Friday, December 20, 2024

Il mare: non solo un luogo piacevole per le vacanze

di Ester Cecere

Quando pensiamo al mare ci viene in mente la spiaggia dove in estate trascorriamo gradevoli giornate di riposo. In realtà, esso è fonte di numerosi benefici sia per gli effetti diretti che ha sulla nostra salute, sia per i cosiddetti “servizi ecosistemici” che ci garantisce, come spiega Ester Cecere dell’Istituto di ricerca sulle acque del Cnr

Quante volte abbiamo sentito dire dalle nostre nonne: “È importante portare i bambini al mare”. Probabilmente, esse erano giunte a questa conclusione sulla base di esperienze decennali, che oggi la scienza ha confermato. Gli effetti terapeutici del mare sono stati scoperti molto prima di quelli dei boschi e delle foreste. Il primo studioso che ha concentrato le sue ricerche su questo argomento è stato il medico francese De la Bonnardière d’Arcachon nel 1867. A lui si deve l’invenzione del termine “talassoterapia”, dal greco “cura attraverso il mare”. Egli ha messo in evidenza tutti i benefici che l’acqua del mare, la sabbia, le alghe e tutte le altre sostanze che si possono estrarre dal mare possono offrire all’essere umano.

Vediamo allora come il mare agisce sulla nostra salute. L’aria di mare è ricca di ioni negativi, che hanno effetti benefici sul sistema respiratorio: la loro inalazione favorisce la dilatazione delle vie respiratorie, agendo come un vero e proprio aerosol naturale a base di cloruro di sodio e iodio, potassio, fosforo, magnesio, zolfo, bromo e cloro, che aumentano l’ossigenazione del sangue e riducono o prevengono i processi infiammatori. La forte concentrazione salina dell’acqua di mare, infatti, sembra avere un effetto osmotico che, richiamando acqua nelle vie respiratorie, fluidifica le secrezioni e favorisce la decongestione dei tessuti, riducendo la viscosità del muco.

L’acqua di mare, grazie alla sua composizione chimico-fisica e organica, ha poi proprietà antibatteriche e detergenti. È molto efficace nella cura di eczemi, dermatiti e psoriasi. Inoltre, il bagno in mare è utile per chi soffre di ritenzione idrica e problemi circolatori, grazie al massaggio che il moto ondoso esercita sul corpo immerso riattivando la circolazione sanguigna e, di conseguenza, migliorando l’ossigenazione dei tessuti, rassodandoli e riducendo anche le tensioni muscolari, migliorando la flessibilità e alleviando dolori. A questo “idromassaggio naturale”, si aggiunge anche l’attività benefica per i muscoli delle gambe, che deriva dal camminare sulla sabbia o dove l’acqua è bassa in prossimità della battigia.

Quando siamo al mare, inoltre, siamo molto più esposti alla luce del sole che in qualsiasi altro luogo. L’irraggiamento solare permette al nostro organismo di sintetizzare la vitamina D, il micronutriente che fissa il calcio nelle ossa, combattendo l’osteoporosi. La vitamina D, inoltre, è coinvolta nella produzione della serotonina, un neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore fungendo da antidepressivo, ecco perché è sufficiente guardare un paesaggio marino per sentirsi più tranquilli.

Ma non basta. La vitamina D favorisce anche la produzione sostanze chimiche che hanno una potente azione antimicrobica, mille volte superiore alla penicillina. Non solo esse uccidono i batteri, ma attivano il sistema immunitario; infatti, la frazione blu della luce solare riesce a penetrare nel derma, dove ci sono i linfociti T, le cellule sentinella fondamentali per il sistema immunitario. Uno studio di ricercatori americani, pubblicato su “Nature Scientific Report” nel 2018, ha mostrato che la componente blu dello spettro solare aumenta, da parte dei linfociti T, la produzione di perossido d’idrogeno, che è attivo su batteri e virus i quali non riescono a vivere in un ambiente ossigenato.

Inoltre, un’altra ricerca apparsa sulla rivista “Science” ha dimostrato che esporsi alla luce solare abbassa in maniera significativa la pressione arteriosa. Esponendoci al sole, inoltre, aumentiamo il numero dei nostri globuli rossi, possiamo ridurre la glicemia e influenzare positivamente il nostro metabolismo basale.

