Roma difende il suo festival inventandosi sempre nuove proposte per attirare pubblico e critica.
Il Pre-Festival ha visto protagonista l’attore Ewan Mc Gregor e la prima del suo film “American Pastoral” di cui è anche regista.
La festa del cinema invece inizia con il carisma e la simpatia di Tom Hanks, che presenta il film Moonlight. Hanks è a Firenze sta girando il film “Inferno”, tratto dal romanzo di Dan Brown “Inferno” e ancora una volta veste i panni del professor Langdon. Il regista Ron Howard ha già girato due film dai romanzi di Brown: “Il codice da Vinci “ e “Angeli e Demoni”.
Osteggiati dalla chiesa per una visione dei vangeli apocrifi che il clero rifiuta, sono stati in ogni caso due best seller e due film che hanno guadagnato tantissimo denaro e gloria per i protagonisti, regista, scrittore e ovviamente i produttori. Inferno si occupa dei simbolismi contenuti nell’inferno dantesco e diventa come i primi due un thriller pieno di colpi di scena.
Un altro amatissimo regista ha fatto la parte del leone qui a Roma: il pluripremiato Oliver Stone, presente con il suo film “Snowden” che ha diviso l’America. Chi è Edward Snowden? Un eroe? Un traditore? Stone ne traccia un ritratto umano, molto umano, dietro il timido nerd, ingegnere informatico, un genio reclutato dalla Cia per inventare programmi spia per controllare Europa, Cina, Russia e altri paesi allora definiti “canaglia”, si accorge della mostruosità della guerra dove tantissimi civili sono uccisi quasi per gioco o leggerezza. Snowden si ribella a tutto questo e decide di rubare i file incriminati e far conoscere al mondo la verità.
Stone è noto per essere un antimilitarista; fatti e documenti alla mano il regista traccia un ritratto fedele ma soprattutto solidale con un ragazzo con problemi più grandi di lui e la cui la coscienza si ribella, un uomo fragile, malato, innamorato del suo paese e della sua donna.
Un standing ovation ha accolto la proiezione in sala, lo stesso Oliver Stone si è commosso per il tanto affetto e apprezzamento da parte del pubblico, ha salutato, firmato autografi tanti da far slittare l’inizio del film; pazienza: ad un genio della regia si perdona tutto.
Richard Linklater è un regista che non ama Hollywood, le sue dinamiche e nemmeno i suoi soldi, è un regista che fa bellissimi film spesso con low budget e molto amati da pubblico e critica.
Adora la sua città, Austin, in Texas, e lì ha girato i primi film; ha studiato, voleva diventare uno scrittore, ha una cultura che va da Dostoevskij a Thomas Mann, adora Scorsese, Bertolucci, Fellini, detesta apparire. Il film si chiama : “Richard Linklater, dream is destiny”. Come sappiamo tanto di lui? Louis Black non si definisce un regista, infatti è un redattore, eppure è lui che ci racconta in un bellissimo “biopic” il suo grande amico Richard Linklater con cui ha iniziato a lavorare e che segue tuttora.
Insieme a Johnathan Demme, grande regista e produttore, stanno progettando insieme alla “Wanted” una sala cinematografica a Milano per un cinema più impegnato culturalmente e socialmente.
Roma è decollata già da un pezzo, i problemi sono sempre in agguato ma finora tutto è andato liscio.
Il cinema è magia.