Il Traetta Opera Festival nasce nel 2005, sotto l’egida di Regione Puglia e Comune di Bitonto, con l’intento di intraprendere un percorso di riscoperta e valorizzazione del musicista bitontino Tommaso Traetta, considerato da buona parte dei critici il vero riformatore del melodramma moderno.
Nel tempo questa Associazione si è estesa internazionalmente con collaborazioni in tutto il Mondo. Fra queste l’accordo internazionale con la Casa Editrice americana, “idea Graphics” con la quale ha prodotto i seguenti libri, non solo di Tommaso Traetta ma anche di altri autori pugliesi.
Niccolò van Westerhout – DOÑA FLOR
Doña Flor è un’opera in un atto di Niccolò van Westerhout su libretto di Arturo Colautti.
Composta per il Teatro di Mola di Bari, già dedicato a Niccolò van Westerhout, Doña Flor vide la sua prima rappresentazione il 18 aprile 1896. L’atto unico fu ideato tenendo conto delle dimensioni del teatro, insufficienti ad accogliere grandi complessi vocali e strumentali e, tanto meno, a permettere molteplici cambi scenografici. La scena è unica, i cantanti e gli organici di coro ed orchestra sono ridotti all’essenziale: tre protagonisti, un coro di gondolieri interno e quarantatré elementi d’orchestra, per espressa volontà dell’Autore.
Doña Flor è sicuramente una tra le opere italiane più belle e singolari della fine dell’Ottocento: un atto unico che può ben figurare accanto ad altri la cui sorte è stata meno caduca e i cui artefici più fortunati.
Tommaso Traetta – IL CAVALIERE ERRANTE
Il Cavaliere Errante, dramma eroicomico (1778) su libretto di Giovanni Bertati, appartiene all’ultimo periodo creativo di Tommaso Traetta. Egli fu un maestro anche nell’opera buffa in cui ha sviluppato il lato amabile del suo talento sino all’originalità ed ha acquisito leggerezza nell’espressione musicale. L’opera è in sostanza una favola: un principe spagnolo fa rapire la dama della quale è innamorato, la confina in un’isola incantata e lì, con i sortilegi di un mago, tenta di convincerla a sposarlo. La dama è però innamorata del Cavaliere Errante che, grazie all’aiuto di una maga buona ed insieme al fedele servo, riesce ad annullare i sortilegi, a liberare l’amata e a sposarla. La partitura è ricca di parodie, di recitativi ed arie virtuosistiche per tutti i personaggi e presenta alcuni tòpoi utilizzati dai suoi successori, da Mozart a Rossini.
Tommaso Traetta – MESSA IN DO
Nella biografia di Traetta è sempre stato messo in rilievo il contributo alla storia dell’opera europea con oltre quaranta titoli sia seri che comici. È stata invece meno considerata la produzione ugualmente significativa in campo sacro.
Di “pienezza” e “vivacità” di immagini musicali è infatti piena la Messa in Do, che presenta nella sua struttura generale la tipica alternanza tra interventi corali e dei solisti.
La proposta esecutiva di questa edizione offre la trascrizione filologica di tutte le parti vocali e riassume l’orchestra per solo accompagnamento di tastiera: una soluzione che permetterà a questa composizione di poter essere eseguita da tutte le compagini corali anche quando non sia disponibile una vera orchestra
Una composizione di grande fascino che contribuisce a conoscere più in profondità il repertorio musicale religioso di uno dei maggiori compositori europei del pieno Settecento.
Niccolò van Westerhout – LIRICHE
Ingiustamente negletta era rimasta finora la produzione di musica vocale da camera che pure contrassegnò tutta la carriera di Niccolò van Westerhout. Le 30 liriche che qui si pubblicano per la prima volta in edizione moderna testimoniano della continuità compositiva in questo genere per quasi quindici anni. Le più antiche risalgono all’anno 1879 (due versioni di “Canto melanconico” sui versi rispettivamente di due poeti scapigliati, Emilio Praga e Ugo Tarchetti), quando “Niccolino” aveva 22 anni e cominciava a farsi conoscere nell’ambiente napoletano anche grazie al favore di stimati intellettuali che lo avevano scoperto. La gran parte risalgono invece all’ultimo decennio di vita, in particolare gli anni 1888-1890.
A conclusione dell’antologia di romanze da camera è stata opportunamente inserita una “Salve Regina” davvero particolare: si tratta di una pagina esplicitamente tratta dall’opera Doña Flor. Le caratteristiche di scrittura delle romanze da camera di van Westerhout sono il trattamento sillabico e per moto congiunto della melodia, l’accompagnamento strumentale delicato ed esitante, ed un’atmosfera generale introversa e pervasa di dolce malinconia.
