Nato a Siegen nel 1577 e morto ad Anversa nel 1640, Pietro Paolo Rubens, da sempre annoverato nella schiera dei ‘pittori fiamminghi’, ha avuto, nel suo percorso umano e artistico, un significativo e prolungato rapporto con l’Italia, grazie al suo soggiorno nella penisola, dal 1600 al 1608.
L’evento espositivo milanese, patrocinato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e promosso dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Civita Mostre, sarà aperto al pubblico sino al 26 febbraio 2017.
Girando per i nobili saloni di Palazzo Reale, si scopre quanto forte e profondo sia stato il legame tra Rubens e l’Italia, in particolare la sua vicenda romana e i suoi rapporti con Genova, Mantova, Venezia.
Da qui deriva lo stupore e l’ammirazione di Rubens nei confronti dell’arte antica e della cultura classica, ivi compreso il mito con le sue possenti figure eroiche e i suoi terrificanti esseri mostruosi, senza dimenticare grandi artisti come Michelangelo, Tiziano, Tintoretto e Correggio.
La mostra è suddivisa in 9 sezioni: nella prima, intitolata Rubens e la nascita del Barocco, si ricorda che il 9 giugno 1600 Rubens parte a cavallo per l’Italia, animato dal desiderio di scoprire la cultura classica e rinascimentale, una cultura capace di imprimere nella sua mente creativa nuovi stimoli arditi e complessi.
Nelle sue opere italiane si respira un’inedita grandiosità in movimento, insieme ad una interpretazione anticonformista del classico, tutti elementi destinati a influenzare enormemente artisti del calibro di Bernini, Pietro da Cortona, Salvator Rosa, tra gli altri.
Santi come eroi. Pittura sacra e barocco e Santi come eroi. L’adorazione dei pastori rappresentano, nel percorso espositivo, due sezioni dense di suggestioni, influenze e spunti creativi innovativi, partendo da modelli classici, rivissuti tuttavia con impeto ed enfasi.
Nella sezione La furia del pennello si evidenzia il desiderio di Rubens di ‘sacrificare’ il dettaglio in favore dell’effetto di insieme: conta soprattutto la rapidità di lettura e di esecuzione.
Un improvviso senso di orrore e suggestioni strazianti di dolore, sullo sfondo di una natura inquietante si avvertono nella sezione La forza del mito con Saturno divora i figli. A questi sentimenti si contrappone invece l’esaltazione della grazia femminile e la sensualità del corpo di Susanna e i vecchioni.
Rubens è molto attratto anche dal mito di Romolo ed Erittonio e in particolar modo di Ercole, figura molto amata dall’artista per la sua forza e la sua maestosità, capace di affrontare e vincere con virilità ogni sfida.
Il 28 ottobre 1608 Rubens lascia l’Italia, conservando sempre nel cuore un amore profondo per questo Paese e il desiderio di ritornarvi ancora una volta.