Friday, November 22, 2024

“Con tanta passione”: Daniela Fiorentino in un’intervista esclusiva con L’Idea Magazine

passione_1L’IDEA: Daniela, hai proprio fatto di tutto: teatro, televisione, radio, cinema, regia e tanti, tanti spettacoli musicali. Vorresti parlarci un po’ della tua partecipazione al film “Passione” di John Turturro?
Daniela: È stata un’esperienza entusiasmante.  John è un grande artista, dotato di grande professionalità, umanità e profondo rispetto per il lavoro di chi collabora con lui. La scena che ho interpretato è ambientata alla piscina Mirabilis, un antico acquedotto romano nella zona Flegrea di Napoli. È stata una intensa emozione girare in un luogo mitico, diventato ancora più magico grazie a John che ha assegnato a me e alle mie due colleghe il compito di trasformarci in eteree ancelle ed interpretare la prima canzone napoletana mai esistita: “Il canto delle lavandaie del Vomero” del 1250.
Ricordo un aneddoto divertente legato al set della mia scena. All’improvviso, durante le riprese si è rotto il generatore di corrente. Chiunque si sarebbe fatto prendere dal panico e invece il grande John non si è perso d’animo e, mentre si risolveva il problema, ha cominciato ad allietare tutti noi, cantando “Just a gigolo”!

cast Passione a Venezia
John Turturro e il cast di “Passione” alla 67a mostra del cinema di Venezia

 

Altra sensazione molto bella che ricordo, è stata a Venezia, in occasione della 67a mostra del cinema dove era stato presentato fuori concorso “Passione”. Per tutto il tempo John ha incoraggiato e valorizzato tutto il cast, con affetto e grande cura dei dettagli. E così è sempre stato tutte le altre volte che ci siamo incontrati. A proposito, qualche anno prima di “Passione”, avevo già incontrato John, a teatro, dopo un suo spettacolo. Quando ci siamo rivisti sul set, lui si è ricordato incredibilmente di quel momento di cinque anni prima, rievocandolo nei particolari. È stato sorprendente scoprire come una star del cinema internazionale possa avere una tale attenzione e sensibilità verso il suo pubblico.

Daniela Fiorentino sul set del film "Passione"
Daniela Fiorentino sul set del film “Passione”

piafL’IDEA: Le tue esperienze teatrali sono state così tante che è impossibile elencarle tutte, ma ce n’è una in particolare della quale i nostri lettori devono assolutamente venire a conoscenza, ed è la produzione “Edith Piaf, lo Spettacolo”, che hai portato avanti per quattro anni. Ho avuto il piacere di vedere alcuni stralci dello spettacolo e sono rimasto estasiato dalle tue capacità canore e dal tuo perfetto accento francese, oltre che dalla tua potenza espressiva come attrice. Quali sono state le difficoltà artistiche che hai incontrato?
Daniela: Interpretare Edith Piaf è stato ed è un dono per me, una grande opportunità di toccare  le corde più vibranti dell’animo umano di questa grande artista. Fin da bambina ho adorato le sue canzoni e mi hanno sempre un pò associata a lei per le nostra comune statura. Quando ho deciso di portare Edith a teatro, ho intrapreso, insieme agli autori, uno studio intenso sulla sua vita, leggendo libri e testimonianze in lingua originale, tutto il possibile per tracciare dentro di me il quadro della sua personalità e sentire il senso profondo delle sue scelte. Sono andata a Parigi, ho visto i suoi luoghi, la sua casa, i teatri dove si è esibita insomma ho respirato la sua aria… ed è diventata parte di me, come una persona della mia famiglia con cui tenere sempre un dialogo aperto.

Foto di scena; Edith Piaf Lo Spettacolo
Foto di scena; Edith Piaf Lo Spettacolo
Daniela Fiorentino mentre interpreta Edith Piaf
Daniela Fiorentino mentre interpreta Edith Piaf

A teatro ho interpretato la Piaf attraverso tre età della sua esistenza, dalla giovinezza, all’età della maturità artistica fino a quella del decadimento fisico, purtroppo prematuro. Ho sofferto, lottato, gioito con Edith nel mio cuore. La difficoltà maggiore è stata quella di condensare sulla scena un vissuto emozionale così denso ed estremo. La mia ricerca su Piaf non si esaurisce mai (mi sono anche laureata in lingue straniere con una tesi a lei dedicata), si nutre di nuovi spunti e stimoli, di nuove idee di messa in scena della sua umanità e del suo canto d’amore variegato e caleidoscopico.

