Friday, April 26, 2024

Il maschilismo dei dati

Greta Thunberg, Kamala Harris, Megan Anna Rapinoe, Alexandria Ocasio Cortez, Jacinda Ardern e ancora Jennifer Doudna, Emmanuelle Charpentier, Ursula von der Leyen e Christine Lagarde sono solo alcune delle donne che occupano, oggi, nella scena internazionale, in ambiti diversi e trasversali ma ugualmente importanti, posizioni di leadership. Siamo alle porte di un cambiamento epocale? La risposta è no e lo dicono con cristallina chiarezza Emanuela Griglié e Guido Romeo nel loro ultimo libro “Per soli uomini” (Codice).

Un testo che ha vari meriti, primo fra tutti quello di ricordarci di non soffermarsi sulle apparenze ma di andare in fondo alle questioni, avvalendosi dei dati scientifici. Il libro lancia un allarme denunciando proprio il “maschilismo dei dati”. Ognuno dei sei capitoli di cui si compone l’opera è dedicato a un determinato campo del sapere e della ricerca. In tal modo, i due autori mostrano chiaramente come partecipazione, operato e visibilità delle donne siano ancora lontanissimi dal raggiungimento della parità di genere: dalla medicina al mondo dei media, dall’urbanistica al design, dall’intelligenza artificiale alla farmacopea. La sperimentazione di farmaci salvavita, la progettazione delle reti stradali e dei trasporti e ancora la realizzazione di attrezzature hanno posto e spesso continuano a porre al centro delle proprie ricerche il “reference man”, come lo chiamano gli autori, maschio, caucasico, tra i 20 e i 30 anni, alto 177 centimetri e dal peso di 70 chili. Un moderno uomo vitruviano intorno al quale sono state forgiate le nostre automobili, pensati i nostri mezzi di trasporto, disegnati i nostri spazi vitali e lavorativi e ideati gran parte degli oggetti di uso quotidiano. Un mondo che, considerando le donne portatrici di valori minori, ha dato vita a sistemi socio-economici, scientifici e sociali perdenti per tutti e quindi inefficienti, perché poco rappresentativi della realtà, anche di quella maschile attuale.

Un altro merito di questo volume è la leggibilità, data non solo dalla scelta consapevole di uno stile divulgativo e chiaro, ma anche dall’uso generoso di esempi che evidenziano come solo l’8% delle vie sia dedicato a personaggi femminili, che a fare informazione di stampa, radio e tv siano per il 79% degli uomini, che la prima passeggiata tutta al femminile della Nasa sia saltata alla vigilia del debutto perché nessuno aveva pensato di creare delle tute spaziali con caratteristiche e dimensioni femminili. E, ancora, come il primo cuore artificiale fosse compatibile con l’86% dei pazienti maschi ma con appena il 20% delle donne o come anche nei Paesi più egualitari del mondo le donne svolgano ancora la percentuale maggiore dei lavori domestici non retribuiti. Persino nello studio della rete dei mezzi pubblici sono state completamente ignorate le necessità delle donne che, in media, li utilizzano molto più degli uomini per lavoro, per attività legate alla gestione familiare, per il loro ruolo di care giving.
Esempi che colpiscono, tanto più in un momento così particolare della storia mondiale in cui l’emergenza sanitaria da Covid-19 rischia di riportare indietro l’equilibrio familiare e la condizione femminile e in cui le previsioni parlano di secoli prima che possa dirsi raggiunta la parità di genere, soprattutto nelle cosiddette scienze dure. Particolarmente emblematica la ricerca condotta da Luke Holman, Cindy E. Hauser e Devi Stuart-Fox, un’indagine sul gender gap senza precedenti in termini di ampiezza e dettaglio. È stato, infatti, analizzato il genere di 36 milioni tra ricercatori e ricercatrici provenienti da più di cento Paesi nel mondo. Sono stati quindi analizzate più di 10 milioni di ricerche pubblicate su oltre 6.000 riviste scientifiche tra il 2002 e il 2016. “La sentenza è inappellabile – scrivono Griglié e Romeo – senza misure correttive ci vorranno secoli perché si raggiunga la parità nella maggior parte delle discipline”. In particolare, sono stati quantificati 280 anni per il settore computer science, 258 per quello della fisica e 320 per quello infermieristico. Numeri e percentuali denunciano un inaccettabile gender gap, segnale di un profondo problema sociale.

L’opera ha lanciato una sfida che vuole essere anche un messaggio di speranza: dobbiamo favorire la nascita di una nuova classe dirigente che, al di là del genere di appartenenza, impari a maneggiare i dati per creare una società non più “per soli uomini” ma capace di garantire livelli di istruzione, salute, guadagni e possibilità a tutta la popolazione indistintamente. La storia ha infatti dimostrato che una società capace di interpretare i bisogni di tutti è l’unica in grado di garantire la sua stessa sopravvivenza.

 

Federica Lorini [da Almanacco della Scienza N.8, 21 aprile 2021]

titolo: Per soli uomini
categoria: Saggi
autore/i: Griglié Emanuela, Romeo Guido
editore: Codice
pagine: 145
prezzo: € 14.25

redazione
redazione
Tiziano Thomas Dossena, Leonardo Campanile, LindaAnn LoSchiavo, and Dominic Campanile

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