nel film “Furyo” con le note in sottofondo di Sakamoto. Dopo la gioventù anagrafica e artistica, il periodo della crescita e maturazione:” Superati i 30 anni sei ancora giovane ma più responsabile, è un bel periodo per vivere, ti lasci alle spalle rabbia, disperazione e problemi dei 20 anni. Sono emotivamente molto sensibile, più empatico che romantico. Sono a mio agio con me stesso. Vorrei iniziare gli anni Ottanta in maniera gioiosa, molto positiva, calorosa, comprensibile. Sono molto positivo”.

Foto di Patrizia Di Franco dell’immagine originale

Un po’ di nostalgia, voglia di ballare, malinconia mista a gioia e non è un ossimoro, spesso le emozioni più belle e forti non sono omogenee, nell’ascolto di “Modern Love” e “Let’s dance”. Divertenti i balletti di David Bowie con i suoi musicisti, colleghi, gradevole la visione di David in qualità di agile e bravo ballerino. Si è quasi, purtroppo, verso la conclusione di “Moonage Daydream”, e si è giunti alla fase della piena maturità umana e artistica di David, e alla scoperta dell’autoconsapevolezza.  “Nosce te ipsum”, traduzione del greco “γνῶϑι σεαυτόν” (uno degli apoftegmi attribuiti ai Sette Sapienti, inciso sul frontone del tempio di Apollo in Delfi, esortava gli esseri umani al riconoscimento della propria condizione e limitatezza), “conosci te stesso”, massima preferita di Socrate, intesa come incitamento a valutare i limiti della conoscenza umana, scegliendo sempre la via del sapere e dunque “la virtù”. Bowie la fa sua, e la attua: “Sto cercando di tornare una persona agli occhi della gente, con messaggi importanti. Bisogna guardare le cose in maniera positiva, prima le vedevo transitorie, come se non ci fosse un domani ma soltanto l’oggi. Adesso mi sento molto a mio agio nell’essere musicista, cantante e intrattenitore. Non ho mai voluto compiacere la gente. Io sono chiaramente un’entità, non sono il lavoro che faccio”.

