Saturday, December 21, 2024

Vento di Supa. La Venezia Torino lungo il Po e le sue diramazioni.

A Ro ferrarese (Ferrara), c’è un’area golenale sulla sponda destra del Po, dove il paesaggio si sposa  secondo una magica continuità  naturale con la cultura e il cibo.

Si chiama VenTo di Supa, (zuppa, supa in dialetto, un rimando al piatto per eccellenza della  cucina ferrarese), il luogo deputato a realizzare un turismo lento e per tutti i gusti. Lungo quest’area geografica, scorre un itinerario ciclabile, terminato solo in parte e che dovrà essere completato. Il progetto prevede l’esecuzione di una ciclovia, la più lunga d’Italia (679 km).

Marina all’entrata del ristorante.

La VENTO, concepita per soddisfare le esigenze di chi è alla ricerca di spazi a misura d’uomo. Ecco allora che la bicicletta, mezzo di trasporto non inquinante e l’acqua, che occhieggia lungo passeggiate dove si rigenerano corpo e spirito, vivono in una condizione di osmosi particolarmente felice.

E sì, perché potersi rispecchiare quasi ritrovando di sé il segreto di un’appartenenza alla Natura, mentre le ruote della nostra “bici” paiono subire una metamorfosi e divenire splendide vele sotto un cielo denso e opaco, è un’esperienza unica!

Scendendo a riva, noto barche in attesa e un sistema di alaggio delle imbarcazioni con il quale, mi spiega un esperto, si issano le barche come pure si calano in acqua.

Prenotare un Bungalow, la cena, l’escursione in barca, il lettino sulla spiaggia, il campo da beach, la bicicletta, ordinare un drink da qualsiasi punto dell’area golenale: questi alcuni dei servizi  offerti e a cui si può accedere attraverso un APP., e tutto secondo regole ben precise di rispetto per l’ambiente.

Chi tra voi ricorda “Il Mulino del Po” di Riccardo Bacchelli di cui fu anche realizzato dalla RAI uno sceneggiato negli anni ‘60? Ebbene, qui si trova uno dei tanti mulini natanti, narrati nel romanzo. Il mulino ha l’attracco sulla sponda ferrarese, nella golena attrezzata, in uno spazio con installazioni di sculture contemporanee, sotto il ponte che collega Ro Ferrarese e Polesella.

Così, tra anse sabbiose e pioppeti, fino a questo mulino storico, ricostruito, si può anche provare il gusto di un’escursione lungo il fiume con la Nena, il battello fluviale che da Ferrara, attraverso la conca di navigazione di Pontelagoscuro, al Po Grande, fa rivivere il viaggio del protagonista del romanzo .

Ma torniamo ai servizi che offre questo ambiente naturalistico. Ebbene, in questo spazio, si apre allo sguardo attento del visitatore un struttura sospesa tra interno ed esterno che porta il nome di tutta l’area golenale. Sembra, a sedersi sotto a un’ampia pensilina, circondati da robinie, pioppi, salici e arbusti tipici della flora di quest’ambiente umido, di essere su un’imbarcazione, di udirne il beccheggio, trasportati da una tenue corrente che muove i cavi d’attracco, seppure bene ancorati.

Sul un  lato del ristorante troviamo un comodo spazio, con tavoli e divani, adibito  ad aperitivo o apericena e dove può accomodarsi anche il turista che ordina al bar.

Ma entro nella zona che dà l’accesso alla cucina e qui incontro Federica e Michele, due giovani torinesi, gestori di un ristorante del tutto insolito, sorto inizialmente nel centro storico di Ferrara.

Federica mi dice: “I nostri menù sono calibrati sulle esigenze dei visitatori, in maggioranza ciclisti che si fermano qui per soste non troppo lunghe, per poi magari riprendere la corsa o la passeggiata con la bicicletta. Perciò offriamo porzioni medie, né piccole, né grandi, proposte su carta a prezzo davvero superconcorrenziale (dico io), una scelta variegata e ricca tra antipastini, primi, secondi di carne e di pesce, contorni.  Si può ordinare a piccole tappe, iterando e percorrendo ogni tipo di specialità. Il menù inoltre cambia all’arrivo di ogni nuova stagione”.

La cucina è semplice e genuina, mi dicono alcune persone incontrate al ristorante, i cibi di qualità, con una varietà di piatti e specialità regionali varie.

“Ci si ferma a pranzo o a cena, comunque anche a prescindere dal viaggio lungo la ciclabile”, prosegue Federica. Infatti vedo intorno a me famiglie, persone con cani, coppie giovani e non più giovani, amici che hanno deciso di sostare e mangiare “in piena lentezza”, in una specie di sospensione tra papille gustative e benessere mentale.

I gestori del ristorante con dei dipendenti.

Nel menù del 25 agosto la mia scelta è andata ai gamberi in pasta filo su salsa rosa. Una vera leccornia!

Per non parlare della pasta con le vongole o con gli scampi, le verdure pastellate, i “friggitelli”, gli spiedini di gamberoni, il famoso gnocco fritto (pane fritto) e per finire la mousse di caramel.

Ma ecco la novità dell’azienda: Allf , (all italian food), gastronomia gourmet , “take away”!

Si tratta di cibo mono porzione in una pratica confezione che si può portare a casa. Chiedo: “Di quali cibi si tratta nello specifico?”. Mi risponde sempre Federica: “Si va dai primi piatti, come risotti di pesce o all’ortica, fino alla nostra specialità, molto richiesta sul mercato, come i calamari ripieni e il polpo croccante. Ogni confezione Allf è modulata su qualsiasi tipo di utenza. Adoperare questi prodotti è davvero semplice: si apre la confezione, si fa scaldare il prodotto che si condisce con quanto introdotto a parte nella confezione stessa – salsa lime o salsa speziata, e digestivi dagli aromi ricercati – Si può anche arricchirlo a proprio piacimento.

Le mono confezioni si possono tenere fino a quindici giorni in frigo e un anno nel congelatore.

Ma ecco, appare Michele, l’artista chef . Ci dice: “Allf nasce per portare il nostro prodotto in giro per il mondo. Ci siamo chiesti come potrebbe uno svedese assaggiare uno spaghetto alle vongole fatto da noi. Magari facendogli provare il gusto di diventare uno chef italiano. Questo potrebbe valere anche per un italiano.  Ora si può, trasformando la materia prima come la facciamo noi alla partenza. Quindi lavoriamo il prodotto,  lo imbustiamo, lo mettiamo sotto vuoto, diamo la possibilità di conservare gli odori, l’acqua e l’aria tipica italiana e trasportiamo le essenze, le profumazioni in giro per il mondo”.

Marina Agostinacchio

Saluto Federica e Michele e lo Staff davvero gentile ed efficiente, proponendomi di tornare, magari per la festa del mio pensionamento!

Marina Agostinacchio

Marina Agostinacchio
Marina Agostinacchio
Nel 1998 e nel 2007, Marina Agostinacchio è tra i vincitori del concorso nazionale di poesia “Premio Rabelais”. Nel 2006 è tra i finalisti del Premio “Tra Secchia e Panaro”. Nel 2002 ha ottenuto il Premio internazionale Eugenio Montale per l’inedito. Nel 2006 pubblica la raccolta di poesie Porticati, nel 2009 la raccolta Azzurro, il Melograno, nel 2012 Lo sguardo, la gioia, nel 2014 Tra ponte e selciato. Nel 2021, Marina Agostinacchio ha pubblicato i volumi bilingue di poesie "Trittico Berlinese", 2021, e "In the Islands of the Boughs", 2023.

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