Wednesday, October 9, 2024

La lettura dei poeti per una scrittura come itinerario possibile di auto narrazione.

Di Marina Agostinacchio

Pablo Neruda

“Ogni anno scolastico è lastricato di infiniti tentativi, tanti fallimenti e qualche isolata soddisfazione che, senza clamore, contribuisce a costruire delle vite…”
Disillusione, demotivazione, fallimenti, abbandoni scolastici… Come si fa a decifrare il rifiuto a un tipo di conoscenza che viene offerta sui banchi di scuola?
Anni fa il gusto della sorpresa è apparso all’improvviso in una seconda superiore di un Istituto agrario professionale in un Paese della provincia di Padova, allorché l’insegnante di Lettere mi chiese di partecipare a un percorso di scrittura di alcune ore nella sua classe.

Dino Campana

La sfida si presentava difficile, perché si sa che l’Italiano quale disciplina di studio nei professionali non è ritenuta indispensabile al pare di materie di indirizzo tecnico. E qui bisognerebbe aprire una parentesi su un ripensamento del ruolo della cultura umanistica nell’istruzione contemporanea importante per il raggiungimento di un’efficace consapevolezza di sé e di una capacità di esprimere sé stessi e la realtà circostante.
L’insegnante della classe in questione, la professoressa Gianna Maggetto, era già un buon presupposto per un lavoro senz’altro di scoperta di temi e autori che avrebbero portato gli studenti a realizzare secondo le proprie potenzialità una serie di scritti “d’autore”.
Del resto qual è il compito dell’educatore se non quello di suscitare negli studenti “il desiderio di voler esistere e stare al mondo in un modo adulto?”. E non si tratta di divenire adulti attraverso l’ammasso di sapere quanto divenire adulti nella rete di relazioni e opportunità educative che prendono coscienza dell’esistenza dell’Altro.
I ragazzi della classe in cui avrei fatto sperimentare, con la collaborazione della professoressa, la scoperta della parola poetica, quale occasione di auto narrazione, erano da tempo abituati a lavorare insieme sulla base di un recupero e di un consolidamento delle abilità della lingua italiana, (quelle che lei definiva la cassetta degli attrezzi indispensabile a decodificare il mondo fuori dalla scuola), chiavi di accesso all’apertura di un mondo a loro poco conosciuto, proprio per il taglio e la scarsa considerazione che si dà alla lingua italiana nei tipi di scuola superiore non liceali.
Ma da dove sarei partita per incominciare il mio lavoro? Alcuni video sulla natura e sul mondo agricolo furono l’incipit. Parole in libertà e per associazione distese su un power point con l’ausilio di immagini il secondo passo. A queste parole i ragazzi ne associavano delle proprie. Ricorso a quadri sul tema agreste e musica metal fu lo step successivo.

Carlos Drummond De Andrade

Dalle immagini più strettamente legate ai temi propri al loro indirizzo di studi si passava poi ad immagini di cieli, deserti, foglie, acqua, immagini astratte, quadri metaforici.
Tra un incontro e l’altro era prevista una riflessione in classe fatta con l’insegnante. Era un ponte che ci permetteva di passare alla fase successiva.
Uno dei momenti interessanti fu il gioco dei libri colorati. Fu offerta ai ragazzi una cesta di libri, con copertine colorate, di poesia di autori italiani e stranieri. Suddivisi in gruppi, i ragazzi sceglievano il libro in base al colore della copertina.

Vinicius de Moraes

Aprivano poi il libro e scoprivano il nome dell’autore. Leggevano i testi attratti o dai temi o dalle parole o semplicemente dal suono di queste.
Ci fu il contributo specifico della poesia latino-americana con Borges, Andrade, De Moraes, Neruda, Santiago Mutis Duran che arricchì i ragazzi di conoscenza e di competenza semantica.
Ogni volta cera previsto il momento della composizione di testi a più mani su temi indicati.
Ecco alcuni scritti dei ragazzi nati dal laboratorio

Quale altra sarà la nostra fine, se tutti noi non iniziamo a rispettare la natura?
Tutto ciò che ci circonda è da rispettare altrimenti un giorno assisteremo a questi eventi.
Iniziamo a preoccuparci … Svegliamoci…
TUTTO DIPENDE DA NOI!!!!!!

V. & G.

 

Ore passate a chiederti perdono per averti amata all’improvviso
Ascoltando una vecchia canzone d’amore
Che mi ricorda il profumo dei tuoi sorrisi
E i tuoi veli d’affetto dell’anima.
I tuoi passi eternamente in fuga dal mio grande affetto,
Le mani ardenti della notte mi fanno sognare quei momenti
Che traboccavano di carezze.
Il tuo sguardo rapito dall’aurora.

Da Tenerezza di Vinicius de Moraes
Realizzato da M. Mn.  G.

