Wednesday, November 13, 2024

Ferito a morte…

 Di Isabella Rossiello

I ricordi che ci aiutano ad andare avanti o ci rincuorano o ci intristiscono, i ricordi sono comunque preziosi.
Al Teatro Bonci di Cesena c’è stata una serata magica dove una camera da letto diventa una spiaggia assolata, un mare ribelle, una terrazza che rimanda a quella famosissima di Ettore Scola o il più recente Sorrentino.
Tratto dal romanzo di Raffaele La Capria, pubblicato da Bompiani, Premio Strega 1961, Ferito a morte si svolge a Napoli, nell’arco di 11 anni dal ’43 agli anni ’50, buona borghesia e un mondo che dopo la guerra cerca vita e agi, quasi a voler dimenticare gli orrori passati.
Giovani indolenti che parlano di donne, pettegolezzi e scherzi bonari, un luogo culto, oggi si direbbe “In” è il Circolo Nautico Middletown dove ci si incontra per giocare a carte e spettegolare tutti di tutti.

Ferito a morte – ph 3 © Lia Pasqualino)

Al lato della buca dell’orchestra un soppalco con un letto, comodino e telefono e lì cè Massimo il deus ex machina del romanzo, sono suoi i ricordi, i primi amori ma anche il rimbombare della guerra e l’incognita per l’imminente partenza per Roma.
Massimo ha dei flash, ricorda Carla, il suo amico Luca, i pranzi in famiglia, la noia e l’indolenza, i miti della giovinezza, il mare rabbioso o dolce e l’amara disincantata constatazione: “Napoli ti ferisce a morte o ti addormenta o tutte e due le cose insieme”.
Ho già parlato della scenografia che con l’ausilio di pedane semoventi e video rende il teatro un tuffo nella realtà grazie a Gianni Carluccio.

Ferito a morte – ph 4 © Lia Pasqualino)

I vividi coloratissimi abiti anni ’50 sono di Daniela Cernigliano, i video sono di Luca Scarzella, il suono è curato da Hubert Westkemper e la scenografia è di Luna Cenere.
Il romanzo è stato adottato da Emanuele Trevi con la regia di Roberto Andò con Andrea Renzi.
Questi i dovuti credit, aggiungerei la partecipazione e compenetrazione del pubblico che ascolta e guarda lo scorrere del tempo virtuale sulla scena e sicuramente suscita ricordi personali, ah il primo amore, quella vacanza indimenticabile, quell’amico che è andato via magari a nord o all’estero .
Impossibile non avere ricordi, belli o brutti sono il sostegno della nostra esistenza e in questo romanzo e adattamento teatrale sono la vita.

Isabella Rossiello
Isabella Rossiello
Isabella Rossiello ha insegnato italiano ad Amburgo e Berlino. Tornata in Puglia si e` occupata di moda e grafica divenendo Co–titolare di Deus Ex Machina Pubblicità con sede a Bitonto, con il ruolo di Art Director, trasferendosi prima a Bratislava e poi a Cesena, dove tutt’ora vive e lavora come grafico e giornalista,

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