Articolo di Patrizia Di Franco.
Vito Cramarossa, è Direttore dell’associazione CIME (Culture e Identità Mediterranee) una realtà pugliese attiva nella creazione e organizzazione di eventi, e tra i maggiori partner europei della Fondazione World Press Photo di Amsterdam. Cramarossa esperto e appassionato da sempre di arte e cultura, con esperienza pluriennale anche all’estero per la promozione del territorio, decise già dal 2013 di rendere Bari, propria città, capoluogo di “elezione” protagonista del World Press Photo , evento di fama internazionale e divenuto mondiale. Il WPP , ideato nel 1955 ad Amsterdam, grazie all’omonima Fondazione, si è affermato ed espanso in altri luoghi esteri e continenti, e città italiane, tra cui Torino (al Museo d’Arte “Gam”, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, dal 29 2022 aprile, aperta al pubblico fino al 18 settembre 2022) . Su Torino, Prima Capitale del Regno d’Italia dal 1861 al 1864 (poi Firenze dal 1865 al 1871, e infine Roma, caput mundi dal 1871, insignita del titolo di “capitale morale” dal 1861) , sui suoi tanti straordinari musei (il “Museo Egizio” , il più famoso, visitato, e antico del Mondo, dedicato alla civiltà e cultura egizia, già dal 1824 anno della fondazione, e ideato nel 1679) tra cui Gam, ci sarebbe da scrivere un libro. Gam vincitrice della seconda edizione del Pac, piano per l’Arte Contemporanea, oltre ad essere una meravigliosa e grandiosa Galleria (4 piani) è stato il primo Museo d’Italia di arte moderna nel 1863), Il fine encomiabile, tra gli altri obiettivi, di WPP è organizzare, fin dagli esordi, il primo Concorso Internazionale di Fotogiornalismo. La 65esima edizione della World Press Photo Exhibition, per l’edizione 2022 è stata allestita in 30 paesi e 70 città di tutto il globo terrestre, organizzata a Bari per il nono anno consecutivo da CIME.
Il World Press Photo si è evoluto nel corso dei decenni, diventando un evento artistico e culturale imperdibile e fortemente apprezzato. Il Concorso Fotografico ha raggiunto una notorietà tale da divenire il concorso più prestigioso al mondo e le loro mostre di fotogiornalismo sono tra le più visitate in varie nazioni. Vito Cramarossa ha affermato: “Da nove anni organizziamo World Press Photo anche a Bari , con un numero sempre crescente di visitatori, è la conferma dell’apprezzamento della città nei confronti della mostra e del nostro lavoro che svolgiamo mai perdendo di vista la nostra mission: contribuire attraverso eventi e progetti culturali, alla crescita del territorio e delle nostre comunità”. The Exhibition è stata inaugurata per la stampa, photoreporter, fotografi, tv, per tutti i media il 29 settembre (susseguente alla torinese), e dal 30 settembre al 13 novembre potrà essere visionata: dal pubblico, guide turistiche con tesserino, scuole secondarie, universitari, e gruppi minimo di 15 visitatori (per ogni 15 visitatori, il 16esimo otterrà un biglietto omaggio) , giustamente ingresso gratuito per diversamente abili e i loro accompagnatori; ragazzi under 12 anni; e giornalisti iscritti all’albo professionale con tessera in corso di validità e che abbiano inoltrato richiesta di accredito stampa almeno 48 ore prima, via e-mail, all’indirizzo [email protected] (richiesta completa e dettagliata, inclusiva dei dati di riferimento necessari: nome e cognome, testata, e indirizzo di posta elettronica) . Gli incuriositi possono visitare il web site: www.worldpressphotobari.it, oppure informarsi per mezzo dei social quali Facebook : www.facebook.com/worldpressphotobari.it , e in alternativa Instagram: www.instagram.com/worldpressphoto_bari . L’inaugurazione è stata oggettivamente ineccepibile, splendida. Impeccabile l’organizzazione professionale e degna di lodi infinite, sotto tutti gli aspetti: dalla qualità eccelsa delle foto della mostra, dalla cena lauta (tutto il contrario di un trascurato, frettoloso, mediocre buffet), dall’ottimo servizio catering made by Bigood, alla serietà e simpatia, lavoro incessante e disponibilità degli addetti. Nella cartella stampa, nel kit press, fornito, sono scritte note aggiuntive e preciso résumé, ma prima dell’inaugurazione avevamo giusto dedicato ampio spazio al WPP e ne avevo già scritto e successivamente pubblicato sul nostro magazine, anticipando quanto riportato nelle pagine informative riguardanti l’esposizione 2022, gli autori premiati, vincitori del WPP, e molto altro non stilato nel résumé del materiale nella cartella stampa giustamente breve e non solo per ragioni di spazio, ma perché molte persone sono più cinestesiche in generale che visive e auditive, e purtroppo i lettori e gli amanti della lettura soprattutto In Italia non rappresentano un numero ragguardevole. Per diversificati e più che validi motivi, prima di continuare il fantastico viaggio e racconto attraverso le foto di Exhibition 2022, è giusto e doveroso soffermarsi su Bigood, non soltanto per la varietà e la bontà dell’offerta enogastronomica (immancabili, certamente, acqua naturale o frizzante, aranciata, chinotto, bibite per astemi e bambini) , ma anche per una serie di ragioni che hanno entusiasmato e colpito favorevolmente tutti. L’attenzione e la sensibilità ad esempio nei riguardi