C’era una volta una bambina nata da un amore segreto tra una bella ragazza e un bel giovanotto che si definiva “uomo d’onore”, però non volle riconoscerla. Le fu dato il cognome della madre. Con il trascorrere del tempo la piccola, che non vedeva mai suo padre, cominciava a chiedere dove fosse. Lo chiedeva alla mamma, ai nonni, agli zii… ma tutti tergiversavano e cambiavano discorso. Noi napoletani diremmo che usavano mille “paraustielle” (scuse improbabili per camuffare la verità). Ma la bimba non demordeva e continuava a chiedere del suo papà. Alla fine conobbe la verità, una verità che la trasformò da un momento all’altro da bambina in adulta, capace di intendere e decidere! Fu così che, simile al bruco che si libera dal bozzolo e mette le ali per volare, decise di non volerne sapere più nulla del genitore. Si concentrò nello studio arricchendosi di sapere per costruirsi un radioso avvenire e conquistarsi il posto che le spettava nella società civile. Ma, proprio quando aveva raggiunto un equilibrio stabile, come un fulmine a ciel sereno le arriva la notizia che il padre, malato terminale, chiedeva come ultimo desiderio di incontrarla. “La voce del sangue” prese il sopravvento. I due si incontrarono…
Da qui inizia la favola che vorrei si avverasse. Quel padre che non aveva voluto riconoscerla le dà il cognome, invoca il perdono per tutto il male commesso, le confessa le più segrete cose del male che aveva provocato tante tragedie, le affida le ricchezze indebitamente accumulate e le chiede di restituire il maltolto ai legittimi proprietari e di rivelare i suoi segreti a chi di dovere. La figlia adempie agli impegni, nulla trattiene per sé tranne il cognome, quel cognome che le spetta di diritto. Abbraccia con tutto il suo amore e perdona il padre morente che, abiurando ogni scelleratezza del suo passato, aveva dato una svolta totale alla sua esistenza riuscendo finalmente a comprendere cosa significasse davvero essere “un uomo d’onore”! Da allora tutto andò meglio in ogni parte del mondo!
Raffaele Pisani