C’erano una volta nell’Hotel delle star, l’Excelsior, delle comodissime poltrone e delle prese di corrente, per cui se non volevi andare nella saletta dove una fila di giornalisti aspettava di poter inviare l’articolo, te lo scrivevi, anche tra il via vai nella magnifica hall dell’Excelsior!
Oggi la maggior parte dei giornalisti ha un pc con connessione propria, con l’accredito poi, arriva anche la password per un free wifi.
Oggi le poltrone sono giustamente sparite perché erano diventate orrendi bivacchi di cacciatori d’autografi e di selfie, scatenati, maleducati, nullafacenti e nulla scriventi!
C’era una volta un mare di gadget, li portavi alle amiche che amavi, ai nipotini, oggi per avere una matitina magari con logo di uno sponsor, devi elemosinarlo … c’è crisi!
C’è ancora purtroppo la vigliaccata di andare a vedere un film, fare la fila per ore all’aperto con sole e pioggia e arrivare a dieci persone prima di te e sentirti dire: Non c’è più posto!
Perdita di tempo immane e voglia di urlare!
C’era una volta e c’è ancora il divieto di fotografare in sala stampa, divieto ignorato da tutti, ma se venivi pizzicato ti prendevi un sonoro cicchetto, io rispetto le regole sagge, ma questo divieto è inutile, i fotografi professionisti fanno il photocall e hanno le star tutte per loro, noi umani con le nostre piccole innocue digitali, facciamo le foto per ricordo, per metterle nei social, per mostrarle ad amici e conoscenti, anime innocenti!
Nessuna piccola digitale può competere con i cannoni micidiali dei foto reporter, poi hanno spazi all’imbarcadero dove arrivano motoscafi cariche di vip e il red carpet con spazi a loro dedicati.
Quest’anno dopo gli spiacevoli episodi degli anni passati, in silenzio ognuno fa la sue “fotine” da far vedere alla mamma, non certo per venderle a qualche giornale di prestigio.
C’era una volta il premio alla carriera: infatti quest’anno Leone d’oro alla carriera al documentarista/regista Frederick Wiseman, e al montaggio la grande Thelma Schoonmaker, a Carlo Verdone il premio Bresson.