l poeta Giovanni Capurro (1859/1920), nel 1898, poco prima che il compositore Eduardo Di Capua (1865/1917) partisse per una tournee in Russia, gli consegnò i versi di “ ‘O sole mio” chiedendogli se volesse musicarli. Di Capua, durante il soggiorno a Odessa, in una mattinata di pioggia, lampi e tuoni, scrisse la musica di quello che sarebbe diventato un capolavoro assoluto della canzone mondiale.
La cosa strana che stravolge la verità storica e, oltretutto, lascia ombre e dubbi, riguarda i diritti d’autore. Succede che nel 2002 una sentenza del Tribunale riconosce un altro “papà” alla canzone “ ‘O sole mio”, Alfredo Mazzucchi, musicista napoletano (1878/1972) che avrebbe collaborato alla stesura della musica.
E’ veramente molto strano che un compositore dalle indiscusse doti musicali quale era Di Capua avesse bisogno d’un aiutino. Chi conosce la storia della nostra canzone ed il valore dei singoli autori non riesce a capacitarsene. L’autore di “ ‘O sole mio, I’ te vurria vasà, Torna maggio, ‘A serenata d’’e rrose, Carcioffolà, Maria Marì, L’urdema canzona mia”, poteva semmai darlo lui un aiutino, è assolutamente indecente pensare il contrario! Inoltre, come mai fino al 2000 nessuno degli “addetti ai lavori” ne fa cenno, né Ettore De Mura nella sua preziosa Enciclopedia della Canzone Napoletana (1968), né Pietro Gargano, eccellente scrittore, giornalista, studioso e ricercatore, nella sua Nuova Enciclopedia Illustrata della Canzone Napoletana (2008)? Gargano definisce addirittura “oltraggio” quello subito da Eduardo Di Capua. Comunque è successo che mentre il poeta Capurro e il compositore Di Capua, rispettivamente morti in assoluta povertà nel 1917 e 1920, non videro un centesimo dei loro sacrosanti diritti, gli eredi di Mazzucchi e l’editore di “ ‘O sole mio” potranno godersi una bella eredità fino al 2042.
Raffaele Pisani,
appassionato di poesie e canzoni napoletane –