Tommaso Traetta – STABAT MATER di Napoli
La sequenza medievale Stabat Mater dolorosa, il cui testo adespoto è tradizionalmente attribuito a Jacopone da Todi, ebbe una notevole fortuna durante la Controriforma cattolica […] ed entrò presto nei repertori orali delle confraternite laicali soprattutto nell’Italia meridionale, costituendo un forte momento emozionale alla vigilia della Settimana Santa. Tuttavia questo capolavoro […] fa parte di una tradizione compositiva che ha caratterizzato la trasmissione di uno stile musicale sacro peculiare della cosiddetta “scuola napoletana”. Gli strumenti di ricerca oggi a disposizione dei musicologi consentono di osservare una diffusione dello Stabat di Traetta molto più ampia di quel che si pensasse qualche decennio fa [ed] una presenza così diffusa non può che testimoniare la fortuna di questa composizione, che oggi possiamo dichiarare ben meritata. [In essa] due delle voci operano da soliste (soprano e contralto) alternandosi con le parti per coro pieno a quattro voci: questo elemento rende lo Stabat di Traetta l’ideale punto di convergenza delle due tradizioni napoletane […] quella a più voci che parte dal Seicento e quella a due voci di soprano e contralto consacrata dai capolavori di Scarlatti e Pergolesi.
English Version
The medieval sequel Stabat Mater dolorosa, whose unsigned text is traditionally attributed to Jacopone da Todi, had a remarkable fortune during the Catholic Counterreformation […] and soon entered the oral repertoires of the secular confraternities, especially in Southern Italy, constituting a strong emotional moment on the eve of Holy Week. However, this masterpiece […] is part of a compositional tradition that has characterized the transmission of a sacred musical style typical of the so-called “Neapolitan school.” The research tools available to musicologists today make it possible to observe a wider dissemination of the Stabat by Traetta than a decade ago [and] such a widespread presence can only testify to the fortune of this composition, which we can now declare well-deserved. [In it] two of the voices are soloists (soprano and alto) alternating with four-voice chorus sections: this element makes the Stabat by Traetta the ideal point of convergence of the two Neapolitan traditions […] that with multiple voices, which dates back to the seventeenth century, and that with two voices, soprano and alto, consecrated by Scarlatti’s and Pergolesi’s masterpieces.