Pasquale La Rotella – STABAT MATER
Nella parabola compositiva di Pasquale La Rotella (Bitonto, 5 marzo 1880 – Bari, 20 marzo 1963) la musica sacra rappresenta un capitolo importante e significativo almeno quanto quello che lo vide operista, direttore d’orchestra, didatta e primo direttore del Liceo Musicale “Piccinni” di Bari. La maggior parte della sua produzione sacra risale agli anni in cui fu magistro et rectore della “Schola Cantorum” della Regia Basilica Palatina di San Nicola. Bisognerà scavalcare cronologicamente due guerre e quaranta lunghi anni di brillante e multiforme carriera di musicista a tutto tondo per trovare ancora nuove pagine di musica sacra. L’occasione per mettere in musica il celebre testo di Jacopone Da Todi gli venne dalle celebrazioni per i 230 anni dalla nascita di Tommaso Traetta. In stretta correlazione con l’opera del celebre conterraneo, La Rotella decise di confrontarsi con la trattazione di uno dei più elevati soggetti dell’arte sacra occidentale, componendo, alla veneranda età di settantasette anni, il “suo” Stabat.
Tommaso Traetta – STABAT MATER di Napoli
La sequenza medievale Stabat Mater dolorosa, il cui testo adespoto è tradizionalmente attribuito a Jacopone da Todi, ebbe una notevole fortuna durante la Controriforma cattolica […] ed entrò presto nei repertori orali delle confraternite laicali soprattutto nell’Italia meridionale, costituendo un forte momento emozionale alla vigilia della Settimana Santa. Tuttavia questo capolavoro […] fa parte di una tradizione compositiva che ha caratterizzato la trasmissione di uno stile musicale sacro peculiare della cosiddetta “scuola napoletana”. Gli strumenti di ricerca oggi a disposizione dei musicologi consentono di osservare una diffusione dello Stabat di Traetta molto più ampia di quel che si pensasse qualche decennio fa [ed] una presenza così diffusa non può che testimoniare la fortuna di questa composizione, che oggi possiamo dichiarare ben meritata. [In essa] due delle voci operano da soliste (soprano e contralto) alternandosi con le parti per coro pieno a quattro voci: questo elemento rende lo Stabat di Traetta l’ideale punto di convergenza delle due tradizioni napoletane […] quella a più voci che parte dal Seicento e quella a due voci di soprano e contralto consacrata dai capolavori di Scarlatti e Pergolesi.
Michele Cantatore – TERZA MESSA
Michele Cantatore è senz’altro una delle personalità più rilevanti che la cultura ruvese abbia mai espresso. Un caso bellissimo di vittoria della cultura sulla povertà, della luce sul buio, della spiritualità sulla durezza degli eventi. Un esempio raro di come l’arte e la bellezza possano diventare veicoli per un riscatto sociale, per una emancipazione dalla tristezza e dalla inerzia del destino. Il legame con la sua realtà locale è fondamentale. La creazione di una autentica tradizione legata alla comunità cristiana di appartenenza fa’ sì che la musica composta non sia un’espressione soggettiva dell’autore ma diventi un patrimonio comune di fede e arte. I 50 anni di servizio musicale svolto da Cantatore serve a noi tutti di esempio e di incoraggiamento nel vivere con consapevolezza ed entusiasmo, con rigore ed umiltà il lavoro musicale nella Chiesa, senza protagonismi inutili, senza ambizioni fuorvianti, mossi solo dalla fede e dall’amore per la bellezza avendo come fine supremo la lode di Dio. Michele Cantatore ha concluso il suo lunghissimo concerto nel 2005 lasciando ai concittadini ruvesi un debito importante; questo volume è un primo piccolo modo per ringraziarlo.
NICCOLÒ VAN WESTERHOUT – Liriche per voce e pianoforte
Il carattere dimesso e riservato, non impedì certo al compositore Niccolò van Westerhout (Mola di Bari 1857- Napoli 1898) di farsi ben volere a Napoli. Il suo salotto divenne presto assai frequentato ed a lui si legarono importanti personalità artistiche come i poeti Arturo Colautti e Gabriele D’Annunzio.
Attento alle novità sinfoniche d’oltralpe, fu tra i primi a far conoscere nell’ambiente partenopeo i drammi musicali di Richard Wagner, a farne apprezzare l’immanente trascendenza dei soggetti e quell’ardito cromatismo di cui farà tesoro nella sua stessa produzione. Questa apertura culturale è quanto mai riscontrabile nei testi che Van Westerhout sceglie di musicare nelle proprie liriche da camera; dalla scapigliatura milanese di Tarchetti e Praga, alle strofe post risorgimentali di Cavallotti, dai versi di un insigne napoletano come Rocco Pagliara, alla scelta di ben tre penne femminili tra cui Evelina Cattermole ed Annie Vivanti, apprezzate letterate dall’eccentrica individualità. Un cenno particolare merita il poeta Heinrich Heine, il più musicato dal Westerhout che con questi condivide la convinzione dell’ispirazione artistica quale momento di pura realtà personale, affondando le radici in quell’intimismo romantico che, disincantato, volgeva ora al crepuscolo.
Questa nuova edizione raccoglie ben 42 liriche per voce e pianoforte revisionate da Vito Clemente, Maurizio Pellegrini e Silvestro Sabatelli, oltre alla celebre Salve Regina tratta dall’opera in un atto Doña Flor. Ed è proprio in queste pagine che abbiamo la sensazione di conoscere da vicino la sensibilità di Nicolino, i suoi pensieri, la sua solitudine e quell’elegante melanconia che fa di lui una delle più indugiate riscoperte dell’Ottocento italiano, all’ombra dei cui fasti attende ancora oggi il suo grande e meritato plauso.