Omaggio a Fabrizio Clerici (1913-1993)
SONNO ROMANO
A cura di Mario Ursino in collaborazione con l’Archivio Fabrizio Clerici
5 giugno – 5 ottobre 2014
Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea
Viale delle Belle Arti, 131
Mercoledì 4 giugno 2014 sono state presentate alla Galleria nazionale d’arte moderna le due versioni del Sonno romano di Fabrizio Clerici.
La tela del 1985 (305 x 520 cm) Il grande Sonno romano, donato dall’artista alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna nel 1993, a seguito della importante retrospettiva del 1990 dedicata a Fabrizio Clerici (nella quale figuravano entrambe le opere) a cura di Bruno Mantura; e la prima versione Sonno romano, 1955 (90 x 150 cm) di proprietà dell’Accademia Nazionale di San Luca, di cui l’artista è stato più volte presidente.
Considerate dalla critica e dall’artista stesso tra le opere più significative della sua produzione; la grande tela Sonno romano, 1985 non è stata più esposta da lunghissimi anni e viene ora presentata, insieme a numerosi materiali d’archivio che documentano tutte le fasi di realizzazione dei due quadri, attraverso la prima idea di un disegno a penna (inedito) sul retro di una carta da lettera indirizzata al fratello Francesco del 1953 circa. Oltre a questa esiste anche una più elaborata composizione a carboncino del 1954 (pubblicata nella prima monografia di Raffaele Carrieri dedicata all’artista nel 1955) nella quale si delinea la forma quasi definitiva del Sonno romano. Si presenta inoltre un vasto repertorio fotografico inedito attraverso il quale è possibile ripercorrere le varie fasi di lavoro dell’artista per le due versioni: sia per la versione del 1955 dell’Accademia di San Luca, dipinta nel suo studio di via della Lungarina e sia per la monumentale versione dipinta dal 1983 al 1985 per il quale dovette prendere in affitto l’intero piano nobile di Palazzo de Cupis in via dell’Anima, dove dagli anni Sessanta aveva già il suo studio.
Verranno anche esposte una serie di foto-cartoline (alcune sagomate dall’artista come maquette di lavoro) dei primi anni Cinquanta che Fabrizio Clerici aveva raccolto come fonti utili ai vari soggetti del quadro, sia dal punto di vista iconografico che compositivo con le sue impalcature fatiscenti, ispirate a Clerici da immagini in bianco e nero delle Terme di Diocleziano e in genere di scavi archeologici, dal Foro romano a quelli di Selinunte, dei primi del Novecento, che egli consultava costantemente durante l’ideazione della tela. I curatori hanno cercato di ricostruire, oltre alla parte iconografica, anche quella prettamente legata al significato dei soggetti rappresentati nel Sonno romano. Una tabella iconografica a cura di Eros Renzetti mostra i numerosi soggetti greco-romani e barocchi presenti nel quadro con riferimento agli originali nei luoghi ove essi sono conservati.
La mostra è corredata da un catalogo Edizioni Nuova Cultura, con testi di Mario Ursino e Rosanna Ruscio.