scritto da: Daniela Sisto –Corsista UTE di Giornalismo
Il 5 dicembre 2012 abbiamo avuto la gioia di incontrare la scrittrice Giulia Poli Disanto in occasione della presentazione del suo libro Ciliegie a Mezzanotte-Diario di una tredicenne. Oggi, 17 Aprile 2013, attraverso le sue poesie, raccolte nel libro “L’isola Delle Lacrime – The Island Of Tears”, abbiamo ricordato le 2979 vittime degli attentati dell’11 settembre 2001. E’ stata l’Università della Terza Età di Santeramo ad organizzare, con il patrocinio del Comune di Santeramo, l’incontro con l’autore, svoltosi nella sala conferenze del Palazzo Marchesale. Ad accompagnare Giulia Poli Disanto c’erano la presidente dell’UTE Dott.ssa Elena Cardinale, il vice presidente dell’UTE Pierpaolo Benedettini, la poetessa Angela Giannelli, la traduttrice dei testi Nova Blain, Kimberlee Phillips, counselor – mediatrice familiare e la dott.ssa Vita Dimartino, assessore alla Cultura. La dott.ssa Elena Cardinale ha presentato i relatori e ha richiamato l’attenzione del pubblico sull’attentato a Boston di due giorni fa. E’ seguita la proiezione sullo schermo di una breve sequenza delle terrificanti immagini dell’attacco alle Torri Gemelle di New York, ma anche della ricostruzione di un nuovo edificio del New World Trade Center”. “Gli Americani hanno una grande forza, quella di prendere in mano le loro sorti e di guardare avanti” ha affermato il moderatore, il prof. Benedettini.
Giulia Poli Disanto ha raccontato che nel 2011 ebbe una comunicazione da New York: era stata inserita in un comitato per commemorare il decennale della tragedia e “come gesto di solidarietà verso un popolo che stava sopportando con tanta dignità un dolore così immenso”, in tre mesi ha scritto i 29 canti. Aveva scelto il titolo della raccolta “The Plummeting Man – l’Uomo Che Precipita” ma la casa editrice “Idea Press” fece un sondaggio che bocciò questo titolo, sostituito da “L’Isola Delle Lacrime”. L’11 settembre è una data che le appartiene, anche perché in questo giorno del 1976 è nato Angelo, il suo primogenito, ha ricordato l’autrice .
Il prof. Pierpaolo Benedettini ha voluto dare voce alle poesie: 11 attori della compagnia teatrale dell’UTE in piedi tra il pubblico con amore hanno letto, ciascuno, una poesia, e l’ultima delle quali era un inno alla speranza dal titolo “Colombe Bianche”: Ho un sogno nel cuore/ E un verso sulla lingua/Con la vanga li dissodo/ In tante colombe bianche/Prendono il volo nei cieli di New York/ Miss Liberty le attende/Con la fiaccola infuocata/Nella città dal cuore di leone/E dal sangue infiammato/ Si librano coraggiose/Sull’onda del futuro.
Della poetessa Angela Giannelli riportiamo solo alcune appassionate riflessioni: “Il mio pensiero va alle vittime dei massacri che nessuno mai ricorda” … “Il dolore non va spettacolarizzato … le immagini non vanno ripetute”. Nell’introduzione del libro “L’isola delle Lacrime”, della testimonianza diretta di quella giornata dell’11 settembre 2001 e dei mesi successivi del detective Albert Hickey una frase : “c’era troppa morte nell’aria” ha colpito Angela Giannelli che ha detto : “…per scacciare quell’assurda abitatrice dell’aria, la morte, dall’aria stessa, la poetessa, con i suoi versi, non ha potuto fare altro che popolare le pagine del cielo di angeli, di uccelli e di fiori, di preghiere e di speranze … Solo con il perdono si può cambiare la storia, sembra ammonirci la poetessa, ma se è del poeta la generosità incondizionata, se solo a lui è concesso di nutrire un sogno e abitare l’utopia, se le parole del poeta disegnano quasi sempre un percorso ascensionale, sappiamo che l’uomo è capace anche di vendetta. Giulia ci ha avvolti con il suo sogno, la storia ci rimarca che sempre più spesso è il bisogno di vendetta a vincere. Così è stato. Se New York sta curando le sue ferite, per altre città e per altre persone le ferite sono in corso e il sangue sta scorrendo ancora . A noi restano i versi dolci e amari di una persona che ha sognato la rinascita, restiamo nel suo sogno per quanto ci è possibile, per salvarci …”
Chi ha tradotto le poesie di Giulia Poli Disanto in inglese è la prof.ssa Nova Blain: “Quando ho cominciato il lavoro della traduzione ho cercato di riprodurre nella mia lingua la dolcezza dei suoni di Giulia, non si traducono solo le parole, le idee, si traducono anche i suoni; mi sono accorta che per esprimere l’amore, la compassione per New York Giulia ha usato dei suoni molto dolci … L’unica poesia dove c’erano suoni violenti duri è quella de “L’Uomo Che Cade”-The Plummeting Man”. La prof.ssa Nova Blain ha poi letto in inglese la poesia dedicata a Marilyn Monroe “La Ragazza Leggenda-The Girl Of The Legend”. Inoltre, la professoressa spera che queste poesie scritte in italiano e in inglese a fronte e pubblicate in America nel 2012 possano avvicinare gli Italo-americani alla lingua dei loro antenati. “La conoscenza della lingua degli altri popoli è la miglior cosa per favorire la pace e la fratellanza” ha concluso Nova Blain.