di ogni individuo, persone astemie, vegetariane, vegane, celiache, ciò capita di rado nei ristoranti non specializzati, figuriamoci durante congressi, convegni, mostre. Le delicatessen, la quantità e squisitezza dei prodotti , la loro molteplicità e l’originale assortimento: panini ripieni e farciti di varie tipologie e con differenti ingredienti, ottimi tutti, soprattutto: sfiziosi panini da buffet (piccoli bocconcini, panetti tondi di pane, non sandwiches americani ) semplici, con pomodorini secchi, insalate, mozzarella; focacce baresi a scelta dai vari gusti con zucchine, con peperoni, oppure con patate; spaghettini con semi tra i quali di zucca, con zucchine, e verdurine; pietanze con carne suina di Norcia; mandorle e frutta secca tostate, tanto gustose ed energizzanti. Prioritario e per questo, rimarcato in conclusione: la società cooperativa Bigood catering bio-solidale, che fin dalle sue origini (2013) sceglie materie prime differenti, ad esempio prodotti biologici, ortaggi in via d’estinzione ed erbe spontanee per tutelare e promuovere l’agrobiodiversità. In più Bigood è solidale giacché devolve quota parte dei profitti in favore di progetti di carattere sociale , riguardanti sia i minori che le famiglie del territorio. La cura si evince dai dettagli, da ogni minimo particolare, dalla presentazione (“anche l’occhio vuole la sua parte” come si suol dire) , con la promozione “dell’estetica del valore policromatico” dei cibi, allestendo i banchetti di catering come una grande tavolozza naturale di colori. Bigfood crea un binomio autentico e fondamentale: gli esseri umani e l’ambiente; eco-friendly dunque, con azioni di sensibilizzazione e promozione di un’ alimentazione sana e sostenibile, rimarcando la provenienza, la stagionalità e le proprietà nutritive di ogni alimento. Tutto ciò è apprezzato tantissimo da quasi tutti e in particolare modo dai cultori del buon cibo sano e da quanti sono particolarmente: sensibili, attenti, ambientalisti, ecologisti, o esperti in materie quali: il biologico, alimentazione, naturale, nutraceutica, fitoterapia (come la sottoscritta) . Bigood, in collaborazione con il Centro Studi e Didattica ambientale “Terrae” e il Centro di Educazione Ambientale “Ophrys” di Ruvo di Puglia, propone i percorsi di educazione alimentare ed educazione al gusto per la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di I e di II grado. Bigood è vincitore del Bando “Principi Attivi 2012” emesso dalla Regione Puglia con cui ha sostenuto la start up dell’attività lavorativa. Attualmente è anche tra i gestori del primo Centro Visita “Torre dei Guardiani-Jazzo Rosso” del Parco nazionale dell’Alta Murgia ed è tra i partner del primo progetto sperimentale di Albergo Sociale per neomaggiorenni in difficoltà realizzato in un bene confiscato alla mafia. Infine, Bigood non è solo catering, perché organizza anche: workshop e seminari per adulti e per bambini di educazione alimentare e di cultura enogastronomica pugliese, escursioni in aree naturali, percorsi alla scoperta delle architetture rurali della nostra terra splendida (jazzi, masserie, frantoi). Materie prime accuratamente selezionate e con attenzione alla stagionalità dei prodotti. Durante questo affascinante e meraviglioso percorso multisensoriale alla scoperta delle materie prime d’eccellenza della Puglia, c’era chi guardava solamente e di sfuggita le foto in attesa dell’alternanza delle portate e del cibo in arrivo, tanti invece grazie al cielo osservavano le immagini con attenzione e leggevano i nomi degli autori degli scatti, le note dei racconti e spiegazioni accanto a ciascuna fotografia. Mostra e solidarietà, sostegno sociale, efficace e vincente il risultato finale. Bigood è una cooperativa che lotta contro gli sprechi alimentari; nata due lustri fa e denominata con fusione tra verbo to “Be” (essere) e aggettivo “ good”, letto all’inglese, in una sorta di “slang”: essere buoni), grazie a Valentina Colonna, la fondatrice , a Stefania Lisco e lo stachanovista (stacanovista, in quanto zelante e “factotum) Nicola Lisco, Valentina Lerro, squadra affiatata e gran lavoratori , promuove la cultura degli alimenti a km zero e della lotta agli sprechi in favore degli indigenti, e senza fissa dimora, i cosiddetti vulnerabili, e chi non si può permettere un pasto quotidiano. Nel 2016 lo staff di “Bigood”, grazie al bando Principi Attivi, donò diversi chilogrammi di cibo: fave e cicorie, patate, riso e cozze, cavatelli al forno, rimasti su un ricco buffet precedentemente allestito (generosità in favore dei più bisognosi, ma anche intelligenza nella gestione delle risorse) , agli ospiti del Ferrhotel (struttura inadeguata, che ospitava migranti, esseri umani, sgomberati nel 2018. Su disposizione della prefettura di Bari. polizia, carabinieri e guardia di finanza, si presentarono in piazza Moro per liberare l’immobile attiguo alla stazione ferroviaria, occupato da quasi dieci anni dalla comunità somala. All’interno, al momento dell’arrivo delle forze di polizia, erano presenti 26 persone che dovettero in fretta e furia fare i bagagli e lasciare l’edificio in cui vivevano dal 2009. Che sarà accaduto loro, successivamente? Chi si sarà occupato di loro?).
