Sono trascorsi 60 anni dalla scomparsa di Enrico De Nicola, primo Presidente della Repubblica, morto a Torre del Greco proprio il 1º ottobre del 1959. Il Ministero dello Sviluppo economico e Poste Italiane lo celebrano con un bel francobollo con il suo ritratto e in basso a sinistra la bandiera italiana.
“Torre del Greco – come ha dichiarato il sindaco Giovanni Palomba – fu per lui – così come volle scritto all’ingresso della sua dimora – quel “portus” all’interno del quale trovò serenità e ristoro dagli affanni della vita pubblica. Il 27 dicembre del 1947 firmò e promulgò la Costituzione italiana, diventando il Primo Presidente della Repubblica. In quella firma, dunque, sarà per sempre custodito un riflesso di Torre del Greco; di una città che durante quei mesi di Presidenza di Enrico De Nicola è stata, idealmente, capitale d’Italia”.
Io, semplice cittadino alla soglia degli ottant’anni, lo ricordo così: nel 1948 o ’49 – avevo otto/nove anni – una mattina d’estate mio nonno materno Paolo Di Bello, avvocato, mi portò con sé da Napoli a Torre Del Greco, splendida cittadina alle falde del Vesuvio. Mio nonno possedeva una villetta poco distante da una proprietà di Enrico De Nicola, di cui era fraterno amico. Quella mattina mio nonno e De Nicola si incontrarono, e mentre chiacchieravano tra di loro, il presidente, di tanto in tanto, mi accarezzava il capo. Ricordo ancora la tenerezza di quel gesto e voglio ricordarla in questa particolare occasione quasi come una preghiera che dedico alla sua memoria. Quando De Nicola andò via, chiesi a mio nonno: chi è questo signore? Rispose: è il presidente di tutti gli italiani! Esclamai: allora è ricco e potente? Assolutamente no – rispose mio nonno – De Nicola è il primo galantuomo d’Italia, e non approfitta in alcun modo né del suo potere né di alcun privilegio; pensa che paga di tasca propria i francobolli delle lettere che invia a parenti, amici, estimatori.
Da quella mattina quanta “acqua è passata sotto i ponti della politica”, spesso “l’acqua chiara” di tanti onesti amministratori è stata inquinata da chi onesto non lo è stato, e l’intera Nazione ne ha pagato le conseguenze. Oggi, con il Presidente Mattarella in testa, c’è sentore di rinnovamento, di qualcosa che, grazie al buon Dio, porta nuova linfa al desiderio di serietà politica che alberga da sempre nell’animo di tutti gli onesti, di quei milioni di italiani che quotidianamente, con serietà e impegno, compiono il proprio dovere, qualsiasi mansione svolgano!
Raffaele Pisani