di Salvatore Margarone
Nato ad Altamura (Bari) nel 1795, Saverio Mercadante studiò con il compositore N. Zingarelli a Napoli, esordendo come operista nel 1819.
Nel 1833 fu nominato maestro di cappella del duomo di Novare e successivamente, nel 1840, assunse la direzione del Conservatorio di Napoli. Da lì a breve la sua malattia agli occhi lo porterà alla completa cecità nel 1862, per poi morire nel 1870 a Napoli.
Fu compositore di opere molto apprezzato al suo tempo, non solo in Italia ma anche all’estero in molte nazioni europee come in Spagna, e fu molto spesso all’estero per seguire e mettere in scena le proprie opere, come nel 1836 a Parigi, su invito di Rossini.
Musicista elegante e misurato, dotato di pregevole linee melodiche, limpide e semplici, che venne progressivamente sostenuto da una forte coscienza strumentale ed armonica ed anche una notevole capacità di caratterizzazione drammatica.
Si colloca nel periodo operistico italiano tra Rossini e Verdi. Rispetto agli altri due grandi compositori e protagonisti Bellini e Donizetti, Mercadante appare caratterizzato da una prevalente inclinazione retrospettiva , neoclassicheggiante.
Fra i suoi lavori teatrali, circa sessanta, vanno menzionati: “L’apoteosi di Ercole” , 1819, “Elisa e Claudio”, 1821, “Donna Caritea regina di Spagna”, 1826, “Zaira”, 1831, “I normanni a Parigi”, 1832, “ Il giuramento”, 1837, “Le due illustri rivali”, 1838, “Elena da Feltre”, 1838, “Il bravo”, 1839.
“Il giuramento” e “Il bravo” risultano le migliori opere sul piano costruttivo ed espressivo, mentre per la Zaira, venne utilizzato, riadattandolo con alcune variazioni per i suoi interpreti, lo stesso libretto che utilizzò V. Bellini nella sua Zaira del 1829.
A seguire i suoi capolavori, “La Vestale”, 1840, “Il reggente”, 1843, “Medea”, 1851.
Tra i suoi librettisti spiccano sicuramente Pietro Metastasio, Felice Romani e Salvatore Cammarano, che firmano molti libretti delle sue opere.
Compose inoltre balletti e musica sinfonica, tra cui “La Sinfonia Garibaldina” sul tema dell’inno “Si scopron le tombe” di G. Garibaldi; una ventina di messe ed altra musica sacra tra cui l’oratorio “ Le sette parole di Nostro Signore”, qualche Cantata e musica vocale da camera come le “Soireés Italiennes” del 1836 .
Queste ultime sono brevi composizioni per canto e pianoforte tipiche dello spirito salottiero della metà dell’ottocento italiano.
Anche Mercadante, come Rossini, Donizetti e Verdi, si cimentò in questa forma musicale, La Romanza da Salotto Italiana, scrivendone ben 14 per canto e pianoforte che compongono l’opus S.411.
Trattasi di 8 canzoni per voce maschile e femminile e 4 duetti, con tematiche tipicamente ottocentesche di carattere leggero, quasi tutte su testi di Pepoli.
Diciamo che le sue, rispetto a quelle rossiniane o verdiane, sono le meno riuscite, a parte qualcuna come : Il Zeffiro, La zingarella spagniuola, Il galop, Il pastore svizzero, La primavera, La serenata del marinaro, Il brindisi.
Proprio alcune queste sopracitate vennero trascritte ed rimaneggiate da F. Liszt, per solo pianoforte, risultando così un po’ più corpose e di sicuro effetto virtuosistico.