Venezia è stato il primo festival in assoluto, nasce nel 1936, la sua prima edizione inizia esattamente il 10 agosto. Da Venezia in poi è un pullulare di Festival tutti uguali, alcuni, come il Giffoni, dedicato al cinema per ragazzi, ma per il resto tutti più o meno simili, più o meno glamorous o commerciali, indipendenti o per cinefili accaniti.
Il Festival del Cinema di Spello, è unico nel suo genere, si occupa e premia quelli che sono dietro la macchina da presa e non davanti: fonici, montatori, registi, sceneggiatori, truccatori, scenografi, addetti agli effetti speciali e tanto altro ancora, ho declinato al maschile per comodità linguistica ma è ovvio che tantissime e altrettanto brave sono le donne che lavorano in questo ambito. Il Festival del Cinema di Spello premia i mestieri che ci permettono di emozionarci, di indignarci di sognare e tutto quello che il buon cinema ci offre; l’anno scorso è stato premiato il direttore di fotografia, il vincitore di tre premi Oscar Vittorio Storaro.
L’idea nasce nel 2012 dall’ Associazione Culturale Aurora con la mission di promozione sociale, iscritta all’ARCI , ha come scopo quello di promuovere la cultura in tutte le sue forme , in particolare la diffusione della cultura cinematografica. Anime di questa associazione sono: Donatella Cocchini Presidente dell’Associazione Culturale Aurora e Direttore Artistico , il regista Fabrizio Cattani, insieme ad altri collaboratori che sono fieri di portare vanto alla città di Spello.
Tanto lavoro che inizia appena finisce il festival, una ruota lavorativa che non si ferma e cerca sempre nuove idee, nuovi coadiutori perché migliorarsi è un dovere oltre che una grande passione che li spinge ad occuparsi di questa meravigliosa macchina da sogni e non solo, che è il cinema.
Nel 2015 ci sarà la IV edizione, molto è ancora top secret e work in progress, – “Durante le tre edizioni già effettuate, sono stati sperimentati gli obiettivi, la struttura, il programma, l’organizzazione nel suo complesso -“ mi racconta la Dottoressa Cocchini, -“ che hanno verificato e confermato l’idea di dedicare il festival al riconoscimento e alla valorizzazione dell’artigianalità delle maestranze del cinema”.
Un’idea vincente, che dà grattacapi e soddisfazioni, eppure, porre l’attenzione su queste figure professionali, spesso meno note al grande pubblico e soprattutto ai giovani, potrebbe attraverso la conoscenza delle stesse, coadiuvate da seminari e workshop, portare ad un recupero di alcune figure professionali ed artigianali che stanno scomparendo e soprattutto dare nuova linfa e idee ai giovani in cerca di proposte lavorative.
Dal 2015 il Festival si aprirà all’Europa inserendo in concorso anche film europei e creando collaborazioni, partenariati con associazioni europee ed internazionali, gemellaggi con Festival in giro per questa Europa ancora in rodaggio.
Quali sono le problematiche che un così importante evento comporta, chiedo alla Dottoressa Cocchini.
– “Le criticità incontrate sono state ancora come nell’edizione precedente, le risorse economiche sufficienti per poter sostenere tutti i costi, che sono aumentati, pertanto abbiamo cercato di risolvere anche quest’anno in parte il problema, chiedendo contributi in natura, quindi prodotti tipici da fornire ai ristoranti , consulenze professionali gratuite , ed alcuni professionisti hanno parzialmente contribuito come sponsor per ridurre i costi dei servizi resi.
In questo modo siamo riusciti ad avere minore disavanzo, ma il Festival è in crescita e per dare in futuro risultati in crescendo così come è in crescendo la manifestazione, si necessita di supporti maggiori per non solo mantenere ma aumentare il livello di qualità già alto del Festival”.
È passione allo stato puro quello che spinge la Dottoressa Cocchini e i soci fondatori, Roberto Moretti, Distefano Maria Teresa, Agnese Cerquaglia e Silvia Angelucci a far in modo che Spello abbia il suo meraviglioso, geniale ed utile festival, a dispetto di tanti pomposi e (quasi inutili) festival, dove si vedono film che purtroppo per il caos della distribuzione, le lungaggini del doppiaggio, siano solo giornalisti e ospiti paganti ad avere la fortuna di vedere film belli e brutti.
Spello dunque deve continuare a produrre il suo personalissimo Festival e chissà che le autorità preposte non diano una mano concreta a chi si è prefissato un evento “educativo” anche se ormai la cultura in Italia, il paese della cultura, è ormai allo sfascio, speriamo in un nuovo Rinascimento italiano, in un paese che non si merita un destino così infelice.