Richard Alexander Rittelmann, baritono in viaggio alla scoperta dell’America, lascia l’Europa per dedicarsi ad un Tour oltre oceano. Con passione e dedizione si cimenta sempre in ruoli e colori differenti, affermando la sua arte oltre confini, calcando teatri importantissimi di tutto il mondo.
Dall’Europa all’America, un viaggio di grandissime novità, ce le può raccontare?
È da un anno che sto preparando un nuovo repertorio con la mia Maestra Sylvia Sass.
Ho avuto l opportunità di prendermi una settimana ad ottobre per andare a New York per delle audizioni… devo dire che sono rimasto sorpreso dalla reattività del NY City Opera che mi ha risposto alla mia richiesta subito dopo due giorni!
In effetti mi hanno proposto concretamente di partecipare alle audizioni per il secondo cast del Candide di Bernstein; dopo che sono andate a buon fine, mi hanno chiesto se ero interessato a cantare la parte di Maximilian … ma per gennaio 2017!! Purtroppo ho già in previsione una prima mondiale durante lo stesso periodo e il compositore francese David Chaillou ha scritto il ruolo proprio per la mia voce.
La cosa positiva è che ho concluso un contratto con un agente canadese che ho incontrato lì e mi vorrebbe aprire il mercato americano.
L’America le sta dando nuove possibilità per la sua carriera; era nei suoi progetti artistici di portare la sua arte oltre Europa? Sì, infatti l’American Dream esiste ancora! Dopo la mia esperienza sulla West Coast, era un passaggio obbligatorio fare queste audizioni a New York.
Si esibirà anche in Europa nel frattempo? Oppure è un tour interamente dedicato all’America?
Potevo rimanere solo una settimana a New York, se stavo di più altre compagnie liriche e orchestre mi proponevano audizioni.
Ho appena fatto il meraviglioso Stabat Mater di Dvorak con il Maestro Alain Joutard, in un festival di musica sacra vicino a Nizza. Adesso sono a Taiwan per un paio di concerti e poi sarò a San Francisco per festeggiare i 20 anni della compagnia Golden Gate Opera .
Quali sono le sue aspettative negli States?
Gli Stati Uniti proteggono i loro artisti e fanno bene. Nei cast ci deve essere la proporzione 2/3 di cantanti americani e per i guest non americani come me al massimo un 1/3 .
Il mercato americano è appassionante, mi piace lo spirito ottimista “think positive” di voler fare le cose, e poi il mercato asiatico è ancora molto influenzato dagli Stati Uniti.
La sua agenda è sempre fitta di impegni, ma riuscirà a ritornare in patria per il periodo Natalizio?
Sì, sì! Torno a Nizza a metà novembre per cantare il Faraone nel Mosè di Rossini; poi vado a lavorare come cover all’Accademia Santa Cecilia con il compositore ungherese Peter Eotvos, per la sua ultima opera “Senza Sangue”; inseguito, a dicembre, iniziano le prove all’Opera di Nantes per “The Little Nemo” di David Chaillou, che girerà in diversi teatri francesi con più di 25 repliche.
Guardando la sua agenda si può capire che lei è un cantante sempre in attività, ma dove trova l’energia per poter affrontare i suoi impegni?
Sono un uomo appassionato, ho bisogno di partecipare ai progetti nuovi, collaborare con compositori e confrontarmi con diverse culture. Vivo grazie a questa adrenalina che procura il palcoscenico dove si può sorpassare, sublimare il momento effimero dell’arte della recitazione .
Il fitness mi permette anche di mantenere il mio corpo in forma e di sopportare la stanchezza di certi viaggi lunghi e del fuso orario…e poi la stima di se stesso è valorizzata quando uno ha la padronanza fisica.
Lei è molto seguito e amato da molti fan, vuole approfittare questo spazio per fare a loro una dedica speciale?
Alcuni amici mi hanno incoraggiato ad aprire una pagina professionale su Facebook; il fatto di rimanere connesso e in contatto con il pubblico che mi ha apprezzato in diversi spettacoli, ha creato una sinergia di fans e vorrei ringraziarli tutti dei messaggi d’incoraggiamento e di simpatia che testimoniano per le mie attività.
Ricordando una celebre frase di Cristoforo Colombo, dove dice: <E il mare concederà a ogni uomo nuove speranze, come il sonno porta i sogni>. Ci può dire se questa sua prossima esperienza è un sogno che si è avverato?
Assolutamente condivido questa citazione, mi auguro sia l’inizio di una bella avventura
Cogliamo l’occasione per farle i nostri migliori auguri per il tour americano e, le chiediamo infine, se desidera ringraziare qualcuno in particolare…
Apprezzo e ringrazio sinceramente i suoi auguri, giornalisti come lei contribuiscono all’evoluzione e alla promozione di un artista.
Tanti sognano di avere la nostra vita, ma senza sacrifici non si raggiunge mai la qualità.
Vorrei ringraziare tutte le persone, amici, direttori, impresari e soprattutto i miei genitori che hanno creduto in me dall’inizio.