La piaga mondiale dello spreco alimentare si diffonde sempre più soprattutto in Occidente, troppo cibo e non sano (con aumento dell’obesità e patologie cardiovascolari), oppure, e spesso, non di cattiva qualità o scaduto, che viene lo stesso buttato, gettato via, mentre i vantaggi del “riciclo” e del non sprecare cibo sono infiniti in termini di solidarietà, umanità, ecocompatibilità.
Un’altra caratteristica importante di tanti progetti solidali è stata, e lo è tuttora, la beneficenza: una parte dei ricavati viene donata a “Mama Happy”, associazione che si occupa di adozioni, infanzia e affidi. Encomiabili attività, progetti e iniziative. Inoltre, da ben nove anni, dagli inizi ad oggi, Bigood con il suo staff ha avuto l’onore e onere, di sponsorizzare la prestigiosa mostra Word Press Photo. Pertanto il vincente binomio WPP e Bigood è imprescindibile e profondamente in sintonia con le fotografie e gli argomenti della Exhibition. Centinaia le fotografie, ben 134 gli scatti vincitori della 65esima edizione di World Press Photo, nel Teatro Margherita, e da questa edizione l’iter espositivo non è più suddiviso nelle classiche 8 categorie tematiche , bensì prevede una narrazione che incede e si inoltra in base alle varie aree geografiche di Pacha Mama (Madre Terra, lingua quechua che non era solo la lingua degli Incas, chiamato anche “Runa simi”, è la lingua madre più utilizzata in moltissimi paesi del Sud America) e del meraviglioso Mondo di cui sono stati presi in considerazione e mostrati vari “universi”, apportando modifiche all’impostazione del Concorso mondiale (previa nuova modalità di selezione) , regioni di: Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, Sud America, Sud-est asiatico e Oceania. Perché è giusto volgere lo sguardo e aprire il cuore non soltanto sul proprio microcosmo, essere indifferenti e interessarsi solamente della propria vita, o nazione, ma osservare oltre l’orizzonte o “il proprio giardino”, allargare con intelligenza e umanità, lo sguardo, nell’occuparsi anche di paesi lontanissimi dall’Italia, dall’Europa. Opere spettacolari, realizzate con tecniche miste: applicazioni e ricami, collage fotografici, video, immagini ad esposizione multipla. La giuria globale, di cui Simona Ghizzoni è Presidente della giuria regionale, ha scelto le 4 opere vincitrici a livello internazionale, e la foto più attesa da tutti: World Press Photo of the Year 2022, scattata dalla fotografa Amber Bracken per il New York Times, dal titolo Kamloops, in memoria e tributo ai 215 bambini rinvenuti in una tomba non lontana dalla Kamloops Indian Residential School, in Canada, protagonista straziante dello scatto è la scena più che spettrale, emozionante e commovente, ovvero degli abiti dei bambini appesi a tante croci poste in quel luogo per commemorare le incolpevoli vittime, sullo sfondo dalla cupezza quasi tangibile così come un immaginario e rispettoso silenzio, appare un delicato arcobaleno, forse un segno, un saluto, un ringraziamento dal Paradiso, delle anime pure ed eterne dei bimbi. La foto vincitrice di Bracken è il primo scatto vincitore del WPP of The Year in cui non appaiono , non sono ritratti soggetti umani, fisicamente, ma per certo il ricordo e le anime delle bambine e dei bambini, sì! Al reporter Matthew Abbott è stato assegnato il Premio per la World Press Photo Story of the Year, grazie al suo lavoro “Salvare le foreste con il fuoco”, ideato per National Geographic/Panos Pictures, che racconta il rito degli indigeni Nawarkeed di West Arnhem Land, In Australia, che bruciano appositamente la terra attraverso la pratica denominata “combustione a freddo”, ad ardere è soltanto il sottobosco per spazzare i residui vegetali che potrebbero alimentare incendi più pericolosi e di grave entità e vasta estensione. Di loro come anche di Isadora Romero e tanti altri, avevamo già parlato e avevo già scritto su loro nel primo articolo riguardante il WPP. Premiato Lalo de Almeida , Brasile, vincitore del World Press Photo Long-term Project Award , opera fotografica intitolata “Distopia amazzonica”, per la Fohla de Sao Paulo/ Panos Pctures, un documento importantissimo sulla situazione attuale della foresta (pluviale) amazzonica, sui rischi e sulla minaccia della deforestazione, dell’estrazione mineraria, dello sviluppo infrastrutturale e dello sfruttamento di altre risorse, preziose, naturali. Dell’Ecuador, Isadora Romero, ha vinto, per la sezione World Press Photo Open Format Award, con il video , tradotto in italiano e intitolato: ”Il sangue è un seme”, che grazie al racconto di storie personali, note biografiche, evidenzia la scomparsa dei semi, la migrazione forzata e/o illegale per salvarsi la vita e salvarsi dalla fame e miseria, la colonizzazione, e la perdita delle tradizioni e conoscenze ancestrali, di Romero avevo scritto a lungo, per la rilevanza del tema. Dove non c’è seme, non c’è raccolto, non c’è cibo, ci sono solamente miseria e a mala pena sopravvivenza o morte, tutto ciò che fanno vinta, con disinteresse e negligenza, di non vedere Governi di tutto il mondo, e persone individualiste ed egoiste, senza cuore e cervello, con la pancia piena, benestanti, ricchi, oppure ultra miliardari falsamente e apparentemente filantropi, ed esseri inumani a cui non importa nulla di tutto questo, e pensano esclusivamente ai propri profitti, o alla loro, scollegata dalla realtà, dimora in senso metaforico, figurato e letterale del termine, in cui abitano, la propria “bolla dorata” (e chiusa, da cui è tagliato fuori tutto il resto) : famiglia, casa, nipoti, vacanze, divertimenti, lusso, e benessere economico. Loro non vogliono, non possono, per mancanza di empatia, cuore e intelligenza, per puro menefreghismo, potere, soldi, amanti dell’apparenza, sfarzo, e del luxury ostentato, vedere determinate realtà e ascoltare ma con ascolto attivo ed empatico le tragiche, drammatiche, storie e problematiche altrui.
