Sunday, December 22, 2024

REDISCOVERED OPERA SERIES

La nostra Casa Editrice ha lavorato per circa un anno alla pubblicazione di ben quattro libri per celebrare al meglio l’anniversario  dell’esordio dell’opera Doña Flor di Niccolò van Westerhout a New York. Dieci anni sono passati da quel momento emozionante.

Abbiamo deciso di pubblicare i quattro libri ma di non renderli disponibili per l’acquisto, almeno per il momento, considerando la situazione tragica in questo nostro Mondo. La loro disponibilità avverrà appena le condizioni ci permetteranno di tornare ad una certa normalità culturale; oggi tutti noi abbiamo altro a cui pensare.

Il perchè quattro libri e non uno solo è dato dal fatto che CIMBELINO, FORTUNIO, DOŃA FLOR e COLOMBA sono le quattro opere di Niccolò van Westerhout che hanno visto un esordio scenico in Italia e ci è parso logico e adeguato inserire questi libretti nella nostra collana editoriale intitolata “Rediscovered Operas Series” e pubblicarli contemporaneamente.

Scopo di questa iniziativa editoriale è di dare la possibilità di lettura e conoscenza di queste quattro opere di Niccolò van Westerhout.

Nel frattempo potrete ammirare le quattro copertine e leggere una breve spiegazione dei volumi:

 

Cimbelino fu la prima opera di Niccolò van Westerhout, anzi ad essere precisi fu la seconda da lui composta, ma purtroppo la sua ‘prima’ ‘TILDE” non fu mai rappresentata e comunque quella composizione andò perduta. Cimbelino, quindi, fu la prima opera rappresentata nel 1892 al teatro Argentina di Roma. Dai riscontri giornalistici del tempo sappiamo che l’opera ebbe un grande successo, ed il maestro stesso fu chiamato al proscenio tantissime volte durante l’esecuzione. Il libretto, scritto da Enrico Golisciani viene preso da un dramma scritto da William Shakespeare e racconta di un Re britannico, Cimbelino appunto, al tempo della conquista da parte dell’impero romano. Una storia avvincente accompagnata da una composizione musicale di grande valore.

In questo libro troverete, appunto la trama dell’opera nella sua originalità. Abbiamo, nei limiti del possibile, voluto mantenere le espressioni letterarie del tempo (1800); oggi si sarebbe scritto alcune parole o frasi in un modo diverso, ma per noi era importante portare a conoscenza degli appassionati l’originalità della scrittura di prosa con la quale il maestro van Westerhout si dovette confrontare per la sua composizione.

 

Fortunio, seconda opera rappresentata da Niccolò van Westerhout, vide la luce nel teatro Lirico di Milano nel 1895. Quest’opera era destinata per l’esordio alla Scala di Milano, ma per vari contrattembi fu in seguito spostata al Lirico. Quest’opera, il cui libretto fu scritto da Giulio Scalinger, racconta di una giovane donna, Musidora, che si innamora di un giovane, Fortunio, che altro non sarebbe definito, al giorno d’ogni, come un Playboy. La donna, rendendosi conto della situazione, si suicida. Un opera un po’ fuori dai tempi, ma che inizia a premettere i cambiamenti e la trasformazione del melodramma della fine ’800. Anche in questa trascrizione della trama l’originalità del libretto e stata rispettata. Il successo raggiunto alla sua prima rappresentazione a Milano non fu come quello del Cimbelino; infatti, la musica dell’opera non era di facile orecchiabilità per la platea in generale e bisognava essere un po’ più raffinato per comprendere i vari passaggi musicali. I critici e gli appassionati di opera, però, applaudirono il lavoro del Maestro con intenso favore.

 

Doña Flor, terza opera rappresentata nel teatro Niccolò van Westerhout di Mola di Bari nel 1896, fu concepita per un piccolo palcoscenico, appunto quale era in tale teatro. Il van Westerhout la dedicò al suo paese nativo in segno di omaggio. La trama fu scritta da Arturo Colautti ed ambientata nella Venezia dell’600. La storia, veramente appassionante, si conclude in un modo molto più tragico delle opere del tempo; infatti, Doña Flor, convinta dal marito, uccide il proprio amante, Alvise Malipiero, che poi risulta innocente delle accuse a lui mosse. Un triangolo d’amore, gelosia e vendetta inverosimile.

Questa è considerata l’opera maestra di Niccolò van Westerhout, ma come tutta la produzione musicale del Maestro fu abbandonata, fino a quando fu riscoperta e quindi ebbe un secondo esordio, questa volta internazionale, a New York nel 2010.

 

Colomba, quarta opera di Niccolò, esordì molti anni dopo la morte del Maestro, nel 1923, al teatro San Carlo di Napoli. Il suo esordio fu voluto tenacemente dal fratello del compositore Vincenzo van Westerhout e da un gruppo di amici del compianto Niccolò, purtroppo deceduto nel 1898.

Quest’opera, anch’essa scritta dal poeta Arturo Colautti, è ambientata nell’era napoleonica, agli inizi del 1800, e racconta di un giovane soldato di ritorno nella sua Sardegna dalla sconfitta che Napoleone Bonaparte subì a Waterloo. Là incontra e si innamora di una giovane donna, Graziosa, che per motivi di intrighi familiari non gli è permesso di sposare. La fine tragica di Graziosa, provocata da Colomba, sorella del giovane, fa terminare l’opera ed il pentimento di Colomba non serve in quanto Graziosa muore fra le braccia dell’innamorato.

redazione
redazione
Tiziano Thomas Dossena, Leonardo Campanile, LindaAnn LoSchiavo, and Dominic Campanile

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