E’ seguita la testimonianza della sig.ra Kimberlee Phillips, americana, ma che vive da quasi 25 anni in Italia: ha vissuto lo shock dell’attentato alle Torri Gemelle a distanza attraverso una breve telefonata da New York e la tv, un’esperienza diversa da quella degli Americani che erano lì; il trauma, il ricordo è ancora vivido. E’ fiera di essere americana perché nei momenti di difficoltà gli Americani cancellano, superano tutte le differenze. “La forza americana è di raccogliere le ceneri … e di costruire dalle ceneri”, è proprio come esprime un verso della poesia “Undici Settembre Duemilaundici: “Non sapevano che l’aquila/Vola sempre più alta dopo la sconfitta”. “Giulia riesce a portarci vicino a quell’esperienza dell’attentato con la dolcezza dei suoi versi”. Poi la sig.ra Phillips ha detto che il ricordare i defunti con momenti di condivisione ci permette di convivere con il lutto, con il dolore, ci permette di accettare, con il tempo, che ci siano delle perdite, e ha aggiunto “in nessun caso dobbiamo lasciare che la paura prenda spazio nella nostra vita … perché la paura ci blocca, e fare come ci chiede il Presidente Obama in questi giorni dopo l’attentato a Boston: Andate avanti con la vostra vita;… con la consapevolezza che ciascuno nella sua vita può contribuire alla pace …”
A questo punto la sig.ra Angela Giannelli è intervenuta dicendo che “ Il terrorismo ha delle ragioni sue che risalgono a precisi precetti coranici” E poi ha raccontato che nel libro “Le vie dei canti” di Bruce Chatwin viene spiegato il perché gli aborigeni australiani non volessero che gli Europei mettessero le ferrovie sul loro territorio: non volevano che calpestassero le strade degli dei. Gli Europei dovevano capire le esigenze degli aborigeni. Così “noi dobbiamo capire il perché il mondo islamico non vuole gli stranieri sulla propria terra: questa è stata una delle motivazioni, si dice, dell’attacco alle Torri Gemelle”. E ha aggiunto: “Le parole straniero e confine non esistono in natura, le abbiamo inventate noi umani”.
La dott.ssa Vita Dimartino ha voluto prima di tutto porgere i saluti del Sindaco prof. Michele D’Ambrosio e dell’Amministrazione comunale. Ha ricordato che in quell’ 11 settembre 2001 era in ospedale per svolgere il suo lavoro. Erano le tre di pomeriggio. In un primo momento credeva che quelle immagini trasmesse dalla tv fossero di un telefilm americano e poi la straziante constatazione che tutto era reale. Riferendosi alle poesie ha detto: “Giulia parla spesso di voli di uccelli che si alzano, quasi a voler simboleggiare le anime dei caduti che si innalzano al cielo e vengono accolti in quel mondo che è giusto che per loro sia felice, dopo tanto dolore che in quel breve istante hanno potuto sopportare”. Inoltre i versi di Giulia, come sono stati letti in inglese da Nova Blain, le sono sembrati come “acqua che scendeva dalla fonte delicatamente… che dà un senso di serenità, di tranquillità”. Poi la dott.ssa Dimartino ha voluto rispondere ad alcune precedenti affermazioni della sig.ra Angela Giannelli: “Riguardo alle immagini che non vanno ripetute, potrebbe aver ragione ma la Shoah viene ricordata per non dimenticare, per non permettere che eventi del genere possano ripetersi”; ha proseguito, affermando che si ricordano anche le altre stragi come quella degli Armeni; si è poi brevemente discusso sull’accoglienza dei Paesi islamici che è diversa da quella dei Paesi occidentali.
La poesia “La Storia” declamata da Giulia Poli Disanto ha concluso la serata.