Nella 65esima edizione della WPP Exhibition a cura di Marika Cukrowski , della World Press Photo Foundation, una menzione d’onore è stata assegnata all’italiana Viviana Peretti, per il suo progetto fotografico “A Portrait of Absence” : desaparecidos, persone normali e pacifiche (o schierate contro il regime e le Farc, Forze Armate rivoluzionarie, l’Eln (esercito di liberazione nazionale, e i gruppi paramilitari corrotti e collusi con i potenti, coinvolti tutti loro nei traffici illeciti) , esseri umani considerati dissidenti o pericolosi rivoluzionari in Colombia, durante i conflitti interni della fine degli anni Sessanta. La WPP 2022 verrà ricordata sicuramente come la più originale, completa, inedita, e di massima qualità, degli ultimi anni, e really marvellous, significante e ragguardevole la World Press Photo Exhibition a Bari, ricordata come la prima ad essere estesa a tanti, nuovi Continenti, allestita e va rimarcato ciò in 30 paesi e 70 città in tutto il mondo, organizzata a Bari per il nono anno consecutivo da Cime, grazie a Vito Cramarossa e al suo valente entourage (inclusi il bravissimo D.j , e grazie a Bigood) . Non basta un dettagliato e lungo servizio giornalistico, non basterebbe un intero libro , (figuriamoci un instant book) , un accurato e giustamente “prolisso” scritto o libro di fotografia, per descrivere meritatamente tutte le opere, le fotografie, i ritratti splendidi. Vale la pena ed è corretto, doveroso, oltre che giusto, menzionarli se non tutti, almeno alcuni di loro: un bimbo si difende dal fumo dell’incendio a Ogan, in Indonesia, nel Sud –Est asiatico, e un agente di polizia indossa una maschera antigas per proteggersi dal fumo di un incendio di Torba a Ogan Komering Ilir nel sud di Sumatra in Indonesia, l’11 settembre 2015, i lavori sono di Abriansyah Liberto. L’Indonesia è uno dei maggiori produttori di olio di palma e il disboscamento su scala industriale ha fatto crescere in maniera esponenziale il rischio di incendi con danni irreversibili anche per la salute (per le polveri sottili che penetrano nei polmoni). Fotografie di Konstantinos Tsakaladis, greco, per Bloomberg News, in una di esse: Panayiota Kritsiopi , addolorata e sotto choc, si dispera, mentre un incendio boschivo sta approssimandosi alla sua casa , nel villaggio di Gouves, sull’isola greca di Evia, l’8 agosto 2021. In Germania /Russia, nel 2021, la Jacuzia, estesa per oltre 3 milioni di Km quadrati nella parte estrema Nord-Ovest della Federazione Russa, ha subito incendi gravissimi, secondo i dati di Greenpeace Russia, oltre 17,08 milioni di ettari, ad agosto, erano stati distrutti dal fuoco, e l’Artico si sta scaldando, fonte l’Arctic Monitoring, si sta scaldando 3 volte più in fretta della media globale. Il servizio è di Nanna Heitmann per la Magnum Photos, e Europe Stories: alcune persone camminano sul ghiacciaio Buluus, una località di ritiro quando nei mesi estivi le temperature superano i 30 gradi Celsius, nella Sachà, in Siberia , in Russia, il 16 luglio 2021. Alcuni volontari dei vigili del fuoco fanno un break, pausa pranzo a Magaras , nel centro della città il 1° luglio 2021. Incendio di alberi , un bosco in fiamme, nella Sachà, in Siberia, 5 luglio 2021. In India, le tigri del Bengala (Panthera tigris) purtroppo sono ritenute una specie a rischio di estinzione: ne sopravvivono allo Stato Brado circa 3mila esemplari, quando le tigri per nutrirsi uccidono il bestiame, cacciatori o assassini accerchiano le tigri, le torturano, imprigionano, avvelenano, uccidono, le foto sono di Senthil Kumaran.
