I vincitori della 72esima edizione del Festival di Sanremo – che si è conclusa sabato 5 febbraio – sono stati Mahmood & Blanco con il brano “Brividi”, dietro di loro Elisa con “O forse sei tu”. Terzo posto per Gianni Morandi con “Apri tutte le porte”. Il premio della critica Mia Martini è andato a Massimo Ranieri, il premio sala stampa Lucio Dalla è andato a Gianni Morandi mentre il premio Sergio Bardotti per il miglior testo è stato assegnato a Fabrizio Moro con “Sei tu”. Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale, invece, a Elisa con la canzone “O forse sei tu”. Scritta da Mahmood e Blanco e composta assieme a Michelangelo, che ne è anche produttore, Brividi è una ballad romantica con pianoforte e archi che richiamano l’arrangiamento d’orchestra.
Allo stesso tempo ha un sapore moderno in cui le voci e i punti di vista dei due artisti, nonostante i 10 anni di differenza, si intrecciano in perfetta armonia per raccontare come la paura di essere inadeguati, quando si parla d’amore, appartenga a tutte le generazioni. Due mondi apparentemente distanti ma legati dalla versatilità e dalla forza emotiva della loro scrittura, in cui gli artisti descrivono l’amore da due diversi sguardi che si completano. Da una parte una visione più disillusa, cantata con maggiore consapevolezza da Mahmood, dall’altra l’impulsività e la genuinità di Blanco, due diverse intensità che riescono a raccontare il mondo dei sentimenti senza banalizzarlo. Dopo avere esordito come canzone più ascoltata di sempre in un giorno su Spotify Italia, Brividi di Mahmood & Blanco ha conquistato questa settimana la prima posizione della classifica Fimi / GfK dei singoli più venduti in Italia. Superati i 10 milioni di visualizzazioni combinate, realizzate dal videoclip ufficiale e dal videoclip della performance della prima serata del Festival, rispettivamente al #1 e #2 nelle tendenze di YouTube. Brividi è attualmente al #1 su tutte le piattaforme digitali e si conferma in Top10 al #7 nella global chart di Spotify, dopo aver debuttato al #5, la posizione più alta di sempre per un brano in italiano. Il videoclip, girato ad Amsterdam e diretto da Attilio Cusani, traduce in immagini le due storie raccontate con intensità nelle strofe del brano. I protagonisti si alternano così come gli scenari che ricreano l’idea della libertà tutta da percorrere sulle bici di diamanti realizzate per loro con cristalli Swarovski, puntando al cielo. “In “Brividi” – spiega Mahmood – due ragazzi, appartenenti a due generazioni, amano con lo stesso trasporto e gli stessi timori – la paura di sbagliare e di sentirsi inadeguati, incapaci di riuscire a trasmettere ciò che si prova – e con la voglia di amare in totale libertà, dando tutto di sé. La visione romantica (“Ho sognato di volare con te / Su una bici di diamanti”) e quella più concreta e passionale (“tu, che sporchi il letto di vino / tu, che mi mordi la pelle”) dell’amore sono accomunate dalla volontà di vivere un sentimento puro e totalizzante, abbattendo barriere, in completa libertà”. “Brividi – sottolinea Blanco – rappresenta per me tutti quei momenti in cui le emozioni ci rivelano per quello che siamo davvero, ci mettono a nudo. Il brano racconta di uno stato d’animo che riesco ad esprimere solo cantando e urlando. È un incrocio di vite: la mia, che trova un punto in comune con quella di Mahmood e in un certo senso con quella di tutti, perché ad ogni età i sentimenti -soprattutto l’amore- ci rendono fragili e felici nello stesso momento”.
È un Festival di Sanremo che rimarrà nella storia quello condotto da Amedeo Umberto Rita Sebastiani che tutti, ormai, conosciamo come Amadeus. Anche quest’anno è entrato nelle nostre case portando “gioia e leggerezza” come ci aveva promesso. E lo ha fatto con grinta, spirito, entusiasmo: potendo contare anche su quel calore del pubblico in sala che tanto era mancato lo scorso anno. Conduttore e direttore artistico per il terzo anno consecutivo “Ama” – come lo chiamano i suoi più grandi amici che anche questa volta gli sono stati vicino, come Fiorello e Jovanotti – è riuscito a fare bene, benissimo. A superare se stesso. Ha dribblato le polemiche, evitato gli scandali, messo da parte i malumori e ha fatto di Sanremo un grande show. Poco importa se i social gli hanno rimproverato qualche scelta, dall’attrice poco famosa al cantante semisconosciuto. In ogni decisone del padrone di casa c’era una logica inattaccabile: quella di coinvolge il più possibile, incuriosire, farsi seguire. “A me piacevano i Festival di Sanremo di una volta, dove c’erano Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Donatella Rettore, Iva Zanicchi” la battuta di Nino Frassica ospite nella prima sera del Festival, nei panni del maresciallo Cecchini di “Don Matteo”. Chissà quanti da casa avranno pensato ai Festival di una volta: quelli in bianco in nero, lontanissimo dai social, dai FantaSanremo e i vari “Papalina”. E chissà in quanti avranno pensato al fatto che dopo tanti, tantissimi anni, Amadeus sia riuscito a portare sul palco dell’Ariston proprio quei grandi big indiscussi. E insieme a loro artisti come Mahmood, Blanco, Rkomi, Dargen D’Amico, Sangiovanni, Tananai, Irama, Aka 7even, Yuman o Highsnob e Hu. Massimo Ranieri è tornato a Sanremo dopo 25 anni dalla sua ultima partecipazione, Iva Zanicchi, 82 anni, il Festival lo ha vinto nel 1967, nel 1969 e nel 1974, senza dimenticare che Morandi è tornato in gara dopo 22 anni. Per loro ci sono stati lunghi applausi e standing ovation. Eppure il pubblico ha applaudito con forza anche Mahmood e Blanco, ballato con Ditonellapiaga e Rettore e La Rappresentante di Lista.
Si è emozionato con Elisa o Fabrizio Moro. Ha sostenuto sui social Sangiovanni o si è ritrovato a canticchiare “Dove si balla” di Dargen d’Amico. Forse è proprio questa la forza del Festival targato Amadeus: sembra che a vincere non sia solo uno ma che in realtà vincano tutti. È un Sanremo, quello 2022, che ricorderemo per il suo inaspettato mix di diversità – o meglio unicità per usare le parole di Drusilla Foer – che è riuscito a conquistare gli italiani. Perché ha stupito, incuriosito, incantato. A volte spiazzato. E forse un po’ tutti – dopo un periodo buio, di giorni tutti uguali fatti di restrizioni, distanze e “richiami” di questo abbiamo bisogno: cantare e non pensare, ballare e non avere paura, superare le difficoltà. Per una settimana abbiamo sentito più musica e meno virologi, più “dirige l’orchestra” e meno “i casi di oggi”. Da domani tutto ritorna alla “normalità” per oggi, invece, per noi solo “Brividi”: che per fortuna è una canzone, mica i sintomi del Covid. (9colonneATG)