Saturday, December 21, 2024

La pittura di pietra di Gianfaldoni inaugura il XII Festival internazionale del teatro romano di Volterra

Inaugurata con la mostra d’Arte di Gianfranco Gianfaldoni, il 4 luglio 2014 a Volterra, la XII edizione del Festival Internazionale del Teatro Romano, preludio all’apertura prettamente teatrale del 5 luglio con “Pulcinella e l’imperatore”.

IMG_20140704_173029 (FILEminimizer)Il vernissage si è svolto alla presenza di autorità civili e religiose, degli organizzatori del Festival, tra cui il fondatore e direttore artistico Simone Migliorini, e di un folto pubblico assai interessato alle originali opere in esposizione.

IMG_20140704_180925 (FILEminimizer)Volterra è una città dalla misteriosa essenza, antichissima e pregna di storia, con il suo alabastro opalescente dal fascino etrusco e le sue vie e piazze petrose; la sua architettura romana di mattoni e le sue facciate di cattedrale e battistero…ma soprattutto il suo teatro romano, che sta ritornando a nuova vita con le rappresentazioni del Festival di quest’anno, di cui uno dei quadri del Gianfaldoni è simbolo per l’edizione 2014. Gli spettacoli, infatti, dopo 2000 anni d’inattività del teatro di vitruviana memoria, avranno luogo nella parte originale dell’orchestra del complesso monumentale, restituito così al suo scopo primario e alla propria natura.

 Tornando all’inaugurazione della mostra, dopo una breve presentazione di Renato Bacci e di Elena Capone, l’artista stesso ha preso la parola, affascinando i presenti con le spiegazioni riguardanti il proprio lavoro, condite da quell’esperienza e quella passione che solo l’autore può possedere ed esprimere con la semplicità della naturalezza e della sincera passione per il proprio operato.

IMG_20140704_180859 (FILEminimizer)L’arte del Gianfaldoni, che utilizza una tecnica personalissima, triturando pietre di diversa natura e colore e utilizzandone i micro-pezzetti fissandoli con colla vinilica su supporti rigidi, si dimostra particolarmente interessante non solo in quei quadri in cui si rileva una preponderanza di segni, di svariata natura, dai neumi alle note, dalla scrittura arcaica ai moderni nodi simboli dell’informatica, ma anche in quelli ispirati proprio a Volterra, città “di vento e di macigno”, come la definì D’Annunzio, fra intrecci apparentemente astratti e suggestioni coloristiche dettate esclusivamente dai colori naturali delle pietre; unica concessione l’oro zecchino, abilmente utilizzato in foglia su parti dei lavori e riecheggiante gli ori bizantini. Solo i colori naturali delle pietre, quindi, in un sapiente accostamento cromatico e soprattutto in un combaciare esemplare di significato e significante.

IMG_20140704_180957 (FILEminimizer)Successo di pubblico e di critica per il noto artista, che ha fatto della pietra la materia affascinante e originalissima della propria tecnica, in un ammirevole e coerente snodarsi nel tempo e nei temi del proprio percorso estetico e della propria espressione.

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