Per il Sud –est asiatico e Oceania, menzioni di Onore a: Ta Mwe, il 1° febbraio del 2021 i capi dell’esercito del Myanmar hanno organizzato un golpe, un colpo di Stato, deponendo il governo eletto democraticamente, così è nata una nuova dittatura a cui ha visto opporsi manifestanti pacifici e pacifisti, le proteste si sono poi tramutate in piccoli atti di ribellione dando vita a una rivolta pacifica la cosiddetta Primavera Birmana, in primo piano Ei Thinzar Maung, un’attivista politica durante una protesta a Yangon, citata nella good list delle 100 persone più influenti e incisive dal Time, nel 2021, nella foto a destra invece appaiono persone che protestano, urlano in coro, inneggiando alla democrazia, e mostrano il saluto con le tre dita , simbolo di resistenza, sempre a Yangon in Myanmar. Altra menzione d’onore a Dar Yassin, India, di Associated Press, per un progetto che documenta gli attuali sommosse e disordini nella regione del Kashmir, contesa a lungo tra India e Pakistan a cominciare dal 1947 quando entrambi hanno ottenuto l’Indipendenza dalla Gran Bretagna, e la rivendicazione da parte di entrambi i paesi della sovranità sulla regione del Kashmir in toto, giacché ciascuno dei due ne amministra una parte. Altre due importanti menzioni d’onore una ad Amanuel Sileshi, Africa, Etiopia, per l’agenzia France Press, progetto che racconta tensioni etniche, e il violento conflitto interno che sta colpendo l’Etiopia da novembre 2020 e coinvolge le forze governative e il Fronte Popolare (TPLF) nella regione del Tigrè, tra l’estremo nord dell’Etiopia e nelle contigue regioni dell’Amhara e dell’Afar, entrambe si accusano a vicenda di essere la causa scatenante del conflitto. Un ragazzo s’incammina a piedi nella nebbia, vicino il villaggio di Chenna Teklehaymot, a ben 95 km dalla città di Gondar, nello stato dell’Amhara in Etiopia, il 14 settembre del 2021, invece Adeba Tseganeh fa osservare il tetto della sua casa, pare attaccato dai combattenti a favore del Tigrè, nel villaggio di Zarima.
L’altra menzione d’onore a Sarah Reingewirtz, America centrale e settentrionale, USA, per il Los Angeles Daily News e Southern California News, hanno sfiducia e fobie le donne , di “colore” definizione che non piace e aborro (finalmente non si parla più di razza, in quanto il concetto di razza ad esempio è stato eliminato in Francia già dal 2018, non esistono le razze umane ma popolazioni o etnie, le razze sono quelle canine o di animali, un primo passo in avanti è stato compiuto ma non in Italia per cui pochi lottano per l’evolzione tra cui la senatrice a vita della Repubblica, Liliana Segre, sopravvissutta agli orrori e torture dell’Olocausto e testimone della Shoa italiana, da sempre combattiva e contro l’antisemitismo, violenze e razzismo. In passato gli africani venivano definiti negri, poi neri, ora di colore, quando potranno essere chiamati semplicemente esseri umani indicandone la provenienza e basta? I cinesi non vengono quasi più chiamati in modo dispregiativo “pelle gialla”, ma orientali o cinesi, nativi, abitanti, originari, della Cina). Le donne del lavoro di Reingewirtz, fanno fatica a riporre fiducia nell’establishment medico a causa della loro esperienza negativa circa l’accesso alle cure mediche, vittime spesso di episodi gravi di xenofobia e radicato razzismo, per tale ragione spesso per partorire preferiscono fidarsi di amiche dottoresse e affidarsi alle cure e affidare l’evento della nascita alle ostetriche. Aysha-Samon Stoke ha concepito un bimbo in ottima salute nel giorno della Festa della Mamma nel South Birthing Center. Altri Premi per progetti a lungo termine South America: un membro della comunità Quilombola , ubriaco, a Pedras Negras, giace on the bench, su un panca a São Francisco do Guaporé, in Rondonia, in Brasile, nel Parà, Brasile, 20 gennaio 2021; un ragazzo si riposa su un tronco nel fiume Xingu a Paratizao , vicino la diga idroelettrica di Belo Monte nel Parà, sempre in Brasile , il 28 agosto 2018; un gruppo di cani randagi fissa la carne in una macelleria di Vila Ressaca , un’area oramai pressoché abbandonata, dove un tempo invece si estraeva oro, nella brasiliana Altamira, nel Parà, 2 settembre 2013. Lalo de Almeida , con il progetto Amazonian Dystopia si è concentrato sulla foresta pluviale amazzonica, dal 2019 la devastazione dell’Amazzonia brasiliana è incessante, danni ambientali, degrado e miseria aumentano a dismisura. La vincitrice Amber Bracken , dell’edizione 2022 del WPP, ha commosso, emozionato, lasciato senza parole, con la sua già citata foto, emblematica e da lacrime, ricordando le 215 tombe anonime dei bimbi a Kamploops, ritrovamento delle tombe avvenuto nella Columbia Britannica, il 19 giugno 2021, una Commissione per la verità e la riconciliazione ha dichiarato che minimo 4.100 studenti perirono mentre erano a scuola. Oltre 150mila furono cacciati, con la forza, dalle loro case, maltrattati