Il senso universale della musica crea amicizia fra i popoli; anche per questo motivo ho voluto fare il dovuto omaggio al grande compositore GI– USEPPE VERDI, nel bicentenario della sua nascita, ospitando i migliori allievi di una prestigiosa scuola di musica, la Scuola Musicale di Milano, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, per un concerto lirico a lui dedicato. Al pianoforte il maestro Ghoda Yuka ha accompagnato sia gli allievi sia il soprano Maria Mudryak, giovane stella del Kazakistan, che ha cantato varie arie del suo repertorio.
Giuseppe Verdi, Genio Musicale
Il Maestro nacque nel 1813 a Roncole di Busseto (provincia di Parma), da una modesta famiglia di agricoltori. La sua formazione avvenne frequentando la Biblioteca dei Gesuiti a Busseto, poi il Maestro Provesi gli insegnò composizione musicale. In seguito, l’organista della chiesa, Pietro Baistrocchi, lo indirizzò alla pratica dell’organo. Suo mecenate fu soprattutto Antonio Barezzi, che ebbe grande influenza nella sua vita, diventando più tardi suo suocero. È risaputo che Verdi a Milano tentò inutilmente di essere ammesso al prestigioso Conservatorio locale (che ora porta il suo nome) con la motivazione di “scarse attitudini musicali”!
Nel 1839 riuscì a far rappresentare la sua prima opera alla Scala, “Oberto, conte di San Bonifacio”, ottenendo un discreto successo. Poi la tragedia famigliare (nel giro di due anni morirono la moglie e i due figlioletti) lo gettò in uno profondo sconforto. L’amico Merelli lo convinse a non abbandonare lo sguardo sul famoso brano “Va pensiero”, che lo colpì molto. Decise così di musicare il libretto. L’opera fu un grande successo e replicata ben 64 volte. “Va pensiero” divenne poi l’inno dei milanesi ai tempi dell’occupazione austriaca nell’800.
Ebbe così inizio la sua folgorante carriera: dopo una serie di opere “minori” (ne citiamo alcune: “La battaglia di Legnano”, “I Due Foscari”, “Giovanna d’Arco”, “Attila”), spiccarono le opere “Ernani”, “Macbeth” e “Luisa Miller”, che segnano una svolta nell’evoluzione del suo stile, approfondendo la psicologia dei personaggi con un recitativo più inciso ed un’orchestrazione più raffinata.
Fu però con “RIGOLETTO” che Verdi s’impose come il massimo operista del suo tempo. Fecero seguito altri due capolavori: “IL TROVATORE” e “LA TRAVIATA”, nei quali Verdi scrisse alcune fra le sue pagine più alte e ricche di suggestione. Chi non ha mai palpitato ascoltando il brano “Amami Alfredo”che la giovane Violetta dedica al suo amante?
Dopo questi successi, seguirono altre grandi opere del “cigno di Busseto”, come fu soprannominato: “I Vespri Siciliani”, “Un ballo in maschera”, “La Forza del destino” , “Don Carlos”, tutti veri e propri capolavori.
Ormai affermato, riaffiorò in lui l’amore per la campagna. Si stabilì dunque a Sant’Agata, in provincia di Piacenza, con la nuova compagna, il soprano Giuseppina Strepponi. Alla fattoria il Maestro dedicò gran parte del suo tempo, diventando un esperto nei vari rami dell’agricoltura.
Nel frattempo la nuova opera “AIDA” ottenne un generale plauso, seguito da un lungo silenzio interrotto solo dalla bellissima “MESSA DA REQUIEM”, composta in occasione della morte dell’amico scrittore Alessandro Manzoni.
Dopo qualche anno seguirono due opere straordinarie: “OTELLO” e “FALSTAFF”, su libretti di Arrigo Boito.
Ma Verdi non è stato soltanto un compositore operistico, si cimentò anche nella musica sacra e nelle romanze. Da ricordare il “VALZER PER PIANOFORTE” che è diventato la colonna sonora del noto film IL GATTOPARDO di Luchino Visconti.
Fortemente voluta da Verdi fu la CASA DI RIPOSO PER MUSICISTI, sovvenzionata coi proventi dei suoi diritti d’autore, per dare asilo sicuro agli artisti anziani o in difficoltà.
Morì nel 1901 e si calcola che fossero più di centomila le persone che seguirono il suo feretro. È noto che nei giorni che precedettero la sua morte, le strade adiacenti dove alloggiava a Milano, nell’Hotel de Milan di via Manzoni, furono cosparse di paglia, onde evitare che il rumore delle carrozze disturbassero il suo riposo.
Con lui è scomparso non solo un grande compositore, dotato di eccezionale sensibilità e di un senso critico fuori del comune, ma un uomo dal carattere schietto e integerrimo, e un ardente patriota.
Amato da tutto il mondo, è l’operista, con GIACOMO PUCCINI, più rappresentato al mondo, e di questo non possiamo che esserne fieri.