Benedetto XVI non è il secondo caso nella storia della Chiesa ad aver lasciato il soglio pietrino ma bensì l’ottavo. Questo giusto per fare alcune precisazioni e sfatare particolari supposizioni o errate dichiarazioni storiche da parte di molti colleghi, di molta stampa e Tv. Stando alle fonti storiche sufficientemente certe e provate, perché poi andrebbero valutati molti altri casi, i Papi che lasciarono il loro incarico furono: Clemente, Ponziano, Silverio, Benedetto IX, Gregorio VI, Celestino V e Gregorio XII. Insomma molti più di quelli che si possa pensare.
Benedetto XVI ha annunciato la sua rinuncia «al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro» nel concistoro ordinario dell’11 febbraio 2013. Il tutto con decorrenza della Sede vacante dalle ore 20.00 del 28 dello stesso mese: da quel momento il suo titolo è diventato romano pontefice emerito o papa emerito mentre il suo trattamento è rimasto quello di Sua santità.Un atto sicuramente inusuale e difficile da comprendere per molti fedeli e non. Un’azione che sicuramente non si era più praticata dal 1415 ad opera, appunto, di Gregorio XII. Su questo, molto si è detto e parlato ed ancora oggi proseguono animati e curiosi dibattiti; alcuni seri, alcuni fantasiosi ed altri, purtroppo, denigratori. Il tutto, in sostanza, considerato spesso a misura d’uomo e non di Dio.
Sicuramente non sono io a dover dare specifiche spiegazioni sulle scelte fatte dal Santo Padre ma, con il vostro permesso, vorrei porre alcune considerazioni sulle quali riflettere; molte perlopiù storiche, visto che il contesto attuale è stato dipinto, da tanti, come un’epoca o un segno tangibile della fine della Chiesa e del suo operato. Chi sarà il successore di Pietro? Nero, asiatico, americano? Per chi ha fede sarà lo Spirito Santo a designare il nuovo Pontefice, e per chi non ne ha, libero sfogo alla fantasia.
Detto questo, e premesso che all’interno del clero vi siano problemi più o meno gravi, è importante spiegare alcuni dati di fatto. Benedetto XVI ha scelto di lasciare il suo incarico come forte testimonianza di chi, nonostante il potere, ha l’umiltà e la padronanza del primo atto. Un po’ come un ammiraglio che decide di testimoniare alla sua ciurma la volontà di non guidare la propria nave in mare aperto: l’ammiraglio cambierà e con lui la ciurma ma la nave resta pronta a salpare per nuovi orizzonti. Ed un po’ è cosi anche per la madre chiesa. Per noi cristiani che crediamo nella speranza, appunto cristiana, diversa da quella strettamente umana, è importante guardare con entusiasmo al futuro. E su questo può essere proprio il Santo Padre fonte d’ispirazione leggendo, per chi non lo avesse fatto, l’enciclica del 2007 “Spe Salvi” dove il Papa tratta proprio l’argomento della Speranza. La speranza che è stata per Joseph Aloisius Ratzinger il faro nella notte fin dal suo mandato come Prefetto per la Dottrina della Fede.
Molte sono le cose fatte da Papa Benedetto XVI e difficile e lungo sarebbe elencarle tutte. Ma non possiamo evitare di menzionare la sua attenzione ai temi del Concilio Vaticano II, la lotta alla pedofilia, la questione legata al relativismo, il dialogo con la chiesa ortodossa, con gli Anglicani, i Musulmani ed i cattolici della Cina senza dimenticare gli innumerevoli scritti e testi lasciatici dal teologo e professore Ratzinger ( tra le letture è consigliato “Gesù di Nazzaret” ). Tornando però alle considerazione che avrei voluto sottoporre, in special modo a chi ha visto questo gesto con particolare timore, vorrei specificare che la chiesa ha visto periodi molto più bui. Pensiamo soltanto che tra la fine dell’800 e l’inizio del nostro secolo, senza considerare le due Guerre, il No Expedit di Pio IX aveva messo in seria difficoltà i cattolici Italiani incitati a non partecipare alla vita politica del proprio paese. Sempre nell’800, alla chiesa venne portato via molto del suo patrimonio con la confisca da parte dello stato, e poco prima, Napoleone aveva pensato bene di abrogare tutti gli ordini monastici. Se poi continuiamo a ritroso, troviamo periodi ancora più difficili, come quello vissuto da Santa Caterina che andò personalmente ad Avignone a convincere papa Gregorio XI di tornare a Roma per trovarsi, poco dopo, due nuovi Papi eletti come Urbano VI e Clemente VII: il primo a Roma il secondo ad Avignone. Insomma, diverse e difficili sono le storie che hanno contornato la vita della chiesa, tanto da avere periodi con più di un Papa, condizione più anomala di uno che lascia, e periodi dove nessuno si sentiva in grado di guidare la Chiesa. Ma essa ha retto nel tempo, nonostante l’uomo, perché opera di Dio.
Benedetto XVI ha lasciato il suo incarico con semplicità, riparandosi agli occhi indiscreti di questo mondo e salutando il suo popolo: “Sono semplicemente un pellegrino – sono state le ultime parole di Benedetto XVI – che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità”.