Sorpresa e stupore per tutte le autorità, i fedeli, i curiosi e per lo stesso cardinale Sepe quando ha estratto dal vano della cassaforte posta dietro l’altare la sacra ampolla che contiene il sangue di San Gennaro. Tutti hanno constatato che il prezioso liquido era già bello e sciolto. Non c’è stato bisogno di nessuna preghiera, né tantomeno delle “minacce e degli improperi” delle “parenti” del nostro Patrono per sollecitarne, appunto, l’agognato miracolo. San Gennaro è stato più veloce di tutti dimostrando ai napoletani, dai politici agli operatori ecologici, dai colti agli ignoranti, dai ricchi e potenti ai poveri e “ultimi” che ancora, dopo secoli e secoli, l’intera città è bloccata in una stazione dove di tanto in tanto pure passa qualche treno ma… che nessuno è intenzionato a prendere. Menefreghismo, arte di arrangiarsi, fatalità, deleghe a “ssante e mmaronne” non ci porteranno da nessuna parte. San Gennaro ci dice: datevi “na smossa”…rimboccatevi le maniche… non aspettate che vi scenda tutto dal cielo! Trasformatevi da “lampadine fulminate” a “stelle splendenti”, è inutile gridare al mondo intero “ccà nisciuno è fesso” se poi vi fate “conquistare” e sfruttare dall’imbonitore di turno. San Gennaro ci ammonisce e ammonisce soprattutto l’intera classe politica che da secoli viene a Napoli, guarda, promette, ” allicca, arronza e se ne va”!