Un signore del Friuli Venezia Giulia ha così commentato, inviandomi una mail, il I° Canto dell’Inferno di Dante in versi napoletani che Beppe Severgnini mi ha dato l’onore di pubblicare sul blog Italians–Corriere della Sera–il 18 novembre u.s.
“Si vede che non ha altro da fare, signor Pisani. Spero che la Sua situazione economica non gravi sulle mie tasche.
Direi di dare un taglio SALUTARE a quell’odiosa napolinità(sic!) che perversa sulle reti RAI e sui media. Basta, avete rotto!
Staccatevi e rifondate il Regno delle 2 Siciglie(sic!) con una liberazione per tutti gli altri. Starete bene, vivrete di pummarola, non romperete più le scatole agli altri. BASTA!
Possiamo avere il diritto di dirlo????”
La mia risposta
“Buongiorno signor…,
mi creda, sono molto dispiaciuto di averle involontariamente procurato disagio e disgusto per la mia interpretazione del I° Canto dell’Inferno della Divina Commedia di DANTE nella parlata della mia adorata terra, Napoli. Le giuro che non era nelle mie intenzioni. Per quanto riguarda la mia situazione economica le assicuro che assolutamente non gravo sulle sue tasche, né che scrivo perché non ho nulla da fare. Tutt’altro. Avevo 10 anni – ora ne ho 80 -quando ho cominciato a scrivere versi, sempre in napoletano. È stata la prima lingua che ho appreso e sono orgoglioso di scriverla e di parlarla nel migliore dei modi, così come sono orgoglioso di essere napoletano. Fino a qualche anno fa ho lavorato sodo e onestamente. Ho parecchi interessi, sono avido di conoscere sempre cose nuove e, come mi piace affermare, sono un vecchio che vuole morire da vivo e non vivere da morto. Mi emoziono ancora nel vedere la mattina il sole levarsi o un fiore sbocciare. Leggo, scrivo, rinnovo ogni giorno la mia dichiarazione d’amore a Francesca, prego il Signore affinché illumini i nostri governanti e a modo mio benedico tutti gli uomini di buona volontà. Con la mia pensione, pur se modesta, riesco a pagare l’affitto e a far fronte alle piccole necessità quotidiane di questo vecchio scugnizzo ottantenne che ama tutta l’Italia e tutti gli italiani, che rispetta le opinioni altrui e il prossimo di qualunque parte del pianeta sia, di qualunque credo religioso, fede politica, colore della pelle e condizione sociale. Insomma, me lo lasci dire, sono alquanto diverso da quello che lei pensa. Pure avendo pochi studi non ho mai perso il gusto di apprendere e di ammirare le belle cose, in qualsiasi forma si presentino al mio sguardo. Qualche merito me lo riconosco: non faccio mai di “tutta l’erba un fascio”, disconosco le parole odio, disprezzo, presunzione! Prima di ogni cosa ho il culto della riconoscenza.
Per concludere desidero ringraziarla per l’augurio che mi fa di “vivere di pummarola”: è l’augurio più gradito che potesse farmi, a me piacciono molto e infatti ne mangio tante di “pummarole”! Un consiglio spassionato: cominci a mangiarne anche lei, è un cibo economico e salutare, specialmente per noi uomini sono il toccasana per la prostata, e quando hai la prostata a posto tutto l’organismo funziona al meglio. La “pummarola” è antiossidante, elimina astio e problemi esistenziali, combatte depressione e demenza, produce anticorpi che immunizzano da ogni forma di rancore e bellicosità, fa bene al corpo e all’anima. Glielo dico per esperienza personale: a ottant’anni suonati ho, facendo gli scongiuri, una prostata perfetta e sono arzillo (quasi) come un quarantenne!
Gentile amico …,
anche se virtualmente, le porgo una grande stretta di mano e un sorriso che abbraccerà lei e tutta la sua bellissima città di … e l’intera meravigliosa Regione Friuli Venezia Giulia.
Viva l’Italia, tutta intera, unita e libera, accogliente e tollerante!
Raffaele