Non c’è dubbio, quindi, che il mare abbia un effetto terapeutico sulla nostra salute complessiva.

Servizi ecosistemici

Servizi ecosistemici del mare (foto da One Planet School)

Ma il mare offre molti altri benefici, fondamentali per la presenza dell’uomo sulla Terra. Pensiamo alla produzione di ossigeno, all’assorbimento di anidride carbonica, al ciclo dei nutrienti, alla regolazione del clima, alla fornitura di materie prime e di energia, alle attività lavorative e turistico/ricreazionali, ai valori culturali e scientifici nonché al bio-risanamento. Questi effetti positivi, che vanno sotto il nome di “servizi ecosistemici”, sono forniti da un mare in “buone condizioni di salute” poiché, per funzionare bene, un ecosistema deve essere costituito dall’insieme di tutti gli organismi che ne fanno parte, in equilibrio tra loro e con la componente abiotica.

Soffermiamoci in particolare su due tipici ecosistemi del Mar Mediterraneo: il coralligeno e il posidonieto. Entrambi sono delle biocenosi, ossia associazioni biologiche di specie differenti di piante e/o animali che vivono in reciproca relazione in un determinato ambiente ecologico.

Il coralligeno è un’associazione di organismi calcarei benonici (animali e alghe calcaree che vivono sul fondo) che è presente preferibilmente su fondi rocciosi poco illuminati, tra i 25 e i 200 metri di profondità. Un team di ricercatori dell’Università di Marsiglia ha cercato di determinare quali servizi ecosistemici fornisca il coralligeno, intervistando scienziati ambientalisti, gestori di aree marine protette, pescatori tradizionali, pescatori di corallo e professionisti della subacquea ricreativa. Sono stati individuati circa 15 servizi che possono essere classificati in diverse categorie: servizi di approvvigionamento quando c’è un prelievo nell’habitat, ad esempio, la pesca o la raccolta del corallo rosso, molto apprezzato in oreficeria; servizi culturali, riferiti alla conoscenza o al tempo libero, tramite immersioni ricreative; servizi di regolamentazione, cioè quelli che consentono di avere un ambiente favorevole alla vita, come la fissazione del carbonio da parte delle alghe calcaree o la purificazione dell’acqua mediante gli organismi filtratori, quali le spugne, che si nutrono del particellato in sospensione nella colonna d’acqua. Questi servizi sono molto difficili da valutare da un punto di vista economico. Inoltre, non viene affatto valutata, in una visione puramente economica, una quarta categoria di servizi perché non vanno a diretto beneficio dell’uomo. Si tratta dei servizi di supporto, cioè le funzioni che il coralligeno garantisce alle specie che in esso vivono, vale a dire l’habitat o la zona di nursery. A seguito dello studio dei ricercatori dell’Università di Marsiglia è emerso che l’approvvigionamento alimentare, i siti di immersione, il potenziale per la scoperta scientifica e l’ispirazione artistica sono i contributi più importanti degli habitat coralligeni.

Veniamo al posidonieto. Le praterie di Posidonia oceanica (una pianta marina) sono ecosistemi con un’elevata biodiversità. Esse, infatti, ospitano numerose specie di animali e vegetali, che crescono sulle foglie e/o sui rizomi; inoltre, per diverse specie, sia di invertebrati sia di vertebrati, sono zone di riparo dai predatori e di riproduzione nonché fonte di cibo per molte specie pregiate di importanza commerciale. Ma le praterie di Posidonia oceanica svolgono anche altri ruoli molto importanti, come l’ossigenazione delle acque: 1 m2 di prateria può produrre fino a 20 litri di ossigeno al giorno, che è un valore molto elevato. Le piante, inoltre, assorbono molta anidride carbonica, il famigerato gas serra. Il loro ruolo in mare è tanto importante da essere definite, da un punto di vista ecologico, “ingegneri di ecosistemi”, in quanto stabilizzano il fondo conglobando il sedimento con le radici (come fanno gli alberi sulla terraferma) e proteggono le spiagge dall’erosione, in quanto attenuano il moto ondoso con le foglie, che possono raggiungere anche la lunghezza di 1 metro.

[Almanacco della Scienza N. 10, Novembre 2024]

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