Recensione di Salvatore Margarone
Una Norma incastonata nel tempo quella interpretata dalla grande Mariella Devia al Teatro Carlo Felice di Genova. Nessun dubbio vi era sulla riuscita della messa in scena di questa Norma belliniana tutta al siciliano per regia, scenografia, mediterraneità, colori, lacci, trame e orditi; una visione che stimola l’immaginazione e che porta lo spettatore a viaggiare con la fantasia in un mondo incantato e atemporale. Tra le opere che oggi si mettono in scena, curate da giovani registi e scenografi, è la migliore vista.
Mariella Devia porta in scena una Norma belcantistica senza tralasciare il lato drammaturgico di cui l’opera è intrisa, con voli pindarici ed eccezionale voce cristallina dall’alto della sua lunga carriera.
Molti melomani portano dentro di sé il ricordo di mitiche cantanti di altri tempi ormai, come la Callas, da cui non si vogliono discostare per stile e drammaturgia, ma la Norma di Mariella è semplicemente sublime, moderna, pensata e ragionata in ogni minima frase: non le sfugge nulla, interpreta questo personaggio con tutta sé stessa. I fiati interminabili e i colori vocali che riesce ad emettere sono veramente sorprendenti.
Questa produzione, che ricordiamo aveva già debuttato la scorsa stagione a Palermo, continua a mietere successi, incoronando gli ideatori Ugo Giacomazzi e Luigi Di Gangi (Teatrialchemici) ed infondendo al palcoscenico personalità, sentimento e riferimenti ai dettagli del libretto senza tralasciare nulla al caso, semmai sprigionando nel pubblico delle emozioni uniche. Le trame e i lacci che compongono la scenografia, curata da Federica Parolini, sono un tutt’uno con i costumi imbastiti con raffinatezza, che sono pezzi unici realizzati a mano, ideati da Daniela Cernigliaro.
L’Orchestra del Teatro Carlo Felice, diretta da Andrea Battistoni, suona a tutto spiano brillando per stacco dei tempi, fraseggi, ma allo stesso tempo rigore e rispetto della partitura. Ottima la performance del primo flauto dell’orchestra ( il M°. Loi) che ha introdotto l’aria più famosa dell’opera: “Casta diva”.
Qualche incertezza la notiamo nel Coro, diretto da Franco Sebastiani, ma di poca importanza: lievi ritardi negli attacchi e qualche insieme da migliorare, ma come un leone ruggente si impone nella parte corale più famosa: “Guerra, guerra!”; forza, determinazione e movimenti scenici hanno reso questo momento di forte impatto, da sentire e vedere tutto d’un fiato.
Anche Annalisa Stroppa, nei panni di Adalgisa, colpisce per morbidezza vocale ed accanto a Mariella Devia si fonde in un connubio di eleganza vocale. La sua Adalgisa è convincente, pur avendo notato un po’ di sforzo sul registro acuto. Sicuramente da seguire nella sua crescita artistica, sorprenderà in futuro con sicuri successi.
Stefan Pop è Pollione, il romano. Squillo e timbro contraddistinguono questo giovane tenore rumeno, ma non solo, dizione quanto mai curata e disinvoltura sul palcoscenico ne tracciano un sicuro Pollione, regalando al pubblico in sala una voce sicura, pronta, potente e in forma smagliante (ricordiamo che qualche giorno prima era il Duca di Mantova nel Rigoletto a Parma).
Buono l’Oroveso di Riccardo Fassi, dalla voce profonda e ricca di armonici, pur essendo di giovane età, come anche la Clotilde di Elena Traversi e il Flavio di Manuel Pierattelli.
Insomma un successo di stile e bel canto che Genova ricorderà a lungo, come è ancora vivo anche il successo del Roberto Devereux sempre con Devia e Pop in questo stesso teatro.
Alla fine il pubblico decreta successo pieno all’opera con più di otto minuti di scroscianti ed entusiasti applausi, sfociato in una standing ovation a Mariella Devia, che riceve anche uno scenografico doppio baciamano con inchino da parte dei due registi.
Il secondo cast per Norma ha visto il debutto nel ruolo del titolo di Desirée Rancatore, Roberto Iuliano come Pollione, Valentina Boi in Adalgisa, Mihailo Slijvic sarà Oroveso. Invariato il resto del cast.
Prossime recite: il 30 (con diretta streaming dalle 20,00) ed il 31 Gennaio .
La recensione si riferisce alla recita del 28 gennaio 2018.
©Photo M.Orselli