Tuesday, March 19, 2024

Il DNA per riscoprire un’immigrazione dimenticata

Il progetto “Le Vie Aleramiche, Normanno-Sveve”, con il supporto della Federazione Euro-Mediterranea, dopo aver approfondito gli aspetti linguistici, toponomastici e culturali, si avvarrà di un’importante ricerca demo-genetica, già espressasi in forma pionieristica nel 2016, che ha lo scopo dichiarato di scovare tracce, più meno celate, di una migrazione pressoché dimenticata, avviatasi, a partire dall’XI secolo d.C., da distretti non meglio circoscritti dell’Italia settentrionale verso quella che sarà poi intesa come Sicilia “lombarda”.

Si tratta di un’indagine che vede coinvolte, su fronti diversi ma strettamente interdipendenti, le tre università di Palermo, Messina e Bologna, con il coordinamento del Prof. Luca Sineo, ordinario di Antropologia dell’Università degli Studi di Palermo e attuale Presidente dell’AAI (Associazione Antropologica Italiana), e l’azione sul campo del dott. Marco Nania, responsabile della fase di campionamento. Questa ricerca, che tanto affascina le comunità coinvolte, agisce per analisi comparata di specifici segmenti di DNA derivanti da campioni biologici prelevati da una schiera di soggetti selezionati in seno alla popolazione attualmente residente nelle località siciliane di interesse, così qualificate poiché possibili ricettacoli di tracce, sin anche significative, del passaggio e radicamento dei colonizzatori “lombardi”.

Con il metodo del campionamento “attivo” si procederà volutamente e auspicabilmente verso una stretta collaborazione e diffusa partecipazione delle comunità locali, in modo che si sentano esse stesse promotrici dell’indagine e, ancor più, artefici della rideterminazione, su basi genetiche, della propria storia. Un aspetto fondamentale dell’analisi antropologica precampionaria si fonda, poi, sullo studio onomastico di cognomi, nomi e soprannomi, che tanto dicono della cultura e delle relazioni famigliari e sociali all’interno di una data comunità. L’identificazione di cognomi endemici e di altri di sospetta e antica matrice alto-italica, in combinazione con la ricostruzione, sino alla terza generazione parentale (quella dei bisnonni), di genealogie puramente incarnate nel contesto socio-demografico di riferimento, saranno le guide discriminanti che porteranno a stabilire il perimetro all’interno del quale far ricadere i soggetti di maggiore interesse.

Si tratterà di dimostrare, in via definitiva, un incontestabile legame ancestrale tra le genti di alcuni lembi di Sicilia, ove stazionerebbe la progenie dei migranti nordici, e i discendenti dei ceppi stanziali dei progenitori liguri, piemontesi e più genericamente “lombardi”. Ciò dovrebbe consolidare, con dati scientifici reali, la narrazione di quella “immigrazione al contrario”, ormai quasi dimenticata, che vide famiglie e forse intere comunità del Nord Italia seguire gli Aleramici, legati alla dinastia Normanno-Sveva, nel loro trasferimento verso il Meridione e, in particolare, verso la Sicilia.

Un aspetto della ricerca che prima della pandemia aveva già visto l’interesse dell’Università di Bologna e dell’Antropologo Prof. Davide Pettener, intervistato da Fabrizio Di Salvo.

Il campionamento avverrà, per tappe e in periodi successivi, nelle località di San Fratello, Aidone, Piazza Armerina, Corleone e Fondachelli Fantina, grazie alla intermediazione di Calogero Ridulfo, Filadelfio Crivillaro, Lavinia Garsia, Marco Incalcaterra, Franca Ciantia, Serena Raffiotta, Rosa Maria Restivo e Tiziana Laversa e al coordinamento di Anna Maria Di Rosa Placa e Fabrizio Di Salvo della Euro-Mediterranean Federation on the ancient Medieval Migrations, seguendo le istruzioni già comunicate dagli esperti in videoconferenza.

Nel caso di Fondachelli-Fantina, invece, è stata l’intera amministrazione comunale, guidata dal sindaco dott. Marco Pettinato, ad essersi sensibilizzata e ad aver promosso e supportato, grazie anche alla fattiva collaborazione dell’assessore Gioconda Grasso e del centro culturale “Le Miniere”, tutte le fasi che porteranno all’imminente campionamento.

Un’opportunità, questa, per abbattere, attraverso la scienza e lo studio del DNA, pregiudizi e campanilismi saldamente radicati e che non consentono di guardare, con ampio respiro, alle numerosissime pagine di storia del genere umano che parlano di popoli in costante migrazione e ricollocazione.

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Tiziano Thomas Dossena, Direttore Editoriale della rivista.

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