e, spesso, abusati sessualmente. Altri temi, invece nell’Open Format, in fotografie nel Sinai (Sud dell’Egitto) , due giovani donne, Nadia e sua cugina Miriam, a Santa Caterina, nel Sinai, l’8 dicembre 2019, sono intente a ricamare, come Hajja Oum Mohamed che ha ricamato il proprio ritratto nel suo giardino della Valle di Gharba, nel Sinai, 7 aprile 2017. Eventi e accadimenti importanti o drammatici ma anche momenti intimi di vita quotidiana. Per Africa, Open Format: un uomo, Seliman trascina un telo di plastica per essiccare le piante raccolte a S. Caterina, il 1° ottobre 2020. Seliman Abdel Rahman, autore di un suggestivo poema:” Oh valle, il tuo amore è casa per la gioia dell’anima. Ogni volta che ti vedo il mio cuore cresce, vengo da te con desideri pieni di sofferenze. La mia anima ritorna a me quando mi avvicino alla tua terra”. Una pianta di cactus Kabbath (Zilla Spinosa) , in Egitto, il 17 gennaio 2021;essa è importante poiché le madri che allattano al seno usano il liquido amaro trovato all’interno del gambo della pianta per svezzare i neonati. Mahmoud nella sua abitazione è protagonista del ritratto ricamato da sua cugina, 2 aprile 2019. Rehab Eldalil, Egitto, si è concentrata sui beduini con il suo operato: ”La nostalgia dello straniero il cui sentiero è stato interrotto”, sia gli uomini che le donne sono stati rappresentati in maniera fuorviante, erronea, ingiusta, dai media egiziani. La fotografa Eldalil è un’attivista e negli ultimi 15 anni è stata militante membro della comunità. Una fotografia ritrae alcuni dei vincitori di varie sezioni e del Primo Premio del WWP, tra cui Francoise Demulder , prima donna a ricevere il World Press Photo of the Year. Eclatanti e originalissime le fotografie di Yael Martinez, Messico, per Magnum Photos, “Il fiore del tempo: la montagna Rossa di Guerrero”, il Messico è il terzo produttore di oppio al mondo, coltivato soprattutto nello Stato più povero, Guerrero. La maggior parte dei nativi, per sfamare le proprie famiglie spesso numerose, è stata indotta per bisogno e necessità a convertirsi alla coltivazione del papavero come mezzo per l’appunto di sostentamento. Il colore rosso nella fattispecie simboleggia e rappresenta la violenza e la sangre, il sangue , il sudore dei lavoratori, ma, soprattutto, le atrocità del narcotraffico. Cochoapa nel Guerrero è sia un grande produttore di papavero che una delle municipalità dove lo sfruttamento, la miseria la fanno da padroni in molti paesi e aree del Messico. Da aggiungere a ciò anche il maltrattamento del papavero durante l’estrazione dell’oppio, e la maestosità del passaggio montuoso dissacrato del Guerrero, ben visibile in uno scatto fotografico , il 12 febbraio 2021, immagine ottenuta in post produzione in maniera tale da rappresentare il lattice estratto, dalle comunità montane. Bran Jansenn, originario dei Paesi Bassi, per Associated Press ha fatto comprendere come anche la cultura sia stata e possa essere vittima della guerra. Dopo la conquista talebana dell’ Afghanistan , nell’agosto 2021, il cinema statale “Ariana” di Kabul è rimasto chiuso e tutti i lavoratori e dipendenti, e le maestranze (mai citate e ringraziate in genere) , quotidianamente si presentano nel luogo di lavoro con la speranza di ricevere la legittima e agognata retribuzione, invece ad Asita Ferdous, prima Direttrice del cinema è vietato l’accesso. Agli inizi del 2022 , il cinema non era ancora stato riaperto e alle donne non era più permesso lavorarvici. Gul Mohammed , il quale lavorava come maschera per il cinema Ariana, posa, impotente e disoccupato, per una fotografia, il 4 novembre 2021, la sua espressione rivela il suo stato d’animo, gli si leggono sul volto sofferenze, angoscia, preoccupazioni e amarezza. Ratmatullah Ezati verifica una pellicola per controllare se sia danneggiata. Un componente dello staff cammina nei corridoi del cinema, l’8 novembre 2021. Asita, la Direttrice del cinema, è nella sua abitazione, il 10 novembre, seduta, sconfortata e addolorata, rinchiusa, “imprigionata”, senza lavoro, quel dono e diritto che nobilita e gratifica l’essere umano, che permette di avere una vita onesta e dignitosa. Solo chi ha patito la fame, non ha una casa, cibo, non ha soldi, o è sfruttato e sottopagato, può capire, solamente chi l’ha provato e lo sta provando. Matthew Abbott, il fotografo autraliano, per National Geographic, vincitore del Reportage dell’anno, si è occupato dei nativi australiani , il popolo Nawarddeken, che con la pratica del “cool burning”, bruciano solamente il sottobosco, eliminando l’accumulo di combustibile che provoca incendi più estesi, nella Terra di Arnhem, in Australia. Gli incendi spontanei vengono monitorati e tenuti sotto controllo dai Rangers Warddeken, tramite tecnologie contemporanee e conoscenze tradizionali tramandate nei secoli dagli avi, riducendo in tal modo l’anidride carbonica altra causa del riscaldamento globale.
