Parma Alimentare torna a New York per partecipare al Summer Fancy Food Show, la più importante fiera b2b dedicata alle specialità alimentari e alle innovazioni del settore che si tiene nella East Coast degli Stati Uniti, in programma dal 25 al 27 giugno.
A poche settimane di distanza dalla missione in Germania, svolta in occasione di “The Italian Show” a Colonia, Parma Alimentare torna subito in campo per promuovere le eccellenze dell’agroalimentare parmense all’estero e in particolare negli Stati Uniti, un Paese di sbocco storico per l’export del food made-in-Parma.
Al Summer Fancy Food Show, Parma Alimentare sarà presente con una collettiva che vede protagoniste sei aziende della Food Valley: Delicius Rizzoli, Devodier Prosciutti, Fratelli Galloni, Ruliano, San Nicola Prosciuttificio del Sole e Zarotti.
L’industria alimentare parmense ha consolidato negli ultimi dieci anni una significativa crescita delle esportazioni verso gli USA. Secondo i dati forniti dall’Area Studi dell’Unione Parmense degli Industriali, nel 2022 la provincia di Parma ha esportato verso gli Stati Uniti prodotti alimentari e bevande per un valore di 264 milioni di euro, +29% rispetto al 2021, e che rappresentano l’11% del totale dell’export alimentare parmense. Una crescita positiva e in linea con quella dell’anno precedente, che conferma il ruolo strategico del mercato nordamericano per l’agroalimentare della Food Valley.
A commentare questa nuova missione business targata Parma Alimentare è l’Executive Manager Alessandra Foppiano: “gli Stati Uniti sono il terzo Paese in ordine d’importanza per l’export alimentare di Parma e il primo mercato di sbocco fuori dai confini comunitari. Il Summer Fancy Food Show rappresenta dunque un appuntamento chiave sia per il fatto che New York si configura come la principale porta d’ingresso per il mercato della East Coast, sia per l’alto profilo b2b dei visitatori attesi alla manifestazione. Rinnoviamo dunque la nostra presenza a questo importante evento, impegnati al fianco di sei aziende rappresentative del territorio, con l’obiettivo di favorire nuove opportunità di business verso il mercato nordamericano. Nell’ottica di candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco, il valore delle filiere produttive del nostro territorio, così come di quelle dell’Italia tutta, concorre a supportare i caratteri di sostenibilità e diversità bioculturale della tradizione culinaria del nostro Paese”. (aise)