Certo che le soddisfazioni aiutano a vivere, raggiungere uno scopo prefisso nel tempo, ti dona l’energia di iniziare una nuova avventura, e più sono le difficoltà superate, più si diventa orgogliosi di quello che si raggiunge. Il ritrovamento ed il trasporto dei resti umani di Niccolò van Westerhout a Mola di Bari hanno concluso una fase importante. Si è scritta una pagina di storia molese a dispetto di coloro che hanno cercato di impedire, non riuscendoci, questa missione. Gli stessi, codardi, che quando ormai tutto era fatto e mancava solo l’attimo finale, hanno cercato di intrufolarsi al solo scopo di prendersi i meriti. Nessuno del Comitato van Westerhout ha preso meriti ed allori. Ognuno ha fatto il proprio dovere nel nome della cultura e della storia della nostra cittadina. Devo necessariamente essere obbiettivo, com’è mio solito, ed affermare che la partecipazione della cittadinanza molese non è stata all’altezza delle altre situazioni. Non ho notato un interesse spontaneo all’evento. Molti hanno partecipato solo perchè erano obbligati da vari fattori ai quali non potevano sottrarsi. Altri, invece non hanno partecipato perchè avevano dei problemi personali con qualche membro del Comitato… o con l’Amministrazione comunale. Pazzesco!!! Ma la cultura e l’educazione dove sono? Eppure la partecipazione di personalità di primissima importanza non è mancata: il musicologo Jacoviello, d’origini molesi, è arrivato da Genova, la musicologa Miriam Tripaldi è arrivata da Roma. In due sono riusciti a trasmettere ai presenti in teatro tutto quello che non si sapeva di Niccolò o che perlomeno molti non avevano capito. Oltre agli esperti di musica erano presenti anche la famiglia van Westerhout e la signora Lucrezia Massimeo, che nonostante le difficoltà presentate dall’età avanzata non ha voluto mancare all’arrivo a Mola del prediletto di suo nonno, il sindaco Vito De Stasi. Niccolò van Westerhout, suo papà e due sue sorelle riposano nella cappella De Stasi, nel cimitero di Mola Di Bari. La cappella, essendo privata, dovrebbe essere chiusa al pubblico, ma abbiamo dato disposizione che ogni Domenica sarà aperta per permettere ai molesi di poter recarsi a rendere omaggio al nostro grande concittadino. L’avventura continua, grazie ai nostri lettori, che con la loro collaborazione economica hanno permesso la traslazione delle “Povere ossa” di Niccolò da Napoli a Mola. In questo numero abbiamo voluto dedicare un inserto speciale all’evento e di conseguenza, per ragione di spazio non possiamo pubblicare i nomi di coloro che hanno collaborato, ma vi prometto che lo faremo, escludendo però la cifra inviata, perchè è il gesto quello che conta e ognuno si regola secondo coscienza e possibilità economiche. Abbiamo iniziato la seconda fase del progetto. Questa può essere il monumento e la messa in scena dell’opera più importante di Niccolò, “Dona Flor”, a New York.