Foto di Patrizia Di Franco dell’immagine originale

Frammenti del “Glass Spider Tour”; Bowie con Tina Turner. “Happy end” attraverso le frasi e le immagini che ritraggono David insieme alla sua amata Iman: “Improvvisamente la mia vita si è tinta di rosa. Sono sposato da 7 mesi e voglio stare più tempo con lei, niente tour in vista. Leggerezza che si sviluppa solo da adulti non c’è niente a cui aggrapparsi, gioventù, figuriamoci cose materiali, raggiungi una consapevolezza che non hai a 20 né a 25 anni, alcuni neppure oltre i 30 purtroppo. Detesto sprecare tempo, le giornate. Mi sento davvero entusiasta, a differenza di tanti colleghi che si sentono finiti, e amici amareggiati, spenti con l’avanzare dell’età. Sono sempre stato determinato, fin da ragazzo, e ho spiegato le vele. Rifarei tutto daccapo. Ho amato la vita, i grandi come Pasolini. Sono stato molto eclettico e fuori dal sistema, anticonformista sempre. Andare dove l’acqua è più profonda senza paura. Non soffermarti su quanto tempo hai, su ciò che avresti voluto fare. Fallo. Non c’è un inizio, non c’è una fine”. Dopo un breve intermezzo in cui ballano Fred Astaire e Ginger Rogers, il congedarsi di Davie: “Io sto morendo, tutti lo faremo. La vita non finisce mai, cambia soltanto”. Il tempo, lo spazio, pensieri fissi nella mente di David.  “Quante volte cade un angelo? Io sono una stella nera”.  Il cupio dissolvi lo consegnerà alla vita eterna, come Lazarus in “Blackstar” (ultimo album in studio del cantautore e Artista, David Bowie, prodotto da Tony Visconti, pubblicato l’8 gennaio 2016, due giorni prima della sua dipartita, e giorno del suo compleanno, David è nato l’8 gennaio 1947. Album vincitore di ben 5 categorie ai Grammy Award 2017, specialmente come migliore album di musica alternativa, miglior canzone rock, e miglior interpretazione rock. Certificato disco d’oro). Davie che ha vissuto tante vite in una, che si è sempre rialzato dopo crolli e apparenti dissoluzioni, infinite volte nella sua vita ha cercato e raggiunto “la resurrezione”.  Catarsi, rinascita e vita eterna. Le anime buone, gli Artisti e i geni sono immortali. Il tempo, l’amore, il bisogno di darne e riceverne, la lotta contro il tempo e la malattia, la scomparsa definita da molti teatrale, da Maestro d’Arti e magister vitae, per chi lo ha amato e ama, invece poetica, in punta di piedi, con l’umiltà di sempre. Phil Lancaster, nel suo libro, racconta di avere trovato “una favolosa reliquia” del giovane Bowie, un tovagliolino un po’ ingiallito, quasi sicuramente proveniente dal “Gioconda”, un Caffè, fino ad alcuni anni fa al numero 8 di Denmark Street, frequentato da Davie Jones e dalla sua band “The lower Third” (di cui farà parte Lancaster in qualità di batterista, avendo il piacere e l’onore di conoscere Davie quando era appena maggiorenne e di esibirsi con lui). Su questo tovagliolo – sottolinea Lancaster- Dave ci aveva scritto sopra: ” Io, Davie Jones, prometto di non montarmi la testa quando sarò famoso. Addì, questo glorioso giorno 10 maggio ’65 alla presenza di (Witness: LesMighall, Les Conn, più un terzo individuo non identificato). Firmato Davie Jones”. Promessa mantenuta, Uomo di parola. Verso la fine di “Moonage Daydream” tornano in mente i bellissimi ricordi legati al concerto strepitoso di David, nello Stadio comunale di Torino, la mia città, il 18 luglio 1987, con i miei cugini Amici, Vittoria e Rino, fu la sua prima apparizione torinese in occasione del “Glass Spider Tour”, concerto indescrivibile per bellezza, qualità, durata, per il quale sarò sempre grata a David. Con attenzione ascoltiamo la sua voce in: “Let me tell you one thing” in cui esorta a vivere pienamente, e con “Well you know this has been an incredible pleasure” ci saluta, dapprima parlando: “Sono felice di avervi incontrato…” sulle note di “Space Oddity” e su quelle di “Changes”: “Ci rincontreremo da qualche parte”. Davie ci saluta con la sua voce, cantando: “Good bye, Good bye. We’ll meet again, sometime, somewhere” (“Arrivederci, arrivederci, ci incontreremo nuovamente, a volte, in qualche luogo”).

Patrizia Di Franco
Patrizia Di Franco
Patrizia Di Franco, è nata a Torino, e lavorato a Roma. Giornalista iscritta all'Albo Professionale Nazionale (dal 1992) , con certificati dei trienni FPC. Moltissime Testate per cui ha scritto: regionali, nazionali, scientifiche, bilingui, quotidiani, periodici. A Roma: giornalista a "Italia Radio" nazionale; Direttrice di"Zeus" per anni, formatrice, docente di giornalismo e comunicazione di base. Docente di Comunicazione efficace, PNL, linguistica carismatica, psicologia, empowerment for women. Poetessa, saggio, poesie, racconti, pubblicati, premi nazionali e internazionali. Certificata Addetta Stampa Agenzia"Brizzi", Roma. Photoreporter. Poliglotta. Stilista ("Accademia di Roma"; "Accademia Internazionale di Alta Moda e del Costume "Koefia" Roma). Certificazione in:"Biologico, alimentazione naturale, fitoterapia". Pittrice. Ambientalista, ecologista, animalista, vegetariana, sportiva. Attivista:diritti umani;libertà di stampa;contro violenze di genere.

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