LOCANDINA-TOTOL’IDEA: Lo spettacolo “Il Principe della Canzone” è stato realizzato da te sia come cantante sia come scrittrice. Potresti parlarci un poco di questa produzione, che è durata già sette anni?
Daniela: È una idea nata per omaggiare il grande Totò nel quarantennale della sua scomparsa. Nel mio recital ho voluto tratteggiare alcuni aneddoti relativi al suo rapporto con Napoli, con le donne, con la sua arte, con la guerra. È emerso un quadro interessante e divertente di una personalità artistica così inconfondibile. Attore, poeta e anche autore di canzoni famosissime come “Malafemmena”, Totò è davvero poliedrico, e dietro la sua proverbiale comicità riserva nei suoi versi considerazioni amare e toccanti. È per questo che ho voluto portare in scena, oltre ai racconti sulla sua vita e alle canzoni, le sue poesie, interpretate dal mio amico e collega Patrizio Rispo. A fare da fil rouge nella storia, canzoni napoletane tradizionali e moderne riarrangiate con un nuovo stile, assieme ai musicisti che sono con me in scena. “Il Principe della Canzone” è uno spettacolo snello ed energico, coinvolgente e toccante, che amo sempre portare in giro.

Foto di scena: C'era Una Vola... Scugnizzi
Foto di scena: C’era Una Vola… Scugnizzi

L’IDEA: Hai anche recitato in molti programmi televisivi. Hai trovato molta differenza tra l’esperienza televisiva e quella teatrale?
Daniela: In TV ho avuto modo di partecipare ad alcune fiction e cortometraggi. A teatro c’è emozione pura e non riproducibile, tutta condensata negli attimi della scena. In TV, tutto sembrerebbe più asettico, sia perché manca il contatto diretto col pubblico e sia per la necessità di dover ripetere più volte la scena per tutti i piani di ripresa. Certo, la TV così come il cinema è immortale, un documento, in qualche modo. Il teatro invece è etereo, fatto di emozioni, è come sabbia, impalpabile. Nel tempo svanisce, ma l’emozione che ti avrà dato è immensa e indimenticabile.

Foto di scean: Interno Familiare; regia di Paolo Coletta. Foto di Marco Ghidelli
Foto di scean: Interno Familiare; regia di Paolo Coletta. Foto di Marco Ghidelli

L’IDEA: Hai vinto numerosi premi, sia come attrice sia come cantante. Qual è il premio al quale tieni di più, per ogni attività, e perché?
Daniela: Alcuni dei miei premi sono stati condivisi, penso al premio Eti -Olimpici del teatro per il musical di successo “C’era una volta…Scugnizzi”. Ricordo con affetto particolare il premio Lauretta Masiero, per la mia interpretazione di Edith Piaf e il premio “Naples in the world”, che è esattamente modellato sul mio bisogno artistico: portare la mia identità italiana e napoletana nel mondo.

L’IDEA: Qual è stato il regista teatrale con cui hai lavorato che ha lasciato l’impronta più profonda nella tua vita?
Daniela: Paolo Coletta, regista e compositore di musiche per il teatro. Un genio contemporaneo. Le sue regie hanno sempre una nota di follia e di imprevedibilità che mi diverte tanto, per non parlare delle musiche, piccoli capolavori che calzano perfettamente il testo drammaturgico. I nostri incontri artistici mi arricchiscono sempre di nuove suggestioni, di nuovi spunti teatrali e musicali. Lavoro con lui da qualche anno ed elaboriamo insieme sempre nuovi progetti artistici, oltre a condividere una bella amicizia.

IMG_7279L’IDEA: Io ti definirei come una cantante “crossover” con formidabili qualità vocali, ma è chiaramente difficile appiccicarti un’etichetta. Come ti definiresti? Qual è il tipo di canzoni con le quali ti senti a più agio?
Daniela: Sono una “cantattrice” eclettica, versatile. Amo raccontare storie, creare valore con la mia arte, parlare al cuore di tutti, connettendomi alla nostra comune umanità. Cerco di sforzarmi per cambiare positivamente il mondo, ispirare le persone. Le note, la scena sono il contesto ideale per esprimere questa intenzione, col potere sintetico dell’arte. Non posso rinunciare né al canto né alla recitazione. Musica, cinema, teatro sono dimensioni indissolubilmente connesse e amalgamate in me. Per quanto riguarda le mie canzoni, amo rivisitare la musica napoletana, cantare la bossanova, i cantautori italiani, il soul internazionale, i miei inediti, i brani dove posso esprimere e sperimentare il mio essere.

IMG_7126L’IDEA: Come è stata la tua esperienza allo Shaw Theatre di Londra? Il pubblico è come in Italia? Tornerai presto in quella città?
Daniela: È stata molto gratificante. Mi fa sempre molto piacere portare le espressioni culturali della mia terra all’estero, restituire i suoni della nostra lingua, il nostro stile. Il pubblico inglese è molto composto, rispettoso, discreto nell’approcciarsi all’artista anche fuori dal palco. In Italia e a Napoli in particolare, è più rumoroso e festoso. Londra è la capitale del musical e del teatro. Sto riprogrammando una mia nuova tappa in questa città, anche con un altro spettacolo.

