Il mio primo incontro con la Signora Battistini è stato tra spettatore e cantante, al Teatro Bonci di Cesena qualche anno fa mentre l’ouverture dispiega la sua dolce aria appare la soprano: esile, delicata, bellissima.
È un secondo di perplessità e poi da quello che mi era sembrato un dolce, tenero esserino viene fuori una voce ed una grinta che da allora ha decretato tutta la mia ammirazione di melomane per questa grande artista.
La intervisto a Cesena a casa dei suoi genitori, mi accoglie in jeans e t-shirt con un maglioncino celeste come i suoi grandi occhi che sono cangianti.
Raffaella Battistini è nata a Cesena , dopo il conseguimento della Laurea in Economia e Commercio presso l’Università di Bologna ha iniziato lo studio di canto sotto la guida del Soprano Maria Parazzini.
Prima dell’intervista abbiamo modo di chiacchierare informalmente e scopro una donna curiosa, amante della vita, e soprattutto con due grandi doni: la voce e l’umiltà, la semplicità dei grandi.
Iniziamo l’intervista e le chiedo come nasce il suo amore per la lirica:
R) “Quasi per gioco, mi ero laureata, lavoravo in banca e i miei genitori mi chiesero cosa volessi come regalo di laurea: “Voglio studiare canto! ” Risposi.
Suo padre contatta Pavarotti, Raffaella lascia il suo lavoro in banca e dopo due anni il debutto con Boheme a Modena insieme al grande indimenticabile Maestro che ne è regista.
Una favola, una favola moderna che dura tutt’ora coronata da grandi successi mondiali.
D) “Com’era Pavarotti? Severo?”
R) “ Era gentile e severo allo stesso tempo, ricordo una volta che sono andata da lui per dirgli che mi avevano proposto l’opera Il Trovatore, con lui c’era il maestro Magiera, dovevo fare tre recite a Bologna, proviamo tutta l’opera e Pavarotti poi mi dice :- “tu di recite ne fai solo una e per cinque anni non ci pensi più … “-
Ero delusa, amareggiata ma Pavarotti mi disse che avrei capito, con il tempo, no, non ero pronta, vocalmente lo ero, ma Trovatore è un’opera complessa non è Boheme … Pavarotti non ha mai lavorato molto sulla mia tecnica, tranne la prima ottava e i vocalizzi, mi diceva che avevo questi acuti “naturali” ma si raccomandava di “recitare” – diceva- “l’opera si deve cantare e far sì che il pubblico capisca le parole!”
Oggi Raffaella Battistini ha potenzialità ed un vocalità dalle caratteristiche assai interessanti che le permettono di spaziare da Verdi, Puccini, Leoncavallo, Boito e Cilea con grande facilità.
La sua carriera è solo in ascesa, dà voce a Liù (Turandot),Nedda (Pagliacci), Tosca, Leonora (Trovatore), Eleonora (Forza del Destino), Aida, Traviata, Maria di Rohan, Butterfly, Manon, Amelia (Ballo in Maschera), Maddalena (Mefistofele), Margherita (A. Chenier), Abigaille (Nabucco), Elvira (Ernani) e Santuzza (Cavalleria).
Continuiamo con l’intervista che diventa tutto sommato un’amabile chiacchierata.
D) “ C’è una cantante che lei ama molto?”
R) “Si, Renata Tebaldi in alcune opere, Maria Callas in altre, le studio, per me Tosca è la Callas, lei la recita, la vive, in altre opere la “voce d’angelo” così l’aveva soprannominata il Maestro Toscanini, è la Tebaldi, loro due per me sono uno sprone.”
Raffaella Battistini canta in grandi Teatri ma anche, senza minimamente snobbarli, in teatri di provincia dove il pubblico melomane ama appassionatamente la lirica.
Canta al Bellini di Catania, Rossini di Pesaro, Comunale di Bologna, Abbazia Calamari (Frosinone), Pala Fiera di Forlì, Carisport di Cesena, Regio di Torino, Ivrea, Verdi di Pisa, Verdi di Busseto, Teatro Municipale di Bucarest, Teatro Municipale di Constanza, Opera House del Cairo, Salisburgo Festival, Stoccolma Festival Carnegie Hall New York.
D) “Pensa che lo stato italiano faccia abbastanza per la cultura?”
R) “Oh che disastro, la nostra eccellenza, il nostro patrimonio lasciato al’incuria, tanti teatri stabili che chiudono, un popolo senza cultura è un popolo morto.”
La gente invece ha fame di cultura, spero davvero che questo governo o i governi futuri facciano di più per tutta la cultura di cui l’Italia è rappresentante di un patrimonio inestimabile.”
Parole dettate dal cuore, la Signora Battistini sa di cosa parla lei che ha lavorato sotto la direzione di grandi Maestri come: Leone Magiera, Claudio Micheli, Ivan Filev, Christian Sandu, Paolo Olmi, Hirofumi Yoshida, Massimo De Bernard, Roberto Polastri, Giampaolo Mazzoli, Maurizio Arena, Bruno Bartoletti, Laurence Gilgore … e registi quali: Massimo Pezzuti, Paolo Bosisio, Maurizio di Mattia, Habdalla Saad, Massimiliano Scaglione, Haracio Ballint, Maestrini, Beppe de Tommasi… Nel 2006 è vincitrice assoluta di due concorsi internazionali “Porana Lirica” e “Tita Ruffo”.