Un nibbio bianco, chiamato anche firehawk, un rapace”piromane”, vola, il 2 maggio 2021, sopra un incendio per cacciare, nei pressi dei roghi attivi, grandi insetti, rettili e piccoli mammiferi che cercano di sfuggire al fuoco, di salvarsi dalle fiamme, della serie “mors tua, vita mea” (morte tua, mia vita, in salvo) . Rijasolo, Madagascar/Francia, per Riva Press ha realizzato il lavoro: “La guerra degli Zebù”, uccisi dai Daholo “ banditi”, per la loro carne gustosa per i cacciatori e carnivori, o perché utilizzati nei rituali e magie, o, ancora, perché regalati come dote, ad ogni azione corrisponde una reazione: rappresaglie, minacce e frequenti scontri anche mortali tra le comunità rurali e bande violente appartenenti ai daholo. Il Governo è intervenuto duramente e nel 2014 Amnesty International ha lanciato un j’accuse energico alle forze di sicurezza malgasce di atti indiscriminati di violenza. Apprezzabile l’operato di Kosuke Okahara, giapponese, con “Blue Affair”, un documentario “onirico”, “Visionario”, basato anche sulle esperienze riguardo la visita a Koza (Okinawa City) in Giappone, e su luoghi, persone, che tornano a fargli “visita” in sogni ricorrenti, immagini narrate dalla stessa voce di Okahara nel suo video e ci invita, saggio e veritiero ciò, a riconsiderare l’importanza e il rapporto tra i sogni e la realtà vissuta. Di Isadora Romero, dell’Ecuador, scrissi già nel precedente articolo e mi soffermai a lungo sulla sua storia interessante, sul video intitolato ”La sangre es una semilla” (il sangue è un seme) , costituito da fotografie scattate in digitale e pellicola, alcune delle quali su rullini 35 mm scaduti, su cui il padre aveva disegnato. Un viaje, un viaggio verso il loro villaggio ancestrale di Une, nel Cundinamarca in Colombia, attraverso memories, ricordi, e racconti anche sul nonno e la bisnonna “Guardiani dei semi” e coltivatori di molte varietà di patate. Ismael Ferdous , Bangladesh, ci fa scoprire la piaga della forza lavoro dei migranti (il 37%) nell’industria della carne, durante la pandemia da covid-19, gli stabilimenti sono rimasti aperti con una diffusione, ovviamente, del coronavirus , celere e con elevato tasso di contagiosità.
Per la sezione Reportage Nord Sud America appaiono, seduti su un letto José con Sara sua sorella, a Sioux Falls, in South Dakota (Usa), il 6 settembre , egli ha sempre lavorato in uno stabilimento appunto per la produzione di carne, il 19 aprile nel 2020 ha contratto la malattia da Covid-19, purtroppo è rimasto attaccato a un respiratore per 5 mesi e ancora adesso è costretto a utilizzare la bombola di ossigeno. Amjad Farman è giunto a Lincoln in Nebraska, da un campo profughi in Turchia (Usa) , fuggito da un gruppo estremista che perseguitava il popolo yazida, lavora in uno stabilimento di lavorazione di pollame a Lincoln, 6 marzo 2021. Sandra Sibert, seduta, è nella stanza dove è rimasta in isolamento per il Covid-19, a Sioux Falls, in South Dakota (Stati Uniti), il 7 aprile 2020.
Originalissimo il Reportage di Irina Werning, Argentina, Pulitzer Center, attraverso una folta raccolta di fotografie di Antonella, che vive a Buenos Aires , narra di Antonella che nell’agosto 2020 promise di tagliare i lunghissimi e bellissimi capelli soltanto quando sarebbe potuta tornare a scuola (le lezioni furono sospese a causa della pandemia) , quasi come un’offerta votiva a una Santa, ella disse che avrebbe donato il suo tesoro più prezioso in cambio di riavere una vita quotidiana pressoché normale e potere tornare in aula, i suoi capelli rappresentavano la propria identità e personalità, tagliò i capelli il 25 settembre 2021 quando ebbe la possibilità di rientrare nell’istituto scolastico, perché aveva perso ogni motivazione ed entusiasmo nello studiare a casa tramite Zoom utilizzando il cellulare di sua madre. Ogni giorno, per non sentirsi “agli arresti domiciliari”, imprigionata e non diventare ansiosa o depressa, faceva il bucato e rimaneva in terrazza per godersi il sole. In un’altra, splendida foto, Felicitas sua madre, e Carolina sua sorella, le asciugano i capelli , pettinandoli e idratandoli con olio di rosmarino, nella loro abitazione , il 23 luglio 2021. Dopo avere perso 260 giorni di lezioni in presenza, e avere sofferto come tutti i ragazzi durante la pubertà, e tutti gli adolescenti, del mondo e in Italia, per la segregazione forzata e lo studio in modalità online e affaticanti video lezioni, a causa della pandemia.
