No, non è un errore di battitura, né un errore tipografico, è semplicemente la crasi di quello che resta di questo Festival, due parole: Sanremo e Celentano.
A nulla servirà il torcicollo della Ivana Mrazova, di cui molti sospettano invece sia stato un attacco di panico.
Nulla resterà delle canzoni: pochissime quelle valide, le altre, come il solito, sono già nel dimenticatoio.
Nulla ancora resterà dei comici Luca e Paolo, se non una trivialità gratuita, in prima serata … da non credere alle proprie orecchie; altri comici, il cui nome, “I Soliti Idioti” …è tutto un programma. Altri due comici si sono difesi, ma senza infamia e senza lode. Uno è Alessandro Siani, bravo al cinema, ma con un monologo abbastanza banale.
Geppi Cucciari invece è stata più incisiva e già qualcuno la propone come conduttrice del prossimo Festival 2013.
Sabrina Ferilli è stata presa dal virus del sermone celentanesco; che noia.
Qualcosa è rimasta di Belen Rodriguez, ma non so se una donna ne dovrebbe andare fiera: un tatuaggio a forma di farfalla, tatuato a bella posta sull’inguine che la show girl elargiva generosamente, muovendo sinuosamente l’abito di Alberta Ferretti. La signora Canalis, altra “ valletta” non pervenuta.
E arriviamo a Celentano, di cui si è parlato prima, durante, dopo. In primis fu il suo cachet…750.000 euro per un contratto che non prevedeva spot che lo interrompessero, né controllo sui testi … prendere o lasciare. La Rai prende, Celentano destina tutto in beneficenza, eppure le polemiche non si placano: non si può fare beneficenza con i nostri soldi. Celentano si difende: “ Sono un artista, uno che lavora, come un falegname, e decido di dare i miei soldi a chi mi pare”.
Celentano è un cantautore che con gli anni si è “raffinato” e le sue canzoni, oggi, hanno qualcosa di struggente, una maturità artistica indiscutibile. Quando parla, il discorso cambia, va a ruota libera e fra parole sagge e di denuncia, in mezzo c’è tanta confusione. Celentano è stato sempre un provocatore, vi ricordate la celebre “Chi non lavora non fa l’amore”? Si era tirato addosso l’ira di chi scioperava a buon diritto; era un democristiano D.O.C., oggi da più parti gli danno del Comunista. Ma quale comunista, suvvia, non scherziamo. Adriano non ha bisogno di etichette, è un fervente cattolico, questo sì, e lo si ama o lo si odia.
Certo, 50 minuti di “predica” sono tanti anche per chi lo ama; ha sfinito tutti, noi in sala stampa, il pubblico dell’Ariston, il pubblico a casa. Dà dell’imbecille al critico Aldo Grasso, dice che i giornali cattolici quali L’avvenire e Famiglia Cristiana dovrebbero chiudere, perché non portano più la parola di Dio ma si occupano troppo di politica; le due cose però non sono inscindibili, molti sono credenti e fortemente politicizzati. Celentano invece si è dimenticato di attaccare un altro giornale: Pontifex, un vero e proprio giornale integralista e cattivo.
Le polemiche infuriano e il direttore della Rai, signora Lei, manda un comunicato e commissaria il programma: arriva il dirigente Marano con pieni poteri di controllo.
In sala stampa l’aria è pesante, pesantissima. Giancarlo Mazzi, il direttore artistico, e Morandi difendono a spada tratta il loro operato; il direttore di Rai 1, Mazza, ne vuole la testa e l’avrà. Infatti, il direttore artistico rassegnerà le dimissioni.
Le canzoni e i fiori intanto sembrano dissolti. Il sindaco di Sanremo dice che ci sono tanti soldi bloccati che non si possono spendere … misteri italiani, molti invece dicono che le serre a Sanremo ormai non esistono più e che i fiori arrivano dall’Olanda o dal Sud.
Tra tutto questo bailamme c’è una serata che resterà nei cuori di tutti, la serata dei duetti tra artisti in gara e artisti stranieri. Memorabile “Anema e Core” cantata da Pierdavide Carona, Lucio Dalla con Mads Langer, Noemi con Sarah Jane Morris, dalla voce calda e potente, con la canzone “To feel in love”, Eugenio Finardi con Noa, intonano “ Surrender” Arisa e Josè Feliciano, commuovono con “Que serà”. Un omaggio alla sua Romagna lo cantano Samuele Bersani e Goran Bregovich, il chitarrista storico dei Queen, Brian May con Irene Fornaciari e Patty Smith con i Marlene Kuntz, fanno dello storico teatro Ariston un posto che più rockettaro non si può … la buona musica è sempre un successo.
Ci sono altri duetti, questa volta tutti italiani, ma di loro non resta traccia, la gara boccia D’Alessio e la Bertè di cui resteranno labbra gigantesche, che ne fanno una maschera carnevalesca. Sempre più bella la cantante Nina Zilli, che però dovrebbe smettere di imitare la defunta, Amy Winehouse e cercare una sua personalità; ne ha tutte le doti e i numeri per riuscirvi.
Anche degli ospiti stranieri non resta traccia; sono arrivati e ripartiti i Cranberries, gruppo giovanile, per arraffare e far affezionare i giovani al Festival di Sanremo.
Quest’anno c’è stata una novità: Sanremo Social, dove Facebook e la rete sono stati decisivi nello scegliere a furor di voto i giovani che poi avrebbero calcato il palco dell’Ariston.
Non è un caso che abbia lasciato per ultimo Rocco Papaleo, la vera sorpresa del Festival, quasi low profile, surreale ma in fondo saggio e concreto, soprattutto quando in un clima velenosissimo, in sala stampa, recita una poesia di Brecht concludendo: siate gentili! Grande Rocco, se l’anno prossimo ci sei sono sicura ci divertiremo con eleganza e “sobrietà”.
I vincitori sono dopo anni, tre giovani donne: la salentina Emma Marrone, la rossa (di capelli) Noemi e Arisa, frutto genuino della bella e misteriosa Basilicata.
Un Morandi tris non ci sarà, anche se il Gianni nazionale almeno all’inizio un pensierino lo aveva fatto, quest’anno, infatti, era molto più preparato dell’anno scorso, alle prove sempre presente e con quel suo grande sorriso e le grandi mani che vorrebbero abbracciare tutti.
Ormai non si può più cantare “Grazie dei Fior” a Sanremo, ma abbiamo un anno affinché tutto cambi o no? Vedrai, vedrai … cantava Tenco, e a Sanremo si lavora già per Sanremo 2013.