DA  POESIE DI
Carlos Drummond De Andrade              Santiago Mutis Duran

In mezzo c ’ era una pietra, un mondo nuovo
Delle ore passate all’ombra dei tuoi gesti
È una calma, una dolcezza, QUESTA MIA CITTÀ
dove l’immobilità del tempo tutto si è fermato nel momento della mia partenza

P. V. M. A.

Parole tratte da autori di poesie del 900

RICORDI
PORTAMI VIA DA QUESTA CITTA,
SCONFINATI I DESERTI CHE
DOVRO` AFFRONTARE
ENTRO I QUALI LE MURA SI CHIUDONO NELL’IMMENSO DESTINO.
FORSE ERA UN VIAGGIO INIZIATO COSI…
SENZA VIA D’USCITA.
VAGO SOLO CON LA MIA OMBRA, E POI SCORGO TE…
O FORSE E’ UN MIRAGGIO.
IL SOLE ARDE LUNGO IL MIO CAMMINO,
UN VIAGGIO RIVOLTO ALLA RICERCA DI QUALCOSA CHE NON C’È PIÙ.
GUARDO IN FACCIA LA REALTA CRUDELE, TAGLIENTE.
NIENTE TRASPARE DAI MIEI OCCHI, SEPOLTI TRA TURBAMENTI,
LASCIO I MIEI RICORDI PIÙ CARI

Da Campana
Oltre i cancelli d’argento
Si vedean ombre oscure e si udiva un lamento,
Nella valle si scorgevano
Rocce scheletriche e anime che tremano.
Il panorama era orrendo
Come un forte tormento,
Ma solo un raggio di luce arrivò laggiù
Quasi per scorgere il paesaggio blu.
Tutto ad un tratto il cielo si oscurò
E nelle tenebre tutto tornò;
Ed io che vedo il panorama da quassù,
Piango e soffro sempre più.

 

Da un’immagine (la migrazione delle rondini)
Migrano a migliaia,
su questo limpido cielo,
le rondini del mio pensiero,
con le luci dell’aurora,
l’occhio si perde e la mente vola.

 

Da un’immagine (l’alba, la pietra)
La roccia dura,
come duro è il tuo silenzio,
mentre l’alba sale,
penso;
ora la mia vita ha un senso.

 

Da un’immagine (una ragazza piegata sotto la pioggia battente)
Si presume che la pioggia sia brutta,
ma non si sa che a volte permette di girare a testa alta
con il viso coperto dalle lacrime.
La pioggia è vita; la pioggia è la discesa del cielo sulla terra;
senza la pioggia, non c’è più vita.

R. L.

Da un’immagine (un albero su un terreno brullo)
C’è l’amore per la natura, la terra e il mondo.
La semplicità di un piccolo gesto, la semina di un seme.
La delicatezza di un acquarello, la potenza di una grande avventura.

 

Da un’immagine (il deserto)
” Il deserto è un luogo dove vivere,
con un solo spirito giusto,
Che io possa dimenticare la razza umana,
E odiare nessuno, il suo unico amore. ”
Vorrei scappare in un deserto …. Dove nessuno mi può ascoltare …

L’alba e la pietra

Certo, anche fuori del contesto scolastico i ragazzi avrebbero potuto e per vie secondarie conoscere autori e testi in versi.
La proposta di un approccio diverso alla poesia, proprio partendo dai banchi di scuola, ha contribuito ad allargare lo sguardo sulla vita e sulla realtà, sul modo di filtrarla degli scrittori.
L’approccio a questo tipo specifico di scrittura è stato diverso dal solito: l’esperienza insolita di lettura e composizione è partita da un percorso misurato tra emozioni, riflessioni, assegnazioni di composizioni con richieste precise.

Santiago Mutis Duran

E alla fine del lavoro la scuola organizzò un momento di condivisione comune nell’aula magna della scuola alla presenza del Preside.
I ragazzi lessero davanti a una platea di compagni di altre classi, del Preside e degli insegnanti, i propri testi, emozionati, riconoscendo in sé qualità di scrittura che non pensavano di possedere.

Marina Agostinacchio
Marina Agostinacchio
Nel 1998 e nel 2007, Marina Agostinacchio è tra i vincitori del concorso nazionale di poesia “Premio Rabelais”. Nel 2006 è tra i finalisti del Premio “Tra Secchia e Panaro”. Nel 2002 ha ottenuto il Premio internazionale Eugenio Montale per l’inedito. Nel 2006 pubblica la raccolta di poesie Porticati, nel 2009 la raccolta Azzurro, il Melograno, nel 2012 Lo sguardo, la gioia, nel 2014 Tra ponte e selciato. Nel 2021, Marina Agostinacchio ha pubblicato i volumi bilingue di poesie "Trittico Berlinese", 2021, e "In the Islands of the Boughs", 2023.

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