Ho letto che a Terni una dirigente scolastica avrebbe vietato ai bambini una recita sulla natività. Mi permetto di dissentire pienamente da tale decisione così come non condivido le affermazioni di chi sostiene che il Presepe, particolarmente quello preparato nelle scuole, sia motivo di discriminazione tra gli alunni e le famiglie che appartengono ad altra fede religiosa. Personalmente, senza alcuna preparazione teologica e da umile credente nel Dio della pace e della fratellanza universale – in qualsiasi modo lo si voglia chiamare – vedo nella ricorrenza del Natale cristiano un messaggio rivolto all’intera umanità e soprattutto a coloro che vogliono rinascere e diventare uomini di buona volontà. Se fossi preside innanzitutto ricorderei che è l’essere umano che divide o unisce, assolutamente non il Presepe! Poi inviterei gli alunni e i genitori di fede diversa di “arricchire” questo magico momento natalizio non rifiutando il dialogo ma esprimendo, nel modo che riterranno più opportuno, i propri valori religiosi. Così nessuno si sentirà escluso e tale condivisione sicuramente ci farebbe “arricchire” tutti, indistintamente. Ritengo anche banale e superfluo ribadire che nessun “ospite” – chiunque esso sia e da qualsiasi parte dell’universo venga, che ha piacere di vivere in Italia, possa dettare legge! Chi viene da noi ha il sacrosanto dovere di rispettare e di onorare la nostra terra e le nostre tradizioni. Ribadisco, quindi, che coloro che ritengono il Presepe motivo di disgregazione tra i popoli sbagliano, e di grosso! Pertanto dico a queste persone: ritagliatevi un poco di tempo, lasciate nelle vostre case armi e bagagli, portate con voi solo “occhi innocenti e cuore di bambino” e seguitemi, vi “porto” nella mia Napoli e vi faccio scoprire che il Presepe è il più interessante punto di integrazione esistente al mondo! Vogliamo andare a visitare il più celebre Presepe con pastori del Settecento collezionati dal grande napoletano Michele Cuciniello e da lui stesso realizzato nella grande sala del Museo di San Martino? O scegliamo il Presepe borbonico allestito nella Reggia di Caserta e realizzato non solo da artigiani e artisti dell’epoca ma dalla stessa Regina, dalle Principesse e da tutte le dame di corte abilissime nel confezionare gli abiti dei pastori con le pregiate sete della fabbrica di San Leucio, punto d’orgoglio dei Borbone?
O scegliamo i Presepi allestiti nelle varie chiese di Napoli? O preferiamo andare nelle abitazioni dei miei concittadini e vedere come lo hanno realizzato? O decidiamo di intrufolarci – sfidando i principi della fisica, nella ressa dei visitatori che per vero miracolo riescono a muoversi in quella stradina che ne può contenere mille ma ce ne sono diecimila! – direttamente in via San Gregorio Armeno, a Spaccanapoli, regno incontrastato degli straordinari scultori dei pastorelli e degli abilissimi costruttori dei Presepi? Ognuno di voi è libero di scegliere dove andare, vi assicuro che ovunque andiate, vedrete bei Presepi. Sicuramente di valore artistico diverso l’uno dall’altro ma, per quanto riguarda la sua “vera anima” la troverete in tutti, indistintamente. Vedrete meraviglie difficili da descrivere a parole, perlomeno per me che sono solo un vecchio scugnizzo nato circa ottant’anni fa in un vicolo che è stato la mia scuola e la mia casa. Resterete a bocca aperta guardando questo piccolo borgo realizzato con legnetti di scarto, scatole di cartone, pagine di giornali, colla di pesce e di farina, pezzi di sughero. Resterete affascinati dal groviglio di casette mezze diroccate, di stradine sconnesse, ponticelli raffazzonati, laghetti, fiumiciattoli ecc. tutto l’insieme nobilitato dai mucchietti di muschio che riescono a rendere prezioso e suggestivo ogni angolo del Presepe. A mano a mano che ammirerete le figure dei pastori, vi renderete conto che il Presepe è davvero l’amorevole centro di aggregazione di tutti gli abitanti della terra, di qualsiasi ceto, razza, colore e religione siano. Vedrete, oltre i Re Magi che vengono dall’oriente, il pastore di pelle nera con il casco di banane, il cinese vestito da Mandarino e il risciò, il Minareto con il predicatore islamico, il giapponese cintura nera e la giapponesina con il kimono, il pellerossa con l’arco e le frecce, il pastore vestito da monaco francescano, il cacciatore con il fucile, il presidente Obama e la moglie Michelle, Melania e Donald Trump scortati dai marines, Maradona con lo scudetto che ha fatto vincere al Napoli, Sofia Loren, Lucio Dalla, Papa Francesco e tanti altri personaggi e leader protagonisti delle cronache internazionali. Quest’anno il posto d’onore è toccato al maestro Riccardo Muti, vanto e onore di Napoli nel mondo intero! E ancora: le cantine e le osterie che espongono assieme al vino di Solopaca e all’Aglianico, ai cefali, spigole, anguille e capitoni nostrani troverete le miniature del whisky scozzese, della Vodka di Russia e Polonia, le tartine con il caviale del Volga e del Mar Nero, il gelato fritto dei cinesi e il loro famoso tè, il Sake del Giappone, il liquore arabo Alchermes, e tante altre leccornie straniere che convivono pacificamente con le nostre pizze cu ‘a pummarola, ‘a muzzarella ‘e bufala e i taralle ‘nzogna e pepe. Credo che a questo punto il dilemma “Presepe sì, Presepe no” sia risolto e superato.