Thursday, November 21, 2024

LA PORTA ROSSA: IL CONFINE VITA-MORTE/THE RED DOOR: THE LIFE-DEATH BORDER

Di Marina Agostinacchio

Ieri ho finito di vedere la prima parte della  serie televisiva italiana “La porta rossa”, prodotta da Rai Fiction, ideata da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi e diretta da Carmine Elia (per le prime due stagioni) e da Gianpaolo Tescari (per la terza).

La storia riguarda Leonardo Cagliostro, un commissario di polizia che indaga su un caso di morte di una giovane ragazza, Ambra Raspadori, uccisa per overdose da Red Ghost, una droga chimica che circola tra i giovani della Trieste-bene.

Il commissario è un personaggio che agisce senza rispettare troppo le regole dei suoi superiori; è un uomo rude, ha intuito, spesso poco benvoluto persino nel suo ambiente di lavoro, proprio per il suo carattere.

Mi voglio soffermare ancora per poco sul contenuto della storia, per farlo ruotare intorno al tema per me centrale: l’apparizione della porta rossa, l’ingresso dei vivi alla terra dei morti

Lui, Cagliostro, scopre di essere una delle poche eccezioni tra i trapassati. Egli, infatti , appena gli sparano, decide di non passare subito il confine tra regno dei vivi e regno dei morti. Resta sulla terra per compiere una missione d’amore nei confronti della moglie, Anna, in pericolo di vita. Anna è un magistrato che fa parte del mondo lavorativo di suo marito. Lei si accorge di essere in attesa di una bambina, dopo la morte di Cagliostro. Lui la seguirà passo passo nelle indagini, cercando di proteggerla, grazie all’aiuto di una ragazza, Vanessa Rosic, una tra i rari viventi che lo possono vedere e che possono parlare con lui.

L’intreccio del giallo, costruito da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi, secondo i canoni del genere letterario, ci fa essere spettatori di un racconto avvincente, dove i personaggi sembrano essere colpevoli, ora gli uno ora gli altri, della morte della ragazza, come del commissario e dove il meno sospettato si rivela alla fine l’artefice del duplice delitto  e di altri ancora. Ma dentro al binario delle indagini, si muove quello misterioso  del contatto con i morti, del loro apparirci improvviso, del loro cercare di comunicare con noi, della possibilità esigua di vederli e sentirli; essi, se dapprima suscitano paura nei  vivi, capaci di vederne la presenza, riescono in seguito a stabilire con loro un rapporto molto forte.

Dirà Eleonora, la madre di Vanessa, anche lei medium, in una delle scene finali del film : ”Ho paura per mia figlia. Quando ti imbatti in un morto ed il legame con lui diviene forte, non sai più dove sia il confine tra la sua fine ed il tuo inizio, rischi di perdere il senso della realtà”.

La persona che vedi e senti e che non esiste più ti assorbe nel suo mondo, piano piano ti allontani dalle cose che fai quotidianamente, aspetti solo di entrare in contatto con quell’entità che ha oltrepassato la soglia.

A me è capitato molti anni fa la stessa cosa. Era da alcuni mesi morto mio padre, quando un’amica disse di averlo sognato e di avergli parlato poi attraverso una medium. Mi portò una cassetta registrata che riproduceva la voce di mio padre. Lui diceva che amava moltissimo noi figlie e che appena morto aveva incontrato mia madre ad attenderlo alla fine di un tunnel.

Tralascio certi particolari del discorso di mio padre. Quello che vorrei comunicare al lettore è la sensazione travolgente della voce di mio padre; era un soffio faticoso, un suono inarticolato, divenuto progressivamente parola che solo io potevo comprendere. Seguirono giorni di completo disorientamento, giorni in cui i miei compiti di madre e di lavoratrice erano senza interesse. La mia energia era solo rivolta a quella voce, alla forma paterna che immaginavo e che mi appariva come una visione concreta nel sogno.

Come il commissario Cagliostro che penserà di uscire di scena non appena saprà che la moglie sarà al sicuro, anch’io decisi di sottrarmi alla ricerca costante di qualcosa di immateriale,  “un mondo di vibrazioni sonore” che mi stava progressivamente facendo allontanare dalla mia famiglia.