D) “ Lei ha cantato in tanti paesi all’estero c’è un pubblico particolarmente caloroso?”
R) “Devo dire che all’estero sono particolarmente calorosi, a Bucarest ho avuto la fila per gli autografi per almeno tre ore, lo stesso in Corea dove ho interpretato Aida e Butterfly, ore a firmare autografi … e come dimenticare in Egitto dove seimila persone tra le piramidi ascoltavano Aida, indimenticabile!”
D) “Come si prepara prima di andare in scena?”
R) (ride, NdR) “Ci sono esercizi preparatori che si fanno giorni prima, diversi per ogni opera, ma io sono scaramantica, prendo tutti i santini e le coroncine che ho e mi rilasso e soprattutto mi concentro su quello che devo fare, entro nel personaggio e il personaggio e la musica mi guidano, poi tutto il resto sparisce e io sono Tosca sono Traviata sono Aida … “
D) “ C’è un aneddoto, una curiosità che ha voglia di raccontare ai nostri lettori?”
R) “Si, mio padre conosceva Pavarotti e un giorno era con lui a Pesaro gli ha detto- : “Maestro c’è una ragazza che conosco che ha una voce interessante gliela potrei far sentire?” La risposta fu – “Uno di questi giorni portala”, appena giunto a casa, mio padre ricevette una telefonata,- “Giovanni (nome del padre, Ndr) c’è qui il maestro Magiera domani portami la ragazza che il maestro la vuole sentire”-, l’indomani il mio padre mi porta a Pesaro da Pavarotti e dal maestro Magieri senza dirgli però che ero sua figlia!”
Erano sei mesi che studiavo … ho cantato e alla fine ho visto il maestro che si teneva la testa fra le mani … ho pensato di aver sbagliato, invece Pavarotti mi dice : -“Sono in molti a cantare ma tu … dici! Tu trasmetti, questo è un dono che io non posso insegnarti ce l’hai o meno, per la voce possiamo amplificarla ma tu hai la capacità di catturare il pubblico” -.
Ah lungimirante Maestro!
Intensa infatti è l’attività concertistica nei vari teatri del mondo affiancata da grandi cantanti quali: Luciano Pavarotti, Andrea Boccelli, Nicola Martinucci, Lando Bartolini, Franco Cecchele, Pietro Ballo, Kristian Johansson, Giuseppe Giacomini, Michele Pertusi, Carlo Colombara, Alberto Gazale, Leo Nucci, Ruggiero Raimondi.
D) “ Tra gli attuali tenori c’è un tenore con cui canterebbe volentieri?”
R) “Quelli attualmente in carriera sono tutti bravissimi, ho lavorato quasi con tutti, si, con Jonas Kaufmann, con lui non ho mai lavorato, sarebbe un Mario perfetto nella Tosca, così sanguigno e passionale!”
D) “ Tra le donne della lirica quale sente a lei più vicina? Come carattere intendo.”
R) “Tosca per eccellenza, ma anche Aida le sento molto vicine alla mia personalità”
D) “Lei è estremamente fotogenica è mai stata contattata da qualche regista per una trasposizione televisiva o cinematografica di un’opera?”
R) “Si sono stata contattata per una pubblicità dalla Rolex poi ci sono stati problemi con la mia agente e non se n’è fatto più nulla.”
D) “ La lirica ha dato e dà tanto lustro all’Italia eppure in Tv ha uno spazio striminzito, forse perché non rende, come a teatro?”
R) “No, no, la gente ascolta la lirica in tv ma è una piccola nicchia, c’è un programma che si chiama “Prima della prima” ma la danno all’una di notte … la gente non è acculturata sull’opera, al teatro Bonci noi abbiamo coinvolto le scuole (nella Tosca in chiesa ci sono chierichetti e bambini NdR) perché loro sono il futuro.
Dobbiamo insegnare loro le bellezze dell’opera altrimenti è un’arte che muore, magari non del tutto ma diventa una nicchia di melomani, invece la lirica è di tutti, è la nostra storia, non mi piacciono i piccoli cantanti in tv, trovo sia molto meglio un’opera alla settimana, spiegando il testo, insomma insegnare l’opera al pubblico.”
Finita l’intervista rituale a microfono spento abbiamo continuato a parlare, che meraviglia, avevo quasi paura di dare fastidio ma tutto veniva così spontaneo e di getto, fino a che mi accorgo di una locandina … la Signora Battistini ha cantato anche a Bitonto, nel meraviglioso chiostro del Sacro Cuore un convento sito appunto in questa città, perdonate la citazione personale ma io ci sono nata e credetemi mi ha reso estremamente orgogliosa e felice.
Spero con tutto il cuore che la Signora tra NY e Mosca trovi il tempo di passare ancora per la bellissima Puglia e non solo.
Una grande donna, una grande cantante, che mi ha lasciato molto umanamente e poi fra tutte le altre cose il suo modo di inchinarsi al pubblico è affascinante, è un ideale darsi, un ideale dire ho cantato per ognuno di voi, siete tutti nel mio cuore, nel mio lo è di certo.