Antonella mostra e sfoggia i capelli appena tagliati , lei è davanti la Facoltà di Ingegneria , si è fatta ritrarre in quel luogo perché sua ambizione e desiderio sono studiare ingegneria a conclusione del ciclo scolastico. Molto interessante “The book of Veles” del norvegese Jonas Bendiksen, , progetto documentaristico pubblicato ad aprile nel 2021, sulla produzione e diffusione di fake news a Veles, una cittadina della Provincia della Macedonia settentrionale, segnalata nel 2016 , a livello internazionale, come epicentro appunto di produzione di notizie false. Tutto era finto e falsato, le persone ritratte erano modelli in 3D realizzati con il computer e vari programmi, gli sfondi delle immagini sono stati ottenuti fotografando spazi vuoti a Veles e convertendoli in spazi tridimensionali (acronimo 3D). Charinthorn Rachurutchata, Thailandia, con “La volontà di ricordare” , rammenta le proteste (anche, purtroppo, con persone uccise) del 2020-2022 in Thailandia, a cui affianca immagini di archivio del massacro degli studenti del 6 ottobre 1976 all’Università Thammasat di Bangkok. La fotografia emula la meravigliosa Arte giapponese del kintsugi strappando le immagini per poi ripararle con lacca e polvere di oro. L’utilizzo è simbolico e beneaugurante: la speranza di un futuro migliore dopo l’elaborazione dei traumi subiti in precedenza, e sono la testimonianza e rappresentazione della lotta, della resilienza contro la repressione di verità, giustizia, conoscenza e possibilità di una vita futura pacifica, libera e serena. Foto di gambe di agenti armati, durante una protesta, a Bangkok il 6 ottobre 2020. Manifestanti nel 2021 bruciano finti cadaveri per non fare dimenticare il massacro del 6 ottobre 1976, e hanno fatto ciò il 6 ottobre 2021, per il 45° anniversario della tragedia (1976). Il 15 ottobre i pacifici manifestanti salutano con tre dita, gesto reso famoso dai movies della serie “Hunger Games”, i simboli della cultura pop e di denuncia sono diventati un fondamentale , per loro, veicolo della protesta. Dolorose e strazianti anche le immagini riprese con la sua Camera, da Sodiq Adelakun Adekola, Nigeria, Agence–France Press, nel suo reportage descrive rapimenti di ragazze soprattutto, di studenti nigeriani, da parte di bande armate che richiedono riscatti e vogliono in questo violento modo negoziare la liberazione dei componenti collaborazionisti di Boko Haram incarcerato. I rapimenti continuano e i media internazionali non ne parlano né scrivono, nonostante fosse stata organizzata nel 2014 la campagna # BringBackOurGirls che, giustamente, causò proteste, alimentando dibattiti e manifestazioni a livello internazionale. Milioni di studenti , soprattutto di sesso femminile, hanno paura di recarsi a scuola e sono profondamente preoccupati, ansiosi, moltissimi traumatizzati. I nomi delle persone fotografate sono stati cambiati più che per la tutela della privacy per motivi di sicurezza, da Adekola.
Una madre, Aminah , nome di fantasia, piange nella sua dimora a Jangebe, nello Stato di Zamfara, Nigeria occidentale settentrionale , il 27 febbraio 2021, il giorno successivo al rapimento, delle sue due figlie. 279 ragazze furono sequestrate dai dormitori della Scuola secondaria femminile statale del villaggio, in piena notte, da criminali armati. Un’aula vuota, a Jangebe, in Nigeria Nord occidentale. Sandali appartenuti agli allievi rapiti restano per terra gettati a sfregio e sparsi nei pressi della Scuola superiore battista Bethel, a Chikun, nello Stato di Kaduna, in Nigeria nordoccidentale, il 14 luglio 2021. In Palestina, Fatima Shbair, Getty Images, mostra bambini palestinesi radunati e con candele durante un temporaneo e agognato cessate il fuoco, seguito a un conflitto di 11 giorni tra Hamas e Israele , a Beit Lahia, a Gaza, in Palestina, il 25 maggio 2021, dopo una protesta dei bimbi e ragazzini del quartiere contro gli attacchi e assalti su Gaza e gli abitanti. Il conflitto si è espanso , includendo altre città israeliane con missili lanciati al confine con la Siria e il Libano, diventando il conflitto più violento dalla Guerra di Gaza del 2014. Circa 500.000 bambini hanno bisogno di sostegno psicologico, dopo gli accadimenti del 2021, la dichiarazione e l’appello sono dell’ Unicef. Vladimir Encina, Colombia, per la sezione foto singole, ha immortalato un momento drammatico: agenti di polizia, traggono in arresto un uomo, tra la disperazione e nell’impotenza di sua moglie e i suoi familiari, che cercano di opporvisi, e di resistere, durante lo sgombero degli abitanti dell’insediamento di San Isidro, a Puerto Caldas Risaralda, con Buenaventura, il principale porto della Colombia sul Pacifico. Il mega progetto ferroviario, per le autorità avrebbe portato soldi, finanziamenti, investimenti, e lavoro, per la popolazione, purtroppo ben diversa la realtà e la verità: i residenti sgomberati da San Isidoro, a cui , come quasi sempre accade (anche a terremotati, alluvionati, in Italia) erano stati promessi ricollocazioni, sostegno economico, risarcimenti, continuano a vivere in rifugi temporanei e dall’inizio del 2022 non è stato dato loro alcun alloggio su un nuovo terreno e in alcuna zona. Mostra straordinaria, veritiera e migliore di un libro di storia (spesso falsata, sarebbe lungo l’elenco dei falsi storici) , che ha dimostrato quanto sia fondamentale il lavoro di photoreporter, fotografi, documentaristi, dei media, e del rischio bavaglio che molti Governi vogliono porci, e quanto siano prioritarie la salvaguardia e difesa della libertà di stampa, di espressione, di informazione. Un grazie di cuore agli organizzatori, a Vito Cramarossa, a Serena Manieri, e a tutto l’eccellente, più unico che raro team, per la mostra e per i riconoscimenti e la bellissima frase che ci hanno dedicato, prima di tutto agli autori delle fotografie, reportage, e video della mostra, ma anche a tutti noi : ”Si ringraziano i fotoreporter che quotidianamente documentano la nostra storia e grazie ai quali questa esposizione è possibile”.
GALLERIA (Foto dell’evento di Patrizia Di Franco e Karm Amato)