Mi dissi che Amore è ciò che guida l’uomo nel suo percorso di vita e oltre e che se volevo davvero bene a mio padre, avrei dovuto lasciarlo andare, concentrandomi sulle persone che amavo qui sulla terra.


THE RED DOOR: THE LIFE-DEATH BORDER

Yesterday, I finished watching the first part of the Italian television series ” The red door”, produced by Rai Fiction, conceived by Carlo Lucarelli and Giampiero Rigosi and directed by Carmine Elia (for the first two seasons) and Gianpaolo Tescari (for the third).

The story concerns Leonardo Cagliostro, a police commissioner who investigates a case of death of a young girl, Ambra Raspadori, killed by overdose by Red Ghost, a chemical drug that circulates among the young people of Trieste.

The commissioner is a character who acts without respecting too much the rules of his superiors; he is a rude man, with intuition, often not well liked even in his work environment, precisely because of his personality.

I want to dwell a little longer on the content of the story, to make it revolve around the central theme for me: the appearance of the red door, the entrance of the living to the land of the dead.

He, Cagliostro, discovers that he is one of the few exceptions among the dead. In fact, as soon as they shoot him, he decides not to immediately cross the border between the realm of the living and the realm of the dead. He remains on earth to carry out a mission of love towards his life-threatened wife, Anna.

Anna is a magistrate who is part of her husband’s working world. She realizes she is expecting a baby girl after Cagliostro’s death. He will follow her step by step in her investigations, trying to protect her, with the help of a girl, Vanessa Rosic, one of the rare living who can see him and who can talk to him.

The plot of this crime story, built by Carlo Lucarelli and Giampiero Rigo according to the canons of the literary genre, makes us spectators of a compelling story, where the characters seem to be guilty, now one now the other, of the death of the girl as of the Commissioner and where the least suspected in the end is revealed as the perpetrator of the double crime and of others.

But within the track of the investigations, move the mysterious events of contact with the dead, of their sudden appearance, of their trying to communicate with us, of the slim possibility of seeing and hearing them; if they first arouse fear in the living, capable of seeing their presence, they later manage to establish a very strong relationship with them.

Eleonora, Vanessa’s mother, also a medium, will say in one of the final scenes of the film: “I’m afraid for my daughter. When you come across a dead person and the bond with him becomes strong, you no longer know where the border is between her end and your begins, you risk losing your sense of reality. ”

The person you see and hear and who no longer exists absorbs you into their world, you slowly move away from the things you do on a daily basis, you just wait to get in touch with that entity that has crossed the threshold.

The same thing happened to me many years ago. My father had been dead for a few months when a friend said she dreamed about him and then spoke to him through a medium. She brought me a tape that reproduced my father’s voice. He said that he loved us daughters very much and that as soon as he died he had met my mother waiting for him at the end of a tunnel.

I am omitting certain details of my father’s speech. What I would like to convey to the reader is the overwhelming sensation of my father’s voice; it was a tiring breath, an inarticulate sound that progressively became a word that only I could understand. Days of complete disorientation followed, days when my duties as mother and worker were without interest. My energy was directed only to that voice, to the fatherly form that I imagined and that appeared to me as a concrete vision in the dream.

Like Commissioner Cagliostro, who will think about leaving the scene as soon as he knows that his wife will be safe, I too decided to escape the constant search for something immaterial, “a world of sound vibrations” that was gradually making me distance myself from my family.

I told myself that Love is what guides man on his life journey and beyond, and that if I truly loved my father, I should let him go, focusing on the people I loved here on earth.

Ilcieloinunastanza

Marina Agostinacchio
Marina Agostinacchio
Nel 1998 e nel 2007, Marina Agostinacchio è tra i vincitori del concorso nazionale di poesia “Premio Rabelais”. Nel 2006 è tra i finalisti del Premio “Tra Secchia e Panaro”. Nel 2002 ha ottenuto il Premio internazionale Eugenio Montale per l’inedito. Nel 2006 pubblica la raccolta di poesie Porticati, nel 2009 la raccolta Azzurro, il Melograno, nel 2012 Lo sguardo, la gioia, nel 2014 Tra ponte e selciato. Nel 2021, Marina Agostinacchio ha pubblicato i volumi bilingue di poesie "Trittico Berlinese", 2021, e "In the Islands of the Boughs", 2023.

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