Caro direttore Dossena,
sono un sognatore di natura — ed è stata la mia salvezza! Da sempre sostengo che per raggiungere una meta bisogna innanzitutto sognarla. Ho ottantadue anni, sono nato in un vicolo di Napoli e appartengo a quella generazione di vecchi che non sono stati mai bambini. Non si poteva essere bambini in quei terribili anni ’40 vissuti in una Napoli distrutta dai bombardamenti, mortificata dalla fame e lacerata da migliaia di vittime.
Col passare degli anni ho iniziato a guardare oltre la siepe del mio piccolo giardino e ho cominciato a sognare quel Nuovo Anno capace di rinnovare tutte le coscienze. Continuare a sognare e sperare a ottantadue anni significa volere con testardaggine credere ancora nella capacità dell’essere umano di sapere trovare dentro di sé quelle spinte emozionali capaci di cambiare il destino del mondo. Non dispero e sogno perché voglio continuare a credere che l’umanità riuscirà prima o poi a “spalancare le porte chiuse delle proprie limitazioni per raggiungere distese più vaste in cui i sogni più belli diventeranno realtà”.
E sogno governanti impegnati per restituirci la dignità di persone perbene e laboriose. Donne e uomini determinati e capaci di combattere la massa di quei malfattori assetati di sporco potere che vanifica i sacrifici di tutti gli onesti e spero che il 2023 ci porti una classe dirigente capace di decapitare quella malefica piovra che ha creato metastasi mortali nel tessuto sano del nostro Paese.
Sogno che il desiderio di cultura diventi il nostro pane quotidiano e nessun essere umano debba mai più versare lacrime per colpa di una società ingiusta. Il mio sogno continua. Amen!
Raffaele Pisani