Spettacolo di danza per la ripresa del XIII Festival internazionale del teatro romano di Volterra, con un’illustre protagonista: Maria Callas.
È stato affascinante vedere ed ascoltare nel magico ambiente archeologico ciò che resta di lei, l’immagine e la voce; la prima proiettata sui resti della scena romana dell’antico teatro, la seconda, sia parlata che cantata, diffusa dai mezzi tecnici; quest’ultima prestata alle coreografie di Alberto Canestro alle quali hanno dato vita gradevoli danzatori vestiti dai suoi suggestivi costumi.
Confrontarsi con icone come Maria Callas non è impresa da poco e ci ha provato con la propria drammaturgia Laura Agostini, che ha tenuto un filo conduttore simbolico, alla chiarezza del quale forse avrebbe giovato un prologo che esplicasse al pubblico non esperto della biografia callassiana i momenti più criptici.
Ma soprattutto, sempre per quel principio per il quale non é facile accostarsi ad un mostro sacro come quello della protagonista, discutibile si è dimostrata la scelta delle musiche. Infatti se è pur vero che lo spettacolo era dedicato alla Callas e si sono ascoltati brani celeberrimi del suo repertorio, è pur vero anche che certe scelte dal repertorio barocco e dalla voce di altri cantanti poco si legavano al contesto operistico ottocentesco, il più frequentato dalla diva, dal quale si sarebbero potute trarre musiche da ballo di altissimo livello appartenenti alle opere più celebri, soprattutto italiane e francesi, nelle quali la grande cantante eccelse. Come, allo stesso modo, si sarebbe potuto spaziare nel repertorio meno noto cantato dalla Callas, ma non per questo meno valido ed evocativo.
Una serata che ha offerto comunque momenti apprezzabili per il pubblico, che ha mostrato di gradire lo spettacolo sottolineandolo con lunghi applausi.
“Alberto Canestro determina in questa nuova produzione un legame significativo tra danza e drammaturgia scegliendo di lavorare a stretto contatto con Laura Agostini alla realizzazione drammaturgica e registica dello spettacolo. Un viaggio meraviglioso nella parola “silenziosa” del gesto affidata all’interpretazione dei danzatori.
Abbiamo scelto di far rivivere sulla scena l’essenza della donna e l’anima dei personaggi femminili che l’hanno resa famosa, in un gioco di specchi tra vita privata e vita artistica. E sempre attraverso la danza abbiamo voluto ripercorrere momenti lirici del suo intimo dramma personale in antitesi alla bellezza effimera della vita pubblica con i balli in maschera frequentati nell’agio della Dolce Vita. I costumi, tutti disegnati e creati a mano dallo stesso Alberto Canestro, sono stati concepiti come elementi del movimento e della drammaturgia stessa.
Ogni costume è una creazione amata e voluta per vestire l’anima della danza. Siamo entrati delicatamente, in punta di piedi, nella vita di Maria Callas, nella sua biografia, nella sua Arte, il canto, per riconoscere nel suo “sguardo” la sua Essenza di Donna e Artista. Oltre la Voce, incantati dal suo sguardo di Artista, determinata nell’affermarsi attraverso la disciplina, il rigore, la fedeltà allo studio del canto, sguardo che svela tutta la sua brillantezza per il successo ed il potere che deriva dall’esser “Regina”, dall’esser “Divina”.
Ma come la faccia nascosta e oscura della luna, lo sguardo di Maria Callas svela anche la sua ombra, la fragilità, la nostalgia quale sentimento profondo dell’anima che richiama alle proprie origini. Sguardo che rivela lo struggimento che si prova aspettando un ritorno, la mancanza che provoca il dolore di un matrimonio svanito, di un figlio perduto, della transitorietà e della vanità delle cose terrene e della fugacità del tempo. In questo nostro viaggio affascinante alla scoperta di Maria Callas abbiamo incontrato Callas l’Artista, rigorosa musicista e cantante ma, anche e soprattutto, Maria, la Donna nel suo percorso tra vita artistica e vicenda umana. Abbiamo amato questa incredibile personalità teatrale riflessa nella voce e la storia di Maria altrettanto affascinante, una delle grandi tragedie d’amore del nostro tempo. E’ con il linguaggio della danza, del corpo, che desideriamo restituire quel senso di pace, di speranza e di bellezza che ci deriva dal sentire che nessun amore è perso… A te “… uccellino con potente voce d’aquila e aquila tremante” “ (Fonte Festival Teatro Romano Volterra)
Coreografia- Alberto Canestro; Drammaturgia a cura di Laura Agostini; Disegno luci- Chiara Zecchi; Costumi- Alberto Canestro
© Natalia Di Bartolo
PHOTO LEONARDO IMPELLIZZERI & STEFANO FIDANZI