FOTOGRAFO DI SCENA – Luca Bogo
In estate si moltiplicano in tutta Italia spettacoli all’aperto, nelle nostre piazze suggestive e ricche di storia, si rappresentano concerti Rock, Jazz, Blues, pièces teatrali e a Cervia in piazza Garibaldi ecco Tosca, uno dei capolavori di Giacomo Puccini.
Tanta gente, molti stranieri entusiasti, li ascoltavo chiacchierare, felici di assistere a quello che è considerata un’eccellenza italiana mentre sono in vacanza, complice un clima piacevolissimo, ho notato un pubblico elegante e di tutte le età.
Piazza Garibaldi a Cervia, località della riviera romagnola, era gremita e prima dell’evento molti hanno approfittato dei tanti bar, gelaterie e ristoranti per un turismo vivace, buongustaio e di buon livello, un ottimo biglietto da visita che aumenta una qualificazione ambientale ormai consolidata ma che può offrire ancora molto al turista esigente.
Grazie quindi al Comune di Cervia, all’Associazione Torre del Lago e il suo Festival Pucciniano, l’Associazione La Pomme e a quanti hanno reso possibile questo evento come L’Orchestra Città di Ferrara diretta dal Maestro Alberto Veronesi, il Coro San Rocco di Bologna e il Coro Maria Callas di Cesena, il maestro di palcoscenico Pia Zanca, i costumi di Maria Teresa Nanni, le scene di DSl Service e le luci di Giorgio Lorenzetto, aiuto regista Luciana Berretti e il regista Giammaria Romagnoli.
La storia di Tosca è tratta dal dramma di Victorienne Sardou, musicata da Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica.
L’ opera si svolge a Roma dopo l’epopea della rivoluzione francese, Angelotti è un bonapartista fuggito dalla prigione, sua sorella la bella marchesa Attamanti, lascia degli abiti femminili nella cappella di famiglia per facilitare la fuga del fratello.
Lei conta sull’amicizia di Mario Cavaradossi pittore, anch’egli rivoluzionario, che sta dipingendo la Maddalena, il quadro ritrae proprio la bella dama suscitando la gelosia di Tosca, cantante e attrice innamorata di Mario.
La fuga viene scoperta e Scarpia, capo della polizia papalina, che sospetta di Mario va in chiesa e lì il suo fiuto poliziesco scopre una traccia: un ventaglio con lo stemma della famiglia Attamanti, Scarpia insinua il sospetto di una tresca e Tosca, gelosissima si fa travolgere dall’insano tormento.
Angelotti è scappato ma viene raggiunto e ucciso, Mario arrestato e torturato, alla tortura è costretta ad assistere Tosca che sfinita ed impaurita rivela il nascondiglio e quindi la complicità di Mario.
Scarpia ha vinto, ordina una finta esecuzione del pittore e un lasciapassare per i due amanti, tutto questo ha un prezzo: Tosca deve concedersi a lui, Tosca per difendersi dalla violenza sessuale lo uccide e corre dal suo amato a dirgli che ci sarà una fucilazione ma fittizia … purtroppo la fucilazione è vera e Mario muore, Tosca disperata e scoperta si lancia nel vuoto da Castel Sant’Angelo.
La scenografia è efficace per tutti i tre atti, all’inizio una chiesa con una bellissima Madonna, un altare, le quinte, il quadro di una Maddalena ottocentesca e il sapiente gioco di luci catturano il pubblico.
Nel secondo atto la scenografia si trasforma nel salotto del crudele Scarpia che come recita Tosca dopo la sua uccisione: “Davanti a lui tremava tutta Roma” e in effetti nel dramma c’è tutta la sua cattiveria.
Nel terzo atto siamo in una prigione e una terrazza a Castel Sant’Angelo pochi ma scelti mobili e oggetti che ci donano tutto il fascino del teatro.
Tre atti di pura sublime tensione e passione.
Tosca è la romantica soprano Raffaella Battistini, in grande forma e come sempre carismatica presenza scenica, non meno incisivo e con una gran voce il tenore di origini pugliesi Gianni Leccese, perfetto per il ruolo di Mario, appassionato rivoluzionario, dedito alla causa e presenza scenica forte, assolutamente in linea con il suo personaggio di ribelle.
Scarpia nonostante sia il “cattivo” dell’opera pucciniana, odioso, prepotente, maligno, è stato un superbo baritono e come tutti ha ricevuto applausi convinti e sinceri ed è stato interpretato magistralmente da Carmine Monaco.
Una serata culturalmente valida e graditissima ad un vasto pubblico che ha seguito tutta l’opera a volte canticchiandone le arie, questo a smentire che la riviera romagnola sia solo discoteche e bagni curatissimi.
L’impegno profuso e il successo riscosso devono farci riflettere sulla voglia di cultura che tutti abbiamo e che i network spesso ignorano, chissà, repetita iuvant.