Il 2020 è stato un anno particolare anche per il settore vitivinicolo. A darne evidenza sono Unioncamere e BMTI nel loro Report sulle uve da vino, un’analisi sull’andamento del mercato delle uve da vino nel 2020, realizzata a partire dai prezzi rilevati dalle Camere di Commercio.
Durante la vendemmia del 2020, in Italia, sono stati raccolti oltre 70 milioni di quintali di uve da vino (elaborazione BMTI su dati Istat), corrispondenti ad un aumento del 3% rispetto al 2019 e del 2% rispetto alla media del quinquennio 2015-2019.
Questo incremento – spiegano Unioncamere e Bmti – è il risultato di un andamento climatico che, nel complesso, ha favorito la maturazione dell’uva e la sua buona qualità. Come altri comparti dell’agroalimentare, però, anche il mercato vinicolo ha risentito dell’impatto della pandemia. A fronte del buon andamento nelle quantità, con l’Italia che mantiene la leadership mondiale nella produzione di vino, meno positivo è stato il riscontro nei listini all’ingrosso a causa della chiusura totale dell’Ho.re.ca. durante il lockdown di marzo e aprile e le successive chiusure parziali nell’ultima parte dell’anno.
A subirne maggiormente le conseguenze sono stati proprio i vini di qualità che sono i più consumati nella ristorazione.
Secondo i dati di Unioncamere e BMTI, i prezzi del vino hanno subito un calo medio dell’1,4% rispetto al 2019. Più accentuata però la flessione in chiusura d’anno, con un calo a dicembre del 5% su base annua.
Pur con importanti eccezioni, il 2020 ha segnato ribassi anche per i prezzi delle uve da vino di diverse aree produttive del nostro paese.
In particolare, tra le uve venete, si è registrato un ribasso del 6% annuo per le uve Glera atte alla DOCG Conegliano – Valdobbiadene, sebbene si tratti di un calo meno accentuato rispetto al biennio 2018-2019. In leggero recupero, invece, le uve con cui viene prodotto l’Amarone (+5%). Spostandosi sul Lago di Garda si è osservata una ripresa anche per le uve del Lugana, rilevate sia dalla Camera di Commercio di Verona che di Brescia.
In Lombardia, prezzi in calo per le uve atte a produrre Franciacorta e per le uve destinate ai vini dell’Oltrepò Pavese. In Piemonte, è proseguita nel 2020 la crescita per le uve del Barbera d’Asti mentre si sono rilevati ribassi nel Cuneese per le uve di Barolo, Barbera d’Alba, Dolcetto d’Alba. Tra le uve destinate ai grandi rossi toscani, si confermano stabili sui livelli del 2018 e 2019 quelle del Chianti Classico mentre sono risultate in calo quelle del Brunello di Montalcino e del Nobile di Montepulciano.
Al Sud, tra i vitigni irpini, si è registrata stabilità per le uve Aglianico per il Taurasi e un calo quelle per il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo, i cui valori rimangono però superiori alla media del quinquennio 2015-2019.
Forte aumento rispetto all’annata 2019, invece, per le uve pugliesi.