L’IDEA: Recentemente hai avuto un interessante tour americano. Puoi parlarci un poco dell’America che hai trovato e di quello che ti aspettavi? Pensi di ritornare presto?
Daniela: L’America, e in particolare New York, è esattamente la mia dimensione. Mi sento perfettamente a mio agio ogni volta che mi capita di andarci. Recentemente ci sono tornata per la terza volta, sempre per delle performances canore nell’ambito di alcuni spettacoli. Mi sono esibita con Lee Curreri, il Bruno Martelli della celebre serie TV “Fame”-Saranno famosi . Trovo che New York sia strettamente collegata con Napoli, forse perché si trovano geograficamente sullo stesso parallelo! New York è una calamita per me. In America si respira libertà assoluta e grande rispetto reciproco; la prova concreta e tangibile dell’abbattimento totale di ogni pregiudizio e della valorizzazione delle differenze e della meritocrazia. Si ha la sensazione che ci siano mille opportunità da cogliere, mille porte da aprire. La vita si espande a New York, in maniera naturale, si guarda continuamente avanti, si è spronati a migliorarsi sempre più. Ogni sforzo, ogni sfida porta necessariamente a un risultato, prima o poi e questo è decisamente incoraggiante se paragonato al sistema italiano. Il mio desiderio è in effetti quello di aprire uno stabile ponte lavorativo con New York e magari trasferirmici.mirko-casadei-beach-band

L’IDEA: Hai cantato con Claudio Baglioni, Iva Zanicchi, Gloria Gaynor e tanti altri grandi nomi della canzone internazionale. Raccontaci un poco di queste tue esperienze…
Daniela: Per qualche anno sono stata la vocalist della band Casadei che gira l’Europa ed il mondo. Abbiamo condiviso i palchi e gli studi televisivi con Gloria Gaynor, Irene Cara, ecc. Le esibizioni con Kid Creole and the Coconuts sono state tra le più divertenti e briose, con Iva Zanicchi ho duettato a Londra, e con il grande Baglioni in occasione di ‘O Scià’, la kermesse musicale da lui organizzata a Lampedusa. Quest’ultima la ricordo con immenso piacere, abbiamo simpaticamente ballato insieme un valzer e cantato “Avrai”, uno dei suoi più grandi successi. Claudio è un maestro, rigoroso e instancabile, un vero esempio.

Daniela Fiorentino con Lee Curreri durante la loro performance a New York
Daniela Fiorentino con Lee Curreri durante la loro performance a New York

L’IDEA: Ti sei anche data all’insegnamento. Teatro o musica? Lo trovi appagante come le tue altre attività?
Daniela: Tra uno spettacolo ed un concerto, insegno canto. Adoro trasmettere tutto quello che ho studiato e che costruisco ogni giorno sul palcoscenico. Forse questo è il senso profondo di questo lavoro, coltivare tante esperienze di valore e passarle a chi alimenta lo stesso fuoco sacro dell’arte. È per questo che voglio sfidarmi tanto, assecondare sempre più la mia creatività , liberarmi da ogni limite e pregiudizio, per restituire la mia autenticità e insegnare gli altri a fare lo stesso.

cantodellelavandaieL’IDEA: A proposito delle tue attività discografiche, quali sono state? Ti identifichi di più con le canzoni napoletane (o in napoletano) oppure ti senti indifferentemente a tuo agio anche cantando in italiano, francese o inglese?
Daniela: Ho registrato varie colonne sonore di spettacoli, compilations, dischi legati a progetti particolari. Amo cantare in tutte le lingue del mondo, napoletano compreso. Sono un’artista italiana, napoletana, cittadina del mondo che lo esplora, attraverso la musica. Mi piace acquisire nuovi suoni, nuovi accenti, penetrare l’identità e la cultura di un popolo attraverso le canzoni. Parlo, canto e recito anche in inglese, francese, spagnolo, tedesco. Mi viene molto naturale approcciarmi ai suoni di una lingua straniera, li assimilo velocemente, con metodo e con grandissima curiosità. Amo la mia lingua ma sono troppo curiosa di dar voce alle mie altre anime.

Tiziano Thomas Dossena
Tiziano Thomas Dossenahttp://tizianodossena.info
Tiziano Thomas Dossena is the Editorial Director of L’Idea Magazine. He is the author of “Caro Fantozzi” (2008), “Dona Flor, An Opera by van Westerhout” (2010), "Sunny Days and Sleepless Nights" (2016), "The World as an Impression: The Landscapes of Emilio Giuseppe Dossena" (2020), "Federico Tosti, Poeta Antiregime" (2021), and "La Danza del Colore" (2023). Dossena is the editor of A Feast of Narrative anthology series and co-editor of Rediscovered Operas Series books on librettos.

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