di Vanessa Pia Turco
“Nessuno ha mai scritto, dipinto, scolpito, modellato, costruito o inventato se non per uscire letteralmente dall’inferno”. Così scriveva il famoso scrittore francese Antonin Artaud, agli inizi del secolo scorso, a proposito della funzione catartica dell’arte. L’arte che diviene una possibilità di fuga, di espiazione e purificazione dal dolore, dal senso di colpa, dal rimorso e dal male che affligge l’individuo e la società intera. E allora perché non utilizzare un sistema di cura, del tutto naturale e senza alcun effetto avverso, che trae beneficio dal regolare esercizio artistico per affrontare i vari problemi quotidiani? Un approccio terapeutico che trae spunto dall’arte per liberarsi una volta e per sempre da ansia, stress, insonnia, apatia e poca vitalità?
L’arteterapia è un sistema di cura che utilizza varie modalità creative come la pittura, la scrittura, la scultura, il disegno, la danza, la musica, il canto con il solo scopo di migliorare e guarire disagi interiori quali ansia, stress, insonnia, fobie, tristezza e depressione. Questo strumento terapeutico può affiancare ed essere parte integrante di un percorso di cura che non necessita di particolari doti creative o competenze artistiche in quanto è accessibile a tutti e può essere svolto comodamente anche in casa propria. L’arteterapia stimola la creatività, la fantasia, la voglia di fare, la volontà, la memoria, la concentrazione, facilita il rilassamento e un maggiore ascolto delle proprie pulsioni emotive e delle proprie esigenze personali. Sviluppa inoltre le capacità relazionali dell’individuo in quanto ha la funzione di agevolare la comunicazione fra mente e corpo, in modo che vi sia un rapporto più fluido, e dunque più sano, tra questi due inscindibili aspetti che spesso sono vissuti in maniera frammentaria, facilitando così la socievolezza e la spontaneità e la capacità d’integrazione dell’individuo nel mondo sociale e nel mondo lavorativo.
L’arteterapia, che affonda le sue radici agli inizi del ventesimo secolo, è stata ideata da Margaret Naumburg, una seguace del dott. Freud, per aiutare le persone con particolari disabilità fisiche e motorie. Essa dà la possibilità di vivere una esperienza ludica molto emozionante. Il paziente riesce a migliorare il suo stato emotivo e il suo stato mentale in quanto riesce ad accettare il suo corpo in piena libertà e serenità senza critiche o pregiudizi e riesce a sviscerare quel mondo ricco di colori, idee, emozioni e ispirazioni che spesso tiene segreto dentro di sé. L’arteterapia ha poi il vantaggio di riuscire a instaurare un legame speciale tra terapeuta e paziente in quanto si stabilisce una comunicazione non sottoposta a giudizio alcuno, dato che l’arte è scevra da regole e convenzioni sociali. Ed è allora che il paziente può esternare senza alcuna riserva o paura tutta la sua emotività e la sua ricchezza interiore. Questa terapia quindi non si rivolge esclusivamente a chi ha un particolare talento artistico ma, e soprattutto, a chi vuole allontanare da sé un vissuto particolarmente doloroso o vuole migliorare la sua qualità di vita.
L’arteterapia offre la possibilità di lavorare con numerose tipologie di persone dato che il trattamento si dimostra spesso benefico a individui di tutte le età, con vari bisogni e aspettative. Risulta molto utile ai bambini e agli adolescenti nelle varie fasi della crescita e alle persone che hanno un particolare vissuto traumatico. Si rivolge a chi trova difficoltà a esprimersi con le parole e preferisce esternare le sue emozioni con i gesti, i movimenti, i suoni o i disegni come nel caso degli anziani, degli psicotici o dei bambini. La pittura, ad esempio, rappresenta l’arte più congeniale per l’espressione creativa del bambino aiutandolo a crescere come individuo, parte integrante di un gruppo e di una comunità. Lo aiuta a incrementare e migliorare la sua salute psicofisica e a sviluppare le sue risorse emotive, cognitive, affettive, espressive e relazionali. L’arteterapia dunque si rivela spesso essenziale per tutti quei soggetti che vivono in comunità, asili, istituti, orfanotrofi, scuole, ospizi e ospedali.
Fare arte, nel senso di impegnarsi in un’attività nuova e creativa, guida l’individuo nell’esplorazione del suo mondo interiore, un mondo fatto di pensieri, paure, speranze, potenzialità, favorendo così la crescita e lo sviluppo individuale e relazionale del soggetto, andando a ripristinare l’equilibrio emotivo che si era incrinato. “Creare” è un viaggio verso la consapevolezza di se stessi, che parte dal dolore e dalla sofferenza per raggiungere finalmente la pace e la serenità interiore. L’attività creativa richiede infatti non solo un impegno intellettivo e cognitivo, legato all’ideazione del progetto artistico, ma anche un impegno percettivo, sensoriale legato alla produzione artistica in senso stretto. L’arteterapia promuove inoltre l’attivazione dell’emisfero destro del cervello, che presiede appunto alla creatività, alla fantasia, alla immaginazione e alla comunicazione. L’essere umano ha bisogno dell’attività congiunta dei due emisferi del cervello per potersi integrare e vivere in modo soddisfacente nella realtà contingente.
Nella pittura, per esempio, durante l’atto creativo si dà sfogo a pulsioni quali l’aggressività, la rabbia, la frustrazione, la paura, la sofferenza, liberandosi pian piano dell’energia negativa di tali stati e si realizza un allontanamento dall’emozione negativa, che viene “proiettata” sul foglio, sulla tela, sul supporto artistico. L’individuo, guardandosi dall’esterno, non si sente più intrappolato in una realtà infelice, e opprimente, poiché ha imparato a leggere i segnali più profondi del suo dialogo interiore. Grazie all’attività creativa si crea un distacco emotivo che permette all’individuo di prendere le dovute distanze da emozioni e pensieri frustranti e permette di guardarsi, dal di fuori, come un osservatore. Il distacco emotivo permette di riconquistare uno stato di benessere e un contatto più autentico nei confronti delle situazioni e della realtà. E’ questa la distanza rispetto all’Io a cui attingono quasi tutte le filosofie orientali per il raggiungimento di uno stato di pace e saggezza interiore.
La pittura si avvale di varie tecniche e materiali. Le tecniche si basano tutte su dei pigmenti che mescolati a elementi particolari vengono stesi su varie superfici. Si possono ottenere pitture a un solo colore e a più colori. Le tecniche più comuni sono: matite, carboncino, sanguigna, pastelli, tempere, acquerelli, acrilici e olio. La tecnica più complessa è senza alcun dubbio la pittura a olio seguita da quella degli acquerelli e da quella delle tempere. I pennelli si dividono a seconda della forma e della funzione. Il pennello tondo ha la ghiera rotonda, composta da molte setole, trattiene molto colore, e la punta consente di disegnare linee e dettagli fini. Il pennello piatto ha la ghiera piatta e la testa piatta e squadrata adatta a dipingere piccole chiazze di colore sagomate, stendere aree uniformi di colore o, se usato di taglio, eseguire linee più fini. Il pennello a lingua di gatto, una via di mezzo tra i primi due, risulta essere molto versatile. Il pennello a ventaglio infine con setole molto allargate, viene usato per eseguire velature di colore ma è comodo anche per ottenere effetti particolari come quello dell’erba.