Gentili lettori, è la seconda volta che con mio grande rammarico, mi tocca parlare “male” dell’Italia.
Gli italiani sono esasperati, sono diventati tutti più poveri, il nostro potere d’acquisto è diventato risibile, mentre gli scandali dei nostri politici rasentano il ridicolo.
L’euro sarà forte, ma questo conviene se si va nei paesi area dollaro, in casa nostra invece, l’euro ha un potere simile a zero. Fare la spesa è diventato un “lusso”e credetemi, mi si stringe il cuore nel vedere gli anziani nei supermercati, mai con il carrello, loro acquistano poca roba, giusto il necessario.
L’euro è un’idea bellissima, e l’Europa è un’idea bellissima, ma questa è l’Europa delle banche non dei cittadini.
La nostra economia è in una terribile fase di stagnazione, il denaro non gira, prima si tendeva a risparmiare e non si spendeva, ora non si spende perché arrivare a fine mese è un thriller. Le nostre industrie non sono competitive, spesso piccole e disorganizzate, e non si adeguano con nuove tecnologie, per non parlare di moltissime che si servono all’estero, lasciando a casa migliaia di operai.
Il nostro turismo è frenato da continui scippi, anche “legalizzati”: con questo intendo i prezzi da rapinatori che i gestori avidi producono, facendo scappare i turisti di sempre. I tedeschi sono quasi spariti dalle coste romagnole, degli americani, nessuna traccia, gli inglesi fanno tappa nelle città d’arte e via.
Aprire un’attività in Italia, è allucinante, la burocrazia e il capitale iniziale frenano anche i più volenterosi. A differenza di molti altri stati della Comunità Europea, difatti, per aprire un’attività in Italia non bastano solo le grandi idee, servono anche i soldini e diventa spesso impossibile riuscire a racimolarli, dovendo quindi buttare al vento il proprio desiderio imprenditoriale: circa 2500 euro fisse di INPS, tasse sul fatturato, per non parlare del contratto notarile, l’iscrizione al registro delle imprese, e chiaramente appoggiarsi a un buon commercialista, perchè senza di lui sarebbe impossibile farcela senza sbagliare e incappare in qualche sanzione amministrativa.
In Germania invece, ma anche nella Repubblica Ceca (e in altri stati europei) servono 30 euro per ottenere la licenza e per il primo anno si paga solamente 50 euro al mese per il fondo pensione. La procedura è molto semplice e si può fare in poche ore. Una volta ottenuto il contratto di affitto, bisogna recarsi all’ufficio competente. Con tale contratto, che dimostri il luogo di lavoro, ci si fa apporre un paio di firme nello stesso ufficio, si paga 30 euro ed il gioco è fatto. Una volta ottenuta la licenza di lavoro, bisogna recarsi all’ufficio che eroga le pensioni (la nostra INPS per intenderci) e dichiarare l’inizio di attività e a quel punto verranno consegnati 12 bollettini postali (1 al mese) per poter pagare le imposte pensionistiche che per il primo anno ammontano a 600 euro contro i 2500 in Italia
DITEMI VOI COME SI FA AD ATTRARRE CAPITALI STRANIERI IN UN PAESE COSÌ DISASTRATO?
Sicuramente sarà giunto in America l’eco di un certo Beppe Grillo, e del suo VAFFADAY. Ebbene, dopo i girotondi di Nanni Moretti, regista italiano, che a furia di pacifici girotondi, appunto, cercava di mandare a casa il governo Berlusconi, il governo Berlusconi è andato a casa…ma sorpresa, sorpresa…l’attuale governo non solo è contestato, come è fisiologico, dalla destra, ma anche dalla stessa sinistra, dai sindacati, si rasenta lo sciopero generale, la paralisi insomma.
Il suddetto VAFFADAY è stato un momento liberatorio, e qualcosa ha sortito: dibattiti e talk show hanno fatto a gara a dirci quanto gli italiani siano disinnamorati della politica, non credono più a nessuno, destra e sinistra ormai non hanno più nessun significato, anzi a volte si sovrappongono, si fondono e si confondono. L’Italia cade a pezzi, Napoli in questi giorni è l’emblema dell’Italia: tutta Monnezza!
I giornali stranieri ci attaccano senza remore, a volte esagerano, a volte, lo dico sottovoce, hanno ragione.
È assurdo ovviamente incolpare questo governo di tutti i mali dell’Italia, ma di certo non si può assolvere perché qualche anno fa c’erano ancora loro, lì sulle morbide poltrone di Montecitorio. I mali dell’Italia si sommano, si accumulano, si litiga e nessuno fa nulla, sul costo della benzina ci sono ancora le accise di anni e anni fa. Eccovi una tabella delirante ma vera:
La vergogna delle tasse sulla benzina
Tratto dal sito del Governo italiano
www.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed440/pdfbt31.pdf
È stato calcolato che il 70 per cento del costo di un litro di benzina verde è costituito da accise ed imposte, alcune delle quali risultano davvero sconcertanti e vergognose, come ad esempio:
# 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
# 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
# 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
# 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966;
# 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
# 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
# 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
# 205 lire per la missione in Libano del 1983;
# 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
# 0,020 euro per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004
Il tutto per un totale di 486 lire, vale a dire 0,25 euro!
Il buon senso vorrebbe che al cessare della causa che determina una tassa, cessasse la tassa stessa. In Italia invece non è così. Anzi, su queste accise, che in sostanza sono tasse, viene applicata anche l’Iva, cioè una tassa sulla tassa!!!
Ogni giorno c’è un programma che denuncia gli sprechi italiani, si chiama “STRISCIA LA NOTIZIA”, va in onda quotidianamente su “Canale 5”, e sono tantissime le testimonianze di soldi buttati al vento, soldi nostri gettati in ospedali, carceri, autostrade, ponti iniziati e mai finiti, che il tempo lentamente logora, come i nostri nervi.
Intanto i nostri governanti, si aumentano i già lauti stipendi, scivolano da uno scandalo all’altro, e le morti bianche sul lavoro in Italia sono ormai un’emergenza!
Vi basta, cari lettori? Sì